Al Teatro Franco Parenti, su progetto di Elena Cotugno e Giampiero Borgia, e’ andato in scena lo spettacolo: “GIACOMO (MATTEOTTI). Un intervento d’arte drammatica in ambito politico”
Milano, Italia.
“Nel centenario della morte (omicidio-mia sottolineatura-) di Giacomo Matteotti. In scena una tragedia, politica e antispettacolare, che ripropone le parole di Giacomo Matteotti nella loro nuda e terrificante verità”. Scarna la scena: gli scranni del Parlamento inclinati e incelofanati ad indicarne il disfacimento dell’idea stessa di democrazia; “avanzi di democrazia” li definisce Elena Cotugno, la voce narrante.
Una quasi lettura recitata di due interventi parlamentari di Giacomo (Matteotti) che gli costarono la perdita della vita a seguito delle torture che seguirono al suo rapimento: uno del 1921 e uno ( l’ultimo) del ‘24. Le parole suonano nella loro crudezza e sono nella loro esposizione di per sé teatro, di per sé esplicative della deriva umana, criminalmente illegale e moralmente consapevole della strada agl’inferi che si stava imboccando.
Sordo e cieco il Parlamento si presenta agli spettatori annubilatto da arroganza ed interessi: non il più alto livello del confronto ma una rudimentale macchina che appiattisce e piega alle ragioni del più forte. Come non percepire lo spettro di un futuro disastroso (per noi oggi storia per fortuna passata) dietro il “me ne frego” fascista indifferente ed annoiato da quanto la controparte espone; come non vedere nelle parole di Giacomo quell’idea di I Care che ricerca logica, onestà del confronto, consapevolezza negli atti. Ma il Teatro non è solo denuncia ed Elena Cotugno mette in scena, nel finale dell’intervento di Giacomo, anche il presente ed il futuro.
La democrazia è un orologio complicato…
Davanti alle denunce delle irregolarità e violenze con cui si erano svolte le elezioni i deputati fascisti non consentono l’esposizione di Matteotti: lo dileggiano, l’interrompono, è messa in scena il superamento delle regole e della convivenza parlamentare. E’ a questo punto che Elena Cotugno, con sapiente mimica, apre una finestra sul futuro, su cosa si può presentare negli scenari dell’intolleranza, sull’arrogarsi il monopolio del pensiero unico , sul buttare in rissa quanto non puoi sostenere. La discussione parlamentare si trasforma in rissa, aggressori ed aggrediti.
Come non vedere un richiamo all’oggi, a chi si richiama a quel “lo vuole il popolo”. Poco importa se i numeri vengono letti in maniera alterata e regna l’inganno: ci si fa forza di una menzogna e “chi vusa pu se la vaca l’è sua”. La democrazia è un orologio complicato e le regole che la determinano non sono laccioli, ma ingranaggi che ne consentono il funzionamento. La Costituzione nata dall’esperienza ed intelligenza della Resistenza ha guidato 80 di pace e progresso. L’ha fatto con alti e bassi, a volte con asprezza. Però fuori da essa, in compenso, sappiamo cosa ci aspetta.
Photo Luca Del Pia
Grazie. Pippo Biassoni
Info: Teatro Franco Parenti