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L’Ipogeo dei Cristallini: un tuffo nel passato tra bellezza e storia nel Rione Sanità

L’Ipogeo dei Cristallini rappresenta una rara ed incredibile testimonianza di pittura ed architettura ellenistica, grazie alla quale è possibile ritornare indietro nel tempo di 2300 anni: un apertura che ha segnato un tassello fondamentale all’operazione di recupero del rione Sanità.

Napoli, Italia.

Il Rione Sanità è la vera essenza di Napoli, la zona dove cultura, storia, bellezza e fascino dominano la scena: girovagando per gli iconici vicoli, si possono scorgere tante realtà dove la memoria viene preservata, facendo un tuffo nel passato, ammirando luoghi autentici e unici al mondo. Tra questi, l’Ipogeo dei Cristallini rappresenta una rara ed incredibile testimonianza di pittura ed architettura ellenistica, grazie alla quale è possibile ritornare indietro nel tempo di 2300 anni, infilandosi in una piccola scala all’interno del Palazzo di Donato in via dei Cristallini 133.

L’Ipogeo

I quattro spazi dell’Ipogeo svelano ai visitatori un mondo ancora vivo, ricco di decori e raffinatissimi effetti di trompe l’oeil. In esposizione anche la ricca collezione di reperti e vasi antichi ancora magnificamente conservati.

Un viaggio indietro nel tempo di 2300 anni: un’esperienza che permette di scendere nel misterioso “mondo sotterraneo”, contemplando la straordinaria bellezza dell’arte e dei mestieri antichi, comprendendo il significato senza tempo della vita e della morte, dell’amore e della cura, della famiglia e dell’amicizia.

Un incontro intimo e indimenticabile con l’eternità, percepita come fonte inesauribile di vitalità continua e inarrestabile.

Piena conoscenza dell’Ipogeo dei Cristallini

Grazie al rilievo 3D di tutto il complesso e alla realizzazione di indagini di natura fisica, chimica e biologica, e grazie all’attenta e insostituibile osservazione delle superfici da parte dei restauratori, è stato possibile pervenire ad una conoscenza piena dell’Ipogeo dei Cristallini, anche nelle sue stratificazioni: la sequenza delle fasi creative, la composizione degli intonaci, la sovrapposizione di stesure e pennellate, i pigmenti utilizzati, tra i quali vi sono il prezioso blu egiziano, il cinabro e le lacche rosse.

Palazzo Di Donato e Famiglia Martuscelli

Nel 1889 venne ritrovato l’ipogeo dei Cristallini: si racconta, secondo la tesi più accreditata, che in quell’anno il barone Giovanni di Donato ebbe l’idea di scavare nella cantina del suo palazzo, che oggi prende il suo nome, in Via dei Cristallini 133, per cercare acqua. Fece eseguire quindi dei lavori, ma trovò del vuoto sotto terra. Con estrema meraviglia scoprì le ampie sale dei quattro sepolcreti, riccamente dipinte e decorate. Un vero tesoro di pittura e architettura funebre, unica testimonianza a Napoli di quel periodo. Proprio in quel punto infatti correva un viale dell’antica necropoli napoletana di epoca greca, un tempo illuminato dal sole in aperta campagna, ed oggi ormai sepolto sotto le case del Borgo Sanità della nuova città.

La storia della famiglia Martuscelli si interseca con quella dell’Ipogeo dei Cristallini grazie ad un lascito ereditario da parte del barone di Donato.

I quattro sepolcreti, che fanno parte dell’Ipogeo dei Cristallini, sono stati custoditi per secoli nel mezzo del Rione Sanità e protetti per decenni con grande senso di appartenenza, dalla sua gente e dalla famiglia Martuscelli.

L’idea di offrire quello scrigno di arte e storia alla città e di aprire al pubblico, rendendo fruibile l’Ipogeo, è di Giampiero Martuscelli insieme alla moglie Alessandra Calise Martuscelli e ai figli Paolo e Sara, un’occasione per avvicinare all’arte greca un pubblico sempre più ampio.

