Sopra, Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina.
Stato di Amazonas, Brasile, 2014.
Foto piccola in alto, Yara Ashaninka, territorio indigeno di Kampa do Rio Amonea, Stato di Acre,
Brasile, 2016.
LA MOSTRA AMAZÔNIA DI SEBASTIÃO SALGADO, IN SCENA ALLA FABBRICA DEL VAPORE, PRESENTA 200 FOTOGRAFIE DEL NOTO ARTISTA, CHE RUOTANO ATTORNO A DUE TEMI: LE FOTOGRAFIE DI AMBIENTAZIONE PAESAGGISTICA E LE FOTOGRAFIE DELLE POPOLAZIONI INDIGENE.
Indiana Yawanawá. Stato di Acre, Brasile, 2016.
Milano, Italia.
La mostra Amazônia di Sebastião Salgado è promossa e prodotta dal Comune di Milano/Cultura, da Fabbrica del Vapore e Contrasto in collaborazione con Civita Mostre e Musei e General Service Security. Zurich è il global partner dell’intero tour internazionale della mostra Amazônia.
Con oltre 200 fotografie portate in scena, l’esposizione si sviluppa attorno a due temi: le fotografie di ambientazione paesaggistica e le fotografie delle popolazioni indigene.
Le fotografie paesaggistiche di Salgado
Proiettandosi ad esplorare l’universo proposto da Salgado, vengono presentate diverse tematiche.
Vedute aeree della foresta. La mostra offre ai visitatori un’ampia panoramica di immense cascate e cieli tempestosi.
Fiumi volanti. La foresta amazzonica è l’unico luogo al mondo in cui il sistema di umidità dell’aria non dipende dall’evaporazione dagli oceani: ogni albero disperde centinaia di litri d’acqua al giorno, creando fiumi aerei anche più grandi del Rio delle Amazzoni.
Piogge torrenziali, nuvole, catturate drammaticamente, offrono uno spettacolo sempre diverso.
Montagne. Il Brasile vanta anche catene montuose, con cime avvolte nella nebbia e pendii inferiori ricoperti dalla foresta pluviale.
La foresta. Un tempo chiamata “inferno verde”, oggi è considerata un tesoro naturale unico.
Anavilhanas. Isole nella Corrente, è un arcipelago che conta tra le 350 e le 450 isole di ogni forma immaginabile che emergono dalle acque scure del Rio Negro.
Le fotografie dedicate alle popolazioni indigene
Al centro della mostra gli ospiti trovano tre alloggiamenti che rappresentano le case indigene chiamate “ocas”. Insieme, questi spazi espongono 100 fotografie delle popolazioni dell’Amazzonia, insieme a interviste video dei leader indigeni. Questa parte è dedicata a 12 gruppi indigeni che Salgado ha immortalato nei suoi numerosi viaggi: Awa-Guajá, Marubo, Korubo, Waurá, Kamayurá, Kuikuro, Suruwahá, Asháninka, Yawanawá, Yanomami, Macuxi and Zo’é.
La visita è accompagnata da una traccia audio immersiva commissionata appositamente per l’allestimento della mostra Amazônia da Jean-Michel Jarre che fa rivivere i suoni della foresta pluviale. Con una vera e propria sinfonia del mondo composta dai suoni concreti della foresta – il fruscio degli alberi, i pianti degli animali, il canto degli uccelli o lo scroscio delle acque che sgorgano dalla cima delle montagne, la mostra restituisce anche la voce e i canti degli indigeni, tutti provenienti dagli archivi sonori del Museo di Etnografia di Ginevra.
Sono parte integrante dell’esposizione due sale di proiezione: in una è mostrato il paesaggio boschivo, le cui immagini scorrono accompagnate dal suono del poema sinfonico Erosão, opera del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos (1887-1959); nell’altra sono esposti alcuni ritratti di donne e uomini indigeni con in sottofondo una musica composta appositamente dal musicista brasiliano Rodolfo Stroeter.
Il mondo di Salgado: una mostra attenta al tema ambientale
Nelle parole di Sebastião Salgado: “Questa mostra vuole ricreare l’ambiente della foresta amazzonica, che ho vissuto, documentato e fotografato per sette anni, dando la possibilità al visitatore di immedesimarsi e immergersi sia nella sua vegetazione rigogliosa sia nella quotidianità delle popolazioni native. Sono particolarmente felice di tornare con Amazônia ad esporre a Milano, la città che ha dato sempre molto spazio al mio lavoro, offrendo ai cittadini l’occasione di vedere le immagini che sono una testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, che rischia di scomparire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela”.
Giovane donna Ashaninka. Stato di Acre, Brasile, 2016.
Sebastião Salgado: biografia
Sebastião Salgado è un fotografo brasiliano nato nel 1944 a Minas Gerais, Brasile. Ha iniziato la sua carriera a Parigi nel 1973, lavorando come fotografo professionista con agenzie fotografiche fino al 1994, quando insieme a Lélia Wanick Salgado ha fondato Amazonas images, un’agenzia dedicata esclusivamente ai suoi lavori. Oggi questa agenzia è stata sostituita dallo Studio Sebastião Salgado.
Salgado ha viaggiato in oltre 100 paesi per realizzare i suoi progetti fotografici, che sono stati pubblicati in numerose riviste e libri come Other Americas, 1986; Sahel: l’homme en détresse, 1986; Sahel: el fin del camino, 1988; An Uncertain Grace, 1990; Workers, 1993; Terra, 1997; Migrations and Portraits, 2000; Africa, 2007; Genesis, 2013; The Scent of a Dream, 2015; Kuwait, a desert on fire, 2016, Gold, Serra Pelada Gold Mine, 2019 e recentemente Amazônia, 2021. Lélia Wanick Salgado ha ideato, disegnato e curato la maggior parte delle sue pubblicazioni e delle mostre itineranti di queste opere, presentate in musei e gallerie di tutto il mondo. Nel 2013 è stato pubblicato De ma terre à la Terre (“Dalla mia terra alla Terra”), una narrazione sulla vita e la carriera di Salgado della giornalista francese Isabelle Francq. Alcuni viaggi e progetti fotografici del Maestro sono raccontanti nel film documentario Il Sale della terra (2014), co-diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, che ha vinto il premio speciale per la sezione “Un Certain Regard” al festival del cinema di Cannes del 2014 e il premio César per il miglior film documentario nel 2015. È stato anche nominato come miglior documentario all’87ª edizione degli Academy Awards.
© Sebastião Salgado/Contrasto
INFO
Per tutte le informazioni necessarie, ulteriori dettagli e scoprire quest’imperdibile universo, consultare www.fabbricadelvapore.org/-/sebastiao-salgado.-amazonia