
Ritorno a Cracovia, fra storia e leggenda

Foto piccola in alto: vetrate istoriate interne alla Basilica di Santa Maria
UNA CITTÀ DALL’ATMOSFERA MITICA, QUASI FIABESCA. SARÀ FORSE PERCHÉ LA LEGGENDA NARRA CHE SIA STATA FONDATA DOPO L’UCCISIONE DI UN DRAGO. UNA CITTÀ CHE RACCONTA LA SUA STORIA MOSTRANDO UN VOLTO INASPETTATAMENTE GIOVANILE, ALL’AVANGUARDIA, VITALE, DOVE A PRESCINDERE DALLA STAGIONE DELL’ANNO E DAL DIFFICILE MOMENTO STORICO CHE STIAMO VIVENDO, NESSUNO SEMBRA ANNOIARSI.
La Torre dei Ladri Scultura di sale nella Miniera di Wieliczka La Basilica di Santa Maria
Cracovia, Polonia.
Uno sguardo alla città
Cracovia, quel luogo che più di tutti in Polonia deve alle qualità storiche ed artistiche il suo successo turistico, senza tuttavia dare l’impressione di essere solamente una città d’arte. Divenuta nel tempo una città di studenti, inscrivendo il suo polo universitario fra i più importanti dell’est Europa, ha continuato e continua a proteggere il suo ruolo di vera capitale della cultura polacca, pur avendo perso quello di capitale ufficiale in favore di Varsavia. Una continua ambivalenza, culturale e spirituale, se pensiamo al ruolo che Karol Wojtyla ha ricoperto in città. Impossibile elencare tutti i motivi che la rendono la mèta giusta per un tour post-Covid: Cracovia è in grado di far battere il cuore di un visitatore in mille modi, poiché ricca di storia, arte, cultura, tutti elementi ben visibili ma soprattutto vicini fra loro e raggiungibili con poco dispendio di energie. Nulla le impedirà di tornare presto ad essere un polo attrattivo per i viaggiatori di tutto il mondo, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie. La cosa davvero sorprendente di questo luogo è la sua versatilità. Già dopo pochi passi in città, si comprende inaspettatamente come essa sia in grado di soddisfare qualsiasi esigenza: dagli scorci romantici che incantano le coppie d’innamorati, all’atmosfera serena che accoglie viaggiatori d’affari e single, fino al comfort di un’organizzazione urbana che rende fruibile la destinazione da qualunque tipo di viaggiatore, qualsiasi sia la sua finalità . Insomma, una città vivibile, che prova a farsi largo nell’immaginario collettivo cercando di svecchiarne la figura, ancora troppo legata alla sfera religiosa. I profumi delle vie e le camminate a passo elegante degli abitanti restituiscono un’immagine sincera, di vita quotidiana, di una Cracovia che sembra aver superato con spirito d’iniziativa ed armonia la tumultuosa storia (a tratti tragica) che l’ha attraversata.

Diamo inizio all’itinerario!
Al mattino presto si comincia dalla Città Vecchia, quando la città si risveglia e i rumori percepiti sulla Rynek Glowny, la piazza quadrata medievale più grande d’Europa, saranno quelli del tintinnio delle tazzine nei bar e degli addetti all’accurata pulizia stradale. Arrivando dalla Westerplatte, che la collega alla stazione centrale “Krakow Glowny”, ci si trova inevitabilmente nella Piazza centrale, la cui imponenza medievale costeggiata da edifici neoclassici quasi intimorisce al primo sguardo. Colorata al mattino ed inebriante la sera, al centro della piazza si erge la Basilica di Santa Maria, particolare per i suoi rossastri esterni sormontati ed incorniciati da due torri, ma anche ed innanzitutto per i raffinati interni costellati da vetrate istoriate, pregevoli testimoni di un cammino storico che spazia dal Trecento al Settecento. Impossibile non imbattersi, inoltre, nel Fondaco dei Tessuti che domina la Rynek Glowny, antico perno del commercio di Cracovia, oggi luogo gremito di banchi per la vendita di prodotti tipici e sede, al piano superiore, della Pinacoteca Polacca. A sud-ovest del Fondaco domina la Torre del Municipio, unica superstite dell’antico edificio.
Dall’anima di Kazimierz alla sontuosita’ del Wawel

