Se vi piace viaggiare in luoghi fuori dal comune, magari dispersi tra pianure aride e montagne rocciose, dove città e strade semi deserte si confondono tra paesaggi incontaminati, in cui antichi retaggi sovietici influenzano ancora le tradizioni e la cultura locale, il Turkmenistan è una tappa che non può mancare.

Ashgabat, Turkmenistan.
IL TURKMENISTAN E’ UN LUOGO ‘SENZA TEMPO’ DOVE DAI PICCOLI VILLAGGI DISPERSI NEL DESERTO SI PERCORRONO LE VIE CHE UN TEMPO FURONO SETACCIATE DAGLI ANTICHI MERCANTI, FINO AD ARRIVARE AI GRANDI E LUSSUOSI PALAZZI DELLA CAPITALE ASHGABAT, CHE SIGINIFICA “CITTA’ DELL’AMORE”.
Ashgabat è anche conosciuta dagli espatriati come ‘White City’, ovvero una città che si caratterizza per avere una tonalità sempre chiara, in ogni suo dettaglio. Infatti è possibile notare come tutti gli edifici e le macchine sono bianchi e, se visitata durante l’inverno, anche le montagne circostanti che segnano il confine naturale con l’Iran vengono ricoperte dalla neve creando magia in quell’unicità di sfumature candide, dove l’intera città viene avvolta da un paesaggio suggestivo, un pò malinconico e a tratti surreale.
UNA CITTÀ INCONSUETA, UN LUOGO ‘DIMENTICATO’
Il Turkmenistan è un paese poco conosciuto e frequentato dai turisti e forse questo lo rende una piccola perla nel cuore dell’Asia, una destinazione perfetta per chi vuole perdersi in un territorio dove ogni cosa scorre a un ritmo lento e naturale, in cui l’atmosfera spettrale e glaciale contrasta con i colori caldi e vivi degli abiti indossati dal popolo turkmeno.
Ashgabat è caratterizzata per le sue forme geometriche scolpite alla perfezione in ogni loro angolatura, per gli spazi puntuali e precisi tra un lampione e l’altro, tra un edificio e quello successivo, tutti identici tra loro tranne che per i dipinti delle pareti che richiamano le tradizioni e usi locali. La capitale è dotata di spazi immensi sempre vuoti perché il numero di abitanti è irrisorio rispetto alla reale capienza urbana della città. La sera nelle piazze le immagini del Presidente si illuminano, mentre le finestre dei palazzi si tingono di una manciata di luci in quanto gli altri appartamenti sono disabitati.
La maggior parte degli abitanti vive fuori dal centro in quartieri popolari, mentre altri appena fuori la città, ma che hanno il ‘permesso’ di entrare, vivono in capanne rudimentali.
I BAZAR, LUOGO D’INCONTRO CON IL POPOLO LOCALE
I turkmeni e la minoranza russa sono persone riservate e introverse, la maggior parte di loro non parla inglese. Tuttavia non mancano mai di sorridere agli stranieri di passaggio e di offrire la loro squisita frutta secca. Una tappa nel loro bazar o mercati non può mancare: è possibile vedere in diretta la vendita di animali quali cammelli, agnelli e capre, destinate al consumo domestico di una famiglia, così come si può assaggiare il loro tipico pane tondo e sottile chiamato ‘churek’, acquistare la frutta e la verdura fresche.
I bazar rappresentano un momento di scambio, non solo di merci, ma di parole e sorrisi. E’ uno di quei momenti in cui le signore al banco cercano un confronto, un’apertura, spogliate dalle loro inibizioni e paure, dicono qualche parola per sapere chi sei, da dove vieni.
A Tolkucka, il bazar più grande di Ashgabat e tra i più grandi di tutta l’Asia Centrale, è possibile acquistare stoffe e tessuti pregiati venduti a un prezzo modico rispetto agli standard occidentali, nonché acquistare borse e tappeti ricamati con la straordinaria bellezza della geometria dei disegni e dei colori tipici delle diverse etnie turkmene.
Il Turkmenistan è conosciuto per i suoi manufatti tessili, alcuni dei quali si possono considerare delle vere e proprie opere d’arte: nel museo dei tappeti di Ashgabat infatti, tra l’incantevole raccolta di tappeti persiani che custodisce, si può ammirare il tappeto più grande del mondo fatto a mano, realizzato in occasione della celebrazione dei dieci anni d’indipendenza del paese dall’Unione Sovietica.
STORIA CONTEMPORANEA E REGIME POLITICO
Questo angolo di terra asiatico ha una lunga storia che, oltre a raccontare le tradizioni e le usanze di un popolo nomade dedito al commercio lungo la via della seta, parla, attraverso alcuni monumenti, di altri periodi storici che hanno lasciato una memoria profonda, come quello del regime imposto dall’Unione sovietica.
Nel cuore di Ashgabat ad esempio si può ammirare la statua di bronzo di Lenin quale simbolo dell’ideologia comunista che ha segnato nel profondo la memoria del popolo locale.
La forma di governo vigente continua a ruotare attorno alla figura del presidente che assume un ruolo cruciale nell’indirizzo politico del paese.
Il Presidente Gurbanguly Berdymuhamedov durante la sua carica scrisse un libro, il c.d. Ruhnama, diventato simbolo del paese; si tratta di una selezione di poesie e racconti del popolo turkmeno con l’obiettivo di divenire una raccolta di principi da cui il popolo locale dovrebbe ispirarsi per garantire, attraverso le sue azioni individuali, benessere e armonia all’interno della società.
Questo è, in pillole, il Turkmenistan. Un paese semplice e allo stesso tempo complesso, da cui è possibile avere accesso a mondi nuovi, sconosciuti, come se ci fosse una macchina del tempo, che meritano di essere visti, raccontati, vissuti. Un luogo disperso nel cuore dell’Asia che vale la pena esplorare in ogni sua bellezza e in tutti i suoi contrasti.
Foto Valentina Esposito