Fino al 29 giugno Milano delinea luci e ombre dello splendido decennio a cavallo tra le due guerre mondiali e invita a scoprire lo stile Déco attraverso tour guidati tra le architetture della città e a Palazzo Reale, sede della mostra “Art Déco il trionfo della modernità”.
Milano, Italia.
“Invochiamo il dono di un po’ di bellezza per addolcire, per arricchire, per nobilitare l’aspra vita quotidiana con il sorriso del divino, del solo indispensabile superfluo.”
Era il 1925 quando Margherita Sarfatti scrisse il pensiero che apre le porte della mostra “Art Déco. Il trionfo della modernità” ai visitatori, in scena a Palazzo Reale fino al 29 giugno 2025 e alla riflessione storica attorno agli anni tra le due guerre mondiali.
Una data che, un secolo dopo, segna il Centenario dalla nascita di quella raffinata sintesi tra alto artigianato, arte, produzione industriale, competenze tecniche e creatività sancito dall’Esposizione Universale di Parigi del 1925 e consegnato alla storia come stile Art Déco.
La partecipazione degli esponenti delle arti decorative italiane all’Expo francese fu di altissima rilevanza e venne premiata con i Grand Prix agli artisti-artigiani-designer che connotano il Dna del Made in Italy del tempo: Gio Ponti per le ceramiche, Galileo Chini e Vittorio Zecchin per i vetri soffiati trasparenti, lo scultore Adolfo Wildt e Renato Brozzi per gli argenti.

La mostra “Art Déco. Il trionfo della modernità” a Palazzo Reale
La mostra, curata da Valerio Terraroli e promossa da Comune di Milano, Palazzo Reale e 24Ore Cultura, colleziona una ricca raccolta di 250 opere provenienti dai maggiori musei italiani e collezioni private, per delineare l’ampio ventaglio delle arti che adornavano la vita sfavillante e contrastante del ventennio, quando la leggerezza dell’Art Nouveau si sporca di avanguardismo e si impregna di una passionale smania di vivere.
Suggestivo l’allestimento multimediale della mostra, ottenuto attraverso disegni, manifesti pubblicitari, immagini d’epoca e filmati che animano il contesto in cui sono collocate le opere. Risaltano sullo sfondo a tinte verdi e blu delle pareti i colori intensi dei quadri, la lucidità degli smalti e degli ori delle maioliche, la plasticità delle sculture e dei manufatti, le trasparenze dei pezzi in vetro soffiato, gli elaborati intarsi del mobilio e lo scintillio delle creazioni di alta oreficeria e dei ricami preziosi degli abiti sartoriali d’epoca.

Gli Anni Venti tra tumulti e passioni verso il futuro
Camminando nella linea del tempo di genesi, sviluppo e rapida fine dell’Art Déco,si comprende come questo stile pervada tutti i tratti della società europea: i luoghi – dagli hotel, teatri e cinema ai mezzi pubblici, fabbriche, salotti borghesi, caffè e sale da tè – i modi di vivere, sospesi tra carpe diem e industrializzazione, la moda, l’architettura pubblica e privata, il progresso tecnologico e il proto-design.
Lo scenario emotivo è connotato dall’incertezza, dalle tensioni economiche e sociali che caratterizzano questo decennio in bilico tra la fine della prima guerra e il sospetto di un imminente secondo conflitto mondiale.
Il senso di un vitale rinnovamento, in corsa verso il futuro e ignorante del pavimento di cristallo incrinato dal tumulto delle inquietudini politiche, è espresso dalla costante e possente presenza di Gio Ponti, a Milano come nella mostra.
Grazie al partenariato con la Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della manifattura di Doccia, presso la quale il giovane architetto interpreta il ruolo di direttore artistico per il decennio 1923-1933, rifulgono ben venti opere di Ponti e collaboratori come Tomaso Buzzi, tra le quali vasi, cisti e piatti ornamentali delle collezioni “La passeggiata archeologica”, “le mie donne”, il possente orcio in maiolica smaltata “La casa degli efebi operosi e neghittosi”, pezzo unico e opera di punta della manifattura esposto a Parigi nel 1925, fino al monumentale “Centrotavola per le ambasciate d’Italia”, composto da 47 elementi in porcellana e oro e la personificazione dell’Italia attorniata dagli elementi simbolici della geografia del nostro paese.