Dopo un veloce ma senza dubbio interessato sguardo al Museo della Farmacia, alla piccola Basilica di San Francesco, alla Porta Floriana ed al Barbacane, antico bastione circolare, ne consegue una sbirciatina a Kazimierz, antico quartiere ebraico. Negli ultimi anni ha riscoperto l’anima ebraica che la deportazione nazista aveva spazzato via. Oltre alle numerose sinagoghe, il cuore pulsante sembra essere l’ampia ulica Szeroka.
La tappa obbligata per ogni visitatore resta però la Collina del Wawel: un’area dove si affollano differenti elementi architettonici e dove ci si sente davvero parte della più recondita storia polacca. Il maestoso Castello contiene, tra le tante, alcune sezioni imperdibili, entusiasmanti per la loro magnificenza: le Camere di Stato, gli Appartamenti Reali, l’Armeria Reale e il Lost Wawel. Accanto al Castello, lo sguardo resta quasi meravigliato ed incredulo davanti alla difformità di stile dell’imponente Cattedrale del Wawel, con le sue numerose cappelle disuguali ma combinate fra loro come in un puzzle. Un edificio gotico che suscita decisamente stupore, costruito fra i secoli XI e XIV, dedicata a San Stanislao e San Vacenslao. Per chiudere il cerchio, poi, Cracovia riporta i visitatori alla sua origine: scendendo dalla collina, la stravagante Grotta del Drago, che la leggenda narra vivesse nella grotta alle pendici della collina, con statua sputa fuoco annessa. La grotta, in tempi antichi, ospitò in realtà un bordello, ma questo non fa desistere i visitatori (specialmente i più piccoli) dall’investire ogni giorno la statua di un’aura mistica e fantasiosa. La statua del drago si trova proprio a pochi metri dalla grotta, ai piedi delle mura, amata dai più piccoli poiché simbolo della famosa leggenda. Nelle vicinanze dell’ingresso della Grotta del Drago, sulla destra, si trova la Torre dei Ladri; da quell’angolazione si apre davanti ai nostri occhi il paesaggio del Wawel in tutta la sua bellezza.
Viaggio Nel Sottosuolo

della Miniera di Wieliczka
Un interessante motivo di richiamo, diventato uno dei luoghi simbolo del Paese nonché una delle attrazioni più apprezzate in Europa, è la Miniera di sale di Wieliczka: a soli 14 km dal centro, si estende lungo 300 km di gallerie sotterranee ed è visitabile con un percorso guidato, il quale conduce lungo un misterioso e suggestivo mondo scavato nel sale, composto di camere, sculture, cappelle…tutto rigorosamente fabbricato in sale. Sono state aperte nel XIII secolo ed hanno svolto una funzione indispensabile nel sistema economico e produttivo della Polonia, mantenendo un ruolo sostanziale per centinaia di anni, durante i quali i minatori hanno dato vera e propria “vita” agli oscuri ed angosciosi cunicoli. Camminando a fatica lungo le strettoie, assorti nei racconti di una vita per noi difficile anche solo da immaginare, ci si ritrova a discendere in un vero e proprio museo, interamente composto di sale. Il lavoro dei minatori era, come si può immaginare, molto pericoloso, non c’erano garanzie di sopravvivenza e chi lo intraprendeva era destinato a trascorrere sottoterra la maggior parte della propria vita. Per questo, i minatori stessi hanno dedicato la loro attenzione agli ambienti sotterranei, nel tentativo di renderli accoglienti, di avvicinarli a Dio o di rappresentare più degnamente le loro esistenze: i grandi blocchi di sale assumono così la forma di busti, lampadari ed altari, qua e là sorgono cappelle in cui rivolgere una preghiera. Ci si ritrova così, senza neanche rendersene conto, a camminare tra affascinanti sculture, personaggi ricreati come arricchimento evocativo, cunicoli sotterranei e complementi d’arredo fabbricati in sale. Risalendo in superficie e tornando alla luce, è impossibile non avvertire addosso la sensazione di aver appena terminato un viaggio in un’epoca passata, rimasta però “cristallizzata” per l’eternità.

E per gli amanti della buona tavola…
Cracovia è una città che non ha bisogno di grandi pianificazioni, è un cuore pulsante ed ospitale che stimola i visitatori a percorrerla e visitarla seguendo il proprio istinto ed in maniera indipendente e personalizzata. Anche perché, a fine giornata la cucina tradizionale polacca è una vera e propria ricarica: sostanziosa ma dai sapori morbidi. Si può iniziare con una tipica Żurek: zuppa semiacida con patate, salsicce, alloro, maggiorana e uovo sodo, solitamente servita all’interno di una ciotola di pane. Immancabile è la carne di anatra, cucinata agli agrumi, come pure una finale Sernik, delicata torta al formaggio, uno dei tanti dolci dalla parvenza quasi austriaca.
Lasciatevi deliziare dalle sorprese della cucina polacca, calda e accogliente proprio come questo popolo!
Foto di Michela Ludovici