Chi sono i viaggiatori creativi del Favella Creative Lab? Iniziamo da lui: Carlo Alberto Cavallo, da psicologo del Grande Fratello a nuovo Forrest Gump.
Borgo Favella, Cosenza.
Carlo Alberto Cavallo. Il nome non vi dice niente? Bè, dopo aver letto quest’intervista scommetto che seguirete con curiosità il “suo” Favella Lab. Perché lo psicologo ufficiale del Grande Fratello, che ha attraversato l’Asia da Venezia a Pechino in motorino, avventuroso, ironico e tratti tagliente di sicuro ci riserverà delle sorprese. Anche perché per Carlo Alberto, nella vita il “piano B non esiste”. E quindi, come la mettiamo?
Da psicologo del Grande Fratello a viaggiatore creativo. Come ti stai preparando a quest’avventura?
Ho sempre alternato i viaggi al Grande Fratello. Da un lato dover stare chiuso in una casa a guardare tutto il tempo altri chiusi in una Casa, dall’altro conseguentemente il desiderio di libertà. Per dirla tutta, la differenza è un’altra. Al Grande Fratello devo farmi gli affari altrui, viaggiando posso fare i miei. Meglio, no?
Hai attraversato l’Asia da Venezia a Pechino in motorino. Raccontaci un po’. Da dove è nata l’idea?
Stavo tornando a casa in motorino, a Roma non si può circolare in altro modo. Bloccato in un ingorgo ho dato un’occiata il contachilometri: 36.000 e passa. Mentalmente ho calcolato che era la distanza per andare fino a Pechino. E allora mi sono detto: perchè no? Ora giro la moto e me ne vado. Detto, concepito, organizzato, fatto. Sei mesi di viaggio, in due tranche, attraverso l’Europa orientale, la Siberia, la Mongolia e il deserto di Gobi, fino in Cina. Ma lì, dato che mi stava piacendo, anzichè tirar dritto per Pechino, me la son presa comoda e ho girato gran parte della Cina, in posti che neanche i cinesi conoscono. Una vera figata!
“Il viaggio, qualsiasi viaggio, ti aiuta a crescere. Il viaggio può essere tante cose, anche la magnifica opportunità di conoscere e smitizzare l’ignoto, le paure, le incertezze… Di sviluppare la capacità di appropriarci della normalità altrui.” L’ha detto un viaggiatore instancabile, Giò Barbieri. Viaggiare aiuta a conoscere meglio noi stessi, i nostri limiti, le nostre capacità ma anche a conoscere gli altri, la “normalità altrui”. Qual è la tua “filosofia del viaggio”?
Bah, onestamente? Questa roba del conoscere e del crescere la trovo una mezza bugia. Nel semplice senso che si conosce e si cresce ovunque, basta averne la voglia. Certo viaggiando vediamo, conosciamo, e dunque affrontiamo temi nuovi. Ma non è questo che mi spinge, non la novità! Ma il fatto che viaggiando posso costantemente scegliere cosa mi piace e cosa non mi piace, apprezzare e scartare. Dividere il mondo in due, come un’anguria: ciò che mangio e ciò che butto. Distinguere ciò che voglio vivere dal chissenefrega.
Cosa porti con te in viaggio? qual è l’oggetto che ti accompagna sempre?
Le mie figlie mi prendono in giro perchè quando viaggio, in qualsiasi posto vada, faccio stare tutto in uno zainetto. Porto dunque lo stretto necessario. L’unica cosa che ho sempre con me, sempre, è una pen-drive con tutta la mia vita dentro: scritti (molti) foto (poche) progetti (una quindicina di cartelle che si rinnovano costantemente).
La città che lasciato un segno nella tua anima, dove torneresti anche domani, oggi, subito.
I parchi dell’ovest del Canada, tipo il Jasper. Per addormentarmi, la notte, immagino di costruirci la mia casetta piccolina in Canada. In una radura, in mezzo agli alti pini. Comincio sempre dalle fondamenta, e quando arrivo alle capriate del tetto mi addormento. Dunque una casetta mai finita. E non credo la costruirò mai, ne al Jasper National Park, né altrove. Che son certo che dopo averla costruita, avrei subito bisogno di cambiare aria.
Il sottotitolo del tuo libro “Ego” è: “non esiste il piano B”. E quindi, come la mettiamo?
La mettiamo che ho chiuso tutto del passato, professione, etc etc, Grande Fratello compreso. Perchè ho incontrato chi ho cercato per tutta la vita. Storia complessa, tutt’altro che realizzata. Ma questo è il mio piano A. All in.
Hai vissuto il Grande Fratello da dietro le quinte, ora al Favella Lab sarai uno dei protagonisti. Cosa ti aspetti da questa avventura?
Rischio di diventare uno di quei viaggiatori pallosi che vivono e raccontano solitari. Neanche i nipotini si divertirebbero, figuriamoci gli adulti! Dunque al Favella Lab cerco soci di viaggio, soci di vita, compagni di gioco, di ascolto e di risate, che di guardare indietro non ci interessa. Noi che abbiamo tutti il pepe al culo e vogliamo trovar modi in cui la compagnia si allarghi! Noi Forrest Gump.
Mi viene in mente una frase di Carl Gustav Carus, scienziato, psicologo, naturalista e (forse) viaggiatore: “Se si potesse insegnare la geografia al piccione viaggiatore, il suo volo incosciente, che va dritto alla meta, diventerebbe d’un tratto impossibile”.
To be continued…con i prossimi protagonisti del Favella Lab.
Anna C. Alemanno
anna@agendaviaggi.com
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