La Milano Déco di Gio Ponti dialoga con il presente
“In un periodo segnato da fragilità e contraddizioni, l’Art Déco emerge come espressione di una ricerca universale di armonia e raffinatezza, capace di trascendere confini geografici e discipline artistiche. Questo progetto ci invita a riflettere sulla forza dell’arte come linguaggio comune e sulla capacità del passato di dialogare con il presente, offrendoci nuove chiavi di lettura per comprendere la nostra identità culturale” dichiara l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi.
Il clima sospeso e le atmosfere affascinanti nelle capitali del lusso e del progresso, vulcani di creazioni d’avanguardia ma erose dalla fragilità dell’esistenza, aleggiano tra le linee degli edifici pubblici e privati milanesi degli anni Venti e Trenta, nelle prime reti autostradali, nell’alta velocità di treni e tram, nei grattacieli e nelle architetture futuristiche che mutano il panorama urbano.
La prima casa progettata dall’architetto per la propria famiglia nel 1924, Casa Ponti in via Randaccio, in zona Pagano, si inserisce nell’alveo culturale del ritorno alla misura umanista di Giovanni Muzio. Gli elementi neoclassici in facciata rivelano però l’ironia decorativa di Ponti, frutto anche del lavoro svolto per Ginori, che fa sorridere di fronte ai soggetti classici trattati nei pezzi esposti in mostra a Palazzo Reale.
Elementi geometrici, colonne, urne marmoree di suggestione romana, egiziana e prefuturista ornano la facciata di casa Borletti in via San Vittore del 1928, tanto quanto gli sfondi delle porcellane “la conversazione classica” e “le mie donne” della mostra.

I luoghi pubblici milanesi in stile Déco
Il rapido progresso tecnologico, l’elettricità e i piani industriali sono il motore di una poliedrica forza che rigenera gli spazi cittadini dalle ceneri dei conflitti, ne trasforma i connotati, divarica la forbice con la campagna rurale e instrada la società sulla via del consumismo.
Una generazione di artisti, artigiani e architetti fa nascere il design italiano, in simbiosi con la committenza, una borghesia ingorda di eccesso, velocità e desiderio di stupire, ma, forse, volutamente inconsapevole della propria fragilità.
Milano sta al passo con gli stili di vita del futuro e il sogno europeo comune alle altre capitali. Sorgono i luoghi della dinamica socializzazione urbana dello shopping prêt-à-porter, i grandi magazzini come La Rinascente, spazi di stile illuminati dove reperire comodamente merci da ogni angolo del Mondo, e le fiere d’arte come le Biennali Internazionali di arti decorative moderne, allestite negli anni 1923, 1925, 1927 e 1930 nella villa Reale di Monza, che sboccano nella costituzione della Triennale nel 1933.

