Se vi capita di visitare Abu Dhabi vale la pena trascorrere una mattina in questo centro d’artigianato, poco conosciuto anche dai residenti di Abu Dhabi, eppure così ricco di risorse. Qui le donne locali di ogni età si riuniscono per lavorare a mano le stoffe e creare vari oggetti per la casa o accessori da indossare.

Una signora locale che indossa il Boregheh: la loro forma richiama quella di grandi baffi; queste maschere infatti venivano utilizzate per camuffare il volto della donna tale da farla sembrare un uomo, evitando così di renderla possibile vittima di abusi degli schiavisti che si trovavano nel pressi dei villaggi.
Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti.
UN LUOGO MAGICO NEL CUORE DI ABU DHABI IN CUI E’ POSSIBILE OSSERVARE DIETRO LE QUINTE IL LAVORO DI CREAZIONE DI TAPPETI, BORSE, ABITI, SOUVENIR E MOLTO ALTRO
Questo centro d’artigianato si trova nel cuore di una delle più famose città emiratine e si può raggiungere con facilità in macchina o in taxi. Una volta arrivati è difficile non riconoscerlo in quanto la sua architettura è inconfondibile: è dislocato in tante piccole casette a schiera in ognuna delle quali c’è un diverso workshop, attività che spaziano dalla tessitura di tappeti, creazione di souvenir, gioielli e ricami in paglia. Queste strutture sono a loro volta circondate da ampie e colorate aiuole, che contribuiscono a rendere l’atmosfera calma e un pò sospesa’.
UN LUOGO DI CONTATTO E DI SCAMBIO
All’interno di ogni workshop c’è sempre un gruppo di signore pronte ad accoglierti: sono sorridenti e ospitali, parlano poco, la maggior parte di loro non conosce la lingua inglese, ma ringraziano ogni visitatore offrendo del caffè e dei datteri dolcissimi davvero squisiti.
Sono le donne arabe di un altro tempo, più antico, lontano dalle mode e dagli standard di bellezza femminile tipiche del centro città. Gli abiti che indossano infatti sono ancora quelli tradizionali usati nel villaggi, di un cotone leggero e colorato, arricchiti di collane e anelli dorati e maschere chiamate ‘Boregheh’.
C’è la sensazione che in quest’angolo del mondo le donne abbiano una dote innata nel cucito: riescono per ore e ore a muovere e intrecciare fili, oppure assemblano piccole strisce di paglia, dando vita a oggetti con forme uniche nel loro genere, ricchi di sfumature colorate irripetibili.
Quello che colpisce sono i loro piccoli e minuziosi movimenti circolari, ripetitivi, logici, per niente scontati.
E’ interessante notare come avviene la tessitura del tutto manuale dei tappeti: si utilizza come piano di lavoro un telaio in legno, con una struttura semplice e rudimentale, in cui vengono combinati molteplici fili di lana o cotone per essere poi fissati con un bastone appuntito.
LA FORZA CREATRICE DELLE LORO MANI
Ma la grande bellezza risiede nelle loro mani delicate, meticolose, precise, inarrestabili, a volte invecchiate, a tratti anche trascurate. In ogni loro singola linea, curva, piega, nei segni del tempo che tracciano la loro pelle c’è una storia tutta da raccontare e da scoprire. Accade come quando guardi un’opera d’arte: ciascun dipinto ha il suo disegno, con una forma e un linguaggio non verbale che lo rende unico. C’è la pienezza di chi con amore e dedizione svolge il proprio lavoro, di chi si mette al servizio del mondo per renderlo un posto migliore.
Nel pianeta femminile non esistono confini. Esso è guidato dal potere dell’intuizione e della realizzazione, dove tutto è possibile, dove le energie scorrono come le rapide di un fiume, inesorabili, forti. E’ un viaggio da fare, da esplorare, che ti riporta a casa con un bagaglio di esperienza in più, in luoghi insoliti, in mondi tutti da scoprire.
Prima di concludere la visita è possibile visitare il museo adiacente in cui vengono esposte alcune sculture che raffigurano alcuni frammenti di vita nei villaggi, gli abiti usati dal popolo che vi abitava con i loro particolari ricami di perline o paillettes con cui si definiscono le maniche, i polsi oppure la zona del collo.
Si possono anche acquistare dei souvenir realizzati a mano con le cuciture tradizionali e piccoli gadget realizzati dalle stesse signore del centro d’artigianato.
Foto Valentina Esposito