Le origini greche dell’Ipogeo dei Cristallini

La storia dell’Ipogeo dei Cristallini risale a più di 2300 anni fa. L’area dei Vergini, all’interno del quartiere Sanità, fin dal IV secolo a.C. fu destinata a necropoli, dapprima con l’escavazione di tombe a camera (Via dei Cristallini, Vico Traetta, Via Santa Maria Antesaecula), successivamente con la realizzazione di complessi cimiteriali catacombali (San Gennaro, San Gaudioso, San Severo) infine con la destinazione di un’immensa cava ad ossario (Le Fontanelle). I greci, che allora abitavano la città di Neapolis quando questa faceva ancora parte della Magna Grecia, realizzarono alcuni ipogei funerari, costruendo delle tombe nel sottosuolo in cui hanno riposato per millenni i resti degli antichi abitanti della città partenopea.

Le quattro tombe “dei Cristallini”

Fra questi ipogei risaltano le quattro tombe “dei Cristallini”, chiamate così perché situate nel sottosuolo di via dei Cristallini. Il complesso è costituito da quattro sepolcri, scavati nel tufo, ciascuno con ingresso indipendente. Ognuno di essi è costituito da due camere sovrapposte: il vestibolo serviva per adempiere ai riti funebri, da questo si accedeva mediante una scala al piano inferiore, dove vi era la vera e propria tomba destinata ad ospitare i corpi dei defunti.

I quattro ipogei sono ricavati nella roccia fianco a fianco, differendo solo leggermente nell’allineamento. Ma se a livello strutturale seguono lo stesso schema, presentano caratteristiche molto diverse tra di loro, che li rendono unici. L’apparato decorativo si sviluppa con colori molto vivaci e raffinatissimi effetti di trompe l’oeil a imitazione di partiti architettonici e arredi di lusso.

I quattro sepolcri dell’Ipogeo dei Cristallini

Dei quattro sepolcri, il primo (ipogeo A) era ornato da otto bassorilievi. Il tempo e l’opera di estrazione da parte dell’uomo di pietre dal sottosuolo, ne hanno distrutto in gran parte la struttura, lasciando intatto un solo bassorilievo.

Il secondo ipogeo (B) invece conserva un tesoro di anfore, manufatti, urne, altari e affreschi. Un vero e proprio ipogeo fornito di tutto, in cui il tempo sembra essersi fermato.

Il terzo ipogeo (C) è uno degli ambienti più suggestivi, rimasto splendidamente intatto e di cui si riescono ancora ad ammirare le decorazioni e meravigliosi bassorilievi. Per la sua bellezza ed il suo stato di conservazione è un tesoro di particolare importanza.

La camera sepolcrale inferiore è dotata di ghirlande di vario tipo alle pareti e rilievi architettonici. Una decorazione che rappresenta una testa di Medusa si trova nella lunetta sulla parete di fondo. La parete d’ingresso è affrescata con raffigurazioni di una patera sospesa, una brocca e due candelabri. È raffigurato anche il gruppo di Dioniso e Arianna, una scena ricca di implicazioni simboliche.

Il quarto (ipogeo D), infine, è stato significativamente modificato in epoca romana. Presenta numerosi loculi nelle pareti, utilizzati per numerose sepolture in epoca latina. Anche i manufatti ed i tesori trovati al suo interno sono di epoca romana, e c’è anche un’iscrizione in latino.

In ognuno degli ipogei vi sono degli splendidi letti-sarcofagi scavati nel tufo, che all’esterno hanno la forma di klinai, con tanto di materassi e doppi cuscini scolpiti e dipinti in giallo, azzurro e rosso.

L’arredo funebre

L’incredibile scoperta del barone di Donato è stata non solo quella di portare alla luce i quattro ipogei in via dei Cristallini ma anche il ritrovamento del corredo funebre.

Circa 700 pezzi, conservati dal Barone prima e dalla famiglia Martuscelli poi, che insieme alla Soprintendenza di Napoli sono stati per numerosi anni custoditi.

I numerosi e meravigliosi reperti furono già utilizzati per allestire la sala del MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli per raccontare appunto la Magna Grecia.

Il lavoro di restauro e recupero pittorico del sito comprende anche l’esposizione di questa meravigliosa collezione.

Grazie all’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e Scuola Meridionale è stato concluso il lavoro di catalogazione dei circa 500 reperti che si trovano nei depositi della Soprintendenza e che saranno riposizionati nell’Ipogeo con tutte le dovute precauzioni, nel corso del 2023.

MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli

La sezione “Napoli Antica” del MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, attualmente in corso di riallestimento, ospita un’intera sala dedicata alle tombe a camera di epoca ellenistica. Accompagnati dalle suggestive immagini fotografiche di Mimmo Jodice troviamo i corredi ceramici che nella lunga fase di impiego dei monumenti funerari, tra la seconda metà del IV secolo a.C. e il I d.C., i proprietari dei sepolcri vollero porre accanto ai loro cari; le statuette, i frutti e le uova in terracotta che furono posti nelle sepolture come doni votivi; i rilievi in marmo e in terracotta che rappresentano scene di commiato. Gran parte di questi materiali provengono dal complesso sepolcrale di via dei Cristallini e sono stati concessi in prestito dalla famiglia Martuscelli. Questa sala rappresenta l’importante e forte legame dell’Ipogeo dei Cristallini con la città di Napoli ma soprattutto la sua unicità.

Recupero del rione Sanità

L’apertura al pubblico dell’Ipogeo dei Cristallini e la sua valorizzazione si pongono l’ambizioso obiettivo di aggiungere un tassello fondamentale all’operazione di recupero del rione Sanità, oggetto di uno sforzo non comune di re-innovazione urbana, sociale ed economica.

Negli ultimi anni, anche grazie ad uno sviluppo dal basso, attraverso la nascita di importanti Fondazioni culturali e sociali e le tante iniziative intraprese, è stato possibile riaprire due siti archeologici, tra cui le Catacombe di San Gennaro, creando per i giovani del quartiere una straordinaria occasione di occupazione e valorizzazione del territorio.

Il rione Sanità infatti ha visto una vera e propria rinascita, che ha rafforzato la sua propensione verso l’arte e la creatività e ha dato sempre più forza al recupero del suo patrimonio immenso di arte, storia e cultura.

La restituzione dell’Ipogeo dei Cristallini al pubblico vuol dire riconsegnare alla città la possibilità di vivere un’esperienza culturale ed emotiva unica e contribuire al recupero e all’inclusione sociale ed economica del quartiere.

Fondazione Ipogeo dei Cristallini

La Fondazione Ipogeo dei Cristallini, costituita a maggio 2024 ed iscritta al R.U.N.T.S. dal 7 agosto 2024, è un ente non profit che si dedica alla sensibilizzazione, formazione e coinvolgimento della comunità per la salvaguardia del patrimonio culturale, materiale ed immateriale, del quartiere Sanità. Al centro delle sue iniziative, vi è il sostegno al restauro dell’Ipogeo dei Cristallini, testimonianza rara di pittura ed architettura ellenistica che testimonia le origini greche della città.

Casa D’Anna ai Cristallini

A pochi passi dall’Ipogeo, è possibile alloggiare a Casa D’Anna ai Cristallini, location raffinata dove l’arte regna sovrana, perfetta per vivere pienamente l’essenza del Rione Sanità, ospitata in un palazzo barocco finemente restaurato risalente ai primi anni del 1500. Oggi è gestita con passione da Alessandra Calise Martuscelli, che si impegna a preservarne il carattere autentico e intimo, garantendone un rifugio accogliente e raffinato. 

Una porta verso bellezza e fascino, un boutique hotel caratterizzato dagli interni accuratamente arredati e da una straordinaria collezione di oggetti d’antiquariato. Questa dimora storica apparteneva originariamente a Davide D’Anna e Ken McTaggart, che, con la collaborazione di Pierre Vercoustre, l’hanno trasformata nel corso degli anni in un luogo caldo, confortevole e davvero incantevole. 

Per dettagli e informazioni, www.casadanna.it

INFO

Una location univoca, un esempio di pittura funeraria ellenistica unico nel suo genere nel Rione Sanità. Per dettagli, www.ipogeodeocristallini.org e www.fondazioneipogeodeicristallini.org

Photo Alessandra Chianese

Alessandra Chianese

Alessandra Chianese

Nata e vissuta in provincia di Napoli, è da sempre appassionata di arte, di cultura, di moda e del buon cibo italiano. Giornalista, fin da piccola mostra un costante interesse per l’attualità e la politica, determinanti nella sua scelta di vita professionale. Amante delle lingue, adora viaggiare, scoprire nuovi posti e allargare i propri orizzonti. La frase che più la rispecchia è un passo scritto dal grande poeta Dante: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

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