Il Padiglione Reale della Stazione Centrale di Milano
Emblematico testimone del panorama pubblico Déco è la Stazione Centrale: a complemento della mostra, Palazzo Reale ospita nella Sala della Lanterna il progetto espositivo “Il Padiglione Reale della stazione Centrale di Milano. Un capolavoro Art Déco” in collaborazione con la Fondazione FS Italiane.
Un’ampia selezione di fotografie, documenti, disegni e arredi conservati negli Archivi della Fondazione, nell’Archivio di Rete Ferroviaria Italiana e nel Civico Archivio Fotografico del Comune di Milano, racconta la storia del Padiglione Reale fin dalla sua costruzione negli anni Trenta.
Concepito come estensione simbolica e funzionale di Palazzo Reale dall’architetto Ulisse Stacchini, il Padiglione reale era la sala d’attesa del re e della sua famiglia. Appendice architettonica all’estremità destra della stazione, venne inaugurato nel 1931 e consta di due piani con sale decorate in stile Déco.
La Sala delle armi al piano terra e la Sala reale, che si affaccia sul binario 21, assegnato al treno reale, venivano utilizzate come salotto di rappresentanza della Casa regnante.
Convertito in Sala presidenziale dopo il referendum del 1946, venne scelto come sede di eventi e mostre e oggi è gestito dalla Fondazione FS Italiane con la missione di valorizzarlo e renderlo fruibile in qualità di museo e polo culturale al termine del restauro filologico. In mostra è disponibile il volume di Dario Cimorelli editore dedicato alla storia del Padiglione e al suo indissolubile legame con Palazzo Reale.

I Percorsi Art Déco tra le vie di Milano
Sono varie le iniziative turistiche dedicate alla conoscenza dell’Art Déco in città, in programma da marzo a giugno 2025.
Il 23 marzo e il 27 aprile, Palazzo Reale, 24 ORE Cultura e Fondazione FSorganizzano due giornategratuitealla scoperta della Milano più elegante e nascosta.
Si parte dalla speciale apertura del Padiglione Reale e si prosegue con un tour urbano tra i palazzi, le piazze, le vie e i dettagli architettonici che svelano i racconti del decennio tra le loro linee Déco, in una passeggiata museale a cielo aperto.
I due turni partono alla mattina alle ore 10 e al pomeriggio alle ore 14; la partecipazione è gratuita previa prenotazione al call center 02 54912 oppure online al sito ticket24ore.it.

Art Déco Walk: Un Itinerario tra Bellezza e Design nel Cuore di Milano
Domenica 6 aprile e 18 maggio alle ore 14 prende avvio Art Déco Walk, il percorso a piedi di due ore tra i palazzi storici che mostrano ancora il loro puro volto déco. Si parte dall’Hotel Principe di Savoia, si visitano la Ca’ Brutta di Giovanni Muzio e altri capolavori dell’epoca, fino ai giardini della GAM. Si cammina tra le eleganti residenze di Portaluppi, Casa Sola Busca per concludere il tour al Camparino in Galleria, glamour d’epoca nel cuore di Milano.
Costo: 20 euro per adulto, prenotazioni all’Infoline 02 54912

Milano Art Déco e Simbolismo: Un Viaggio nel Cimitero Monumentale
Tra le silenziose architetture del Cimitero Monumentale l’Art Déco incontra il Simbolismo. Si osservano il Monumento Bistoletti di Adolfo Wildt e il Monumento Pozzani di Armando Violi, esempi di scultura funeraria dell’epoca. Il Monumento Cusini e il Monumento Apostolo fondono arte e spiritualità, il Monumento Orsi Raschi di Andrea Scuratti racconta la sua visione del femminile nell’arte funeraria e i capolavori di Castiglioni e Violi conducono alla conclusione del viaggio tra memoria e bellezza dinnanzi al commovente Monumento Eberhard nel settore acattolico.
Domenica 16 marzo, 20 aprile e 15 giugno alle ore 14, due ore, 20 per adulto.
Per prenotazioni, call center 02 54912 o consultando il sito ticket24ore.it.
Al di là delle porte di Palazzo Reale vive ancora la città di Gio Ponti, tracciata da architetture immortali, contemporanee al loro tempo, e riferimenti visivi tuttora identitari nella cultura di oggi: il palpito di un’epoca che ha divorato la vita con bocconi di arte, passione, tecnica ed eleganza nel groviglio della bellezza.
Per ulteriori informazioni:
La mostra Art Déco a Palazzo reale
I tour guidati dedicati a Milano Déco
Photo dall’alto: Matide De Poli. Carlotta Coppo (2). Matilde De Poli (6).