In mostra, in occasione del Festival del Parco di Monza, Lumen Flowers, di Cesare Di Liborio, fotografo sperimentale. Inaugurata ai Musei Civici alla presenza della assessore alla Cultura Arianna Bettin, la presidentessa del festival Cristina Sello e la curatrice Loredana De Pace.
Monza, Italia.

Nei weekend dal 19 al 28 settembre, Monza ospita il Festival del Parco (con Incontri, workshop e laboratori, Spettacoli e concerti, Visite e percorsi, Junior Fest, Mostre, Il Festival va in Ville Aperte).
C’è spazio anche per la fotografia nell’edizione di quest’anno, l’ottavo da che l’associazione Novaluna ebbe l’idea di fondare un festival che valorizzasse lo straordinario patrimonio naturalistico di Monza. Da allora molte altre associazioni si sono aggiunte ad arricchire il panorama di idee e offerte culturali dell’appuntamento cittadino ormai tradizionale del mese di settembre. Con alcune incursioni in città.
Una di questa è la mostra fotografica Lumen Flowers, di Cesare Di Liborio, a cura di Loredana De Pace, presso i Musei Civici di Monza.

“Quando Loredana De Pace mi ha sottoposto questa iniziativa (che insieme a molte altre è stata vagliata con attenzione dal comitato del festival), alla visione delle immagini di Cesare è subito scattata la scintilla – spiega la assessore alla Cultura di Monza, Arianna Bettin – Ho scelto di allestire questa mostra per l’originalità della proposta, che ben calza con l’edizione di quest’anno e la missione del festival”.
Le foto di Cesare Di Liborio sono piccole opere d’arte: immagini intrise di poesia dove emerge l’anima dei fiori, l’âme, in francese, come nel titolo di una delle quattro collezioni che il fotografo di Parma porta ai Musei Civici, Les fleurs de l’âme, insieme a Icons, Lumen Flowers e SuperNatural.
“Ho iniziato a fotografare 43 anni fa, grazie a un fotografo che avevo conosciuto; lui fotografava dagli aerei – racconta Di Liborio – Mi portò per la prima volta in camera oscura, vidi che magicamente venne fuori un’immagine. Non sono più uscito dalla camera oscura”.

Di Liborio, con fantasia inesauribile, ha esplorato numerosissime tecniche e campi del reale. “A un certo punto ho cercato cosa potesse esserci oltre il limite. Ho cominciato a fare fotografia sperimentale. A 29 anni mi sono trasferito dalla città alla campagna, dopo sei mesi tragici, ho scoperto la meraviglia di trovarsi in un contesto nel quale i soggetti da fotografare erano davanti alla porta di casa. Ho sempre portato avanti un omaggio alla natura”.
Le sue “fotografie senza macchina fotografica”, sono il risultato della sovrapposizione di fiori e altri materiali sulla carta fotografica bianca, esposta alla luce.
“Mi alzavo la mattina, sceglievo un’erba, un fiore (ci sono dei fiori magnifici in natura ma poi ci sono altri fiori che nessuno guarda) e componevo l’immagine per annerimento diretto: lo lasciavo appoggiato alla carta fotografica per 4 ore al sole. Ci sono state anche delle sorprese, per esempio dei fiorellini sono rimasti attaccati alla carta”.
Alcune immagini presentano sfumature cromatiche particolari: “I materiali sono in bianco e nero; i colori vengono fuori a seconda di quanto tempo lascio l’immagine alla luce del sole e quanto il fiore è umido”.

Nella serie Icons Liborio sperimenta un’altra tecnica: “Metto il foglio in un liquido che si chiama mordançage che va a modificare l’immagine; la gelatina è molto sottile, va dove vuole lei, ma il risultato è un unicum”.
Nella serie Les fleur de l’âme, a mio avviso la più intrigante, la tecnica è: “Mettere l’immagine in una bacinella d’acqua con sopra di tutto – pellicola per alimenti, fondi di bottiglia, oggetti di recupero – muovere l’acqua, dare luce e sviluppare. Il risultato non è più un fiore normale ma un fiore che ti esce dall’anima. Ognuno vede qualcosa che gli altri non vedono…”.
E conclude: “Nella fotografia sperimentale la cosa fondamentale è avere fantasia, uscire dagli schemi. Mai imbrogliare la fantasia”.

La mostra è visitabile dal 20 al 28 settembre. Presso i Musei Civici è visitabile anche Il giardino delle delizie, di Ugo La Pietra, fino al 2 novembre (visita guidata a cura di Simona Cesana, sabato 27 settembre, alle ore 11).
Photo Elena Borravicchio. Courtesy of Studio CAOS | L. De Pace



