L’installazione di Fabrizio Ferri denuncia con l’arte l’inquinamento da plastica.
Milano, Italia.
Con l’opera BREATHTAKING, un urlo ammutolito dalla plastica dal forte impatto emotivo, il fotografo internazionale Fabrizio Ferri denuncia l’effetto devastante dei rifiuti plastici negli ambienti acquatici. In prima assoluta mondiale, l’installazione è allestita dal 2 al 27 aprile nell’ala sinistra al piano terra del Museo di Storia Naturale di Milano.
Il problema delle micro plastiche non è ancora preso in sufficiente considerazione dalla società perché invisibili all’occhio umano e, quindi, impercettibili. Eppure, sono proprio le micro e nano particelle plastiche ad essere assorbite dalle piante, penetrare nelle catene trofiche e raggiungere l’uomo attraverso alimenti, acqua e ambiente.

La mostra Breathtaking
Si stagliano con monumentale drammaticità dal buio profondo della sala, che richiama gli abissi, le dodici grandi fotografie digitalizzate che ritraggono attori e personaggi pubblici privati del respiro.
I volti espressivi, spogliati dall’aura dello star system, di Susan Sarandon, Helena Christensen, Misty Copeland, Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg, Gala Gonzalez, Julianne Moore, Bridget Moynahan, Carolyn Murphy, Isabella Rossellini e Naomi Watts sono trasfigurati da una gabbia di teli, sacchetti, cannucce, reti e imballaggi in polistirolo.
L’allestimento riproduce la vulnerabilità degli ecosistemi marini con le cuffie realizzate per l’occasione da Marina Abramovich, che ottundono i sensi e sigillano l’udito in un silenzio acquatico assordante. La sensazione complessiva evoca quella dell’affogamento, da qui breathtaking. La stessa che provano troppe specie animali e vegetali a causa dell’inquinamento.
Il monito che arriva diretto come un pugno in faccia è chiaro: se non si pone riparo, anche l’uomo morrà. Il memento mori è ben visibile, al centro della sala: una bara di vetro colma di acqua di mare attorniata da chiodi di ferro grezzo che bucano le pareti.

Siamo tutti complici e vittime del problema
I dodici ritratti senza ossigeno di Ferri gridano ai visitatori l’urgenza di trovare soluzioni scientifiche, economiche e sociali a un problema che travalica le generazioni e le coordinate geografiche. Tutti ne siamo complici e vittime. Quest’opera potente ci costringe a fissare lo sguardo senza voltare la testa dinnanzi ai problemi del mondo.
Il gruppo di ricerca del Prof Pier Sandro Cocconcelli, Preside della Facoltà di scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università Cattolica di Milano, indaga sulle microplastiche negli oceani in un momento in cui la considerazione mondiale sul problema è alta. La partnership con Fabrizio Ferri avviata nel 2023 supporta il messaggio culturale dell’installazione con tre studi scientifici.
Se la tendenza attuale proseguirà, la produzione mondiale di plastiche raggiungerà 1,2 miliardi di tonnellate nel 2060. Nonostante la crescita del riciclo, il tallone d’Achille resta la non gestione o la gestione impropria delle materie plastiche di rifiuto, ben 23 milioni di tonnellate disperse nell’ambiente.

L’arte al servizio della salvaguardia ambientale
L’uomo ha il diritto di vivere in un ambiente salutare e “non può permettersi il lusso di arrendersi” dichiara Susan Sarandon, attrice, attivista e prima vip ad aver accolto l’invito di Ferri.
Ma la riuscita è determinata dal comportamento della società civile e questo è legato alle buone pratiche messe in atto ogni giorno. Le opere come Breathtaking sono veicoli efficaci per trasmettere il messaggio della salvaguardia ambientale alle nuove generazioni.
“Tutte le persone coinvolte e ritratte in questo lavoro si sono concesse con fiducia alla macchina fotografica di Fabrizio. Sono venute in studio una volta sposata la causa senza neanche pretendere di sapere cosa avrebbero fatto. Si sono presentate, hanno scelto gli oggetti raccolti per strada nei viaggi e hanno posato come comuni cittadini” osserva Geraldina Polverelli Ferri, ceo di Industria NYC e moglie di Fabrizio Ferri.
L’opera sa parlare al pubblico, perché i ritratti sono autentici, nonostante l’epoca di mercificazione mediatica, dove i più cercano di apparire come vorrebbero essere.
“Dobbiamo essere partecipi del cambiamento, che occorre ora. Se il mare se ne va, ce ne andremo anche noi. Le nostre vite sono collegate alla produzione delle plastiche: un dilemma difficile, da affrontare prima che ci travolga. Dobbiamo chiedere un cambiamento per evitare di finire nella bara esposta in questo museo. Ho voluto fare la mia parte in questa mostra” afferma Susan Sarandon.

Fabrizio Ferri e Susan Sarandon
I temi sociali al centro di Art Week 2025 nei musei milanesi
Promosso dal Comune di Milano-Cultura, prodotto da Nobile Agency e dal Museo di Storia Naturale in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e realizzato grazie a Euromobiliare Credem, BREATHTAKING porta questa importante riflessione sull’umanità e il pianeta nella settimana dell’arte con insolita forza.
La location non è casuale, dato che gli spazi del Museo di Storia Naturale sono dedicati alla genesi della specie umana. “Questa edizione di Art Week è imperniata sui temi sociali e i principali musei della città aprono i loro saloni alla crescita della coscienza di generazioni di milanesi” conclude Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.
Info: www.museodistorianaturalemilano.it
Photo courtesy of Zebaki Ufficio Stampa