Viaggio in Piemonte per un’esperienza inclusiva, nel cuore del Canavese. Grazie al progetto che nel 2022 vide la Regione Piemonte protagonista della realizzazione di un percorso lungo 20 km. tra Ivrea e Viverone, reso accessibile a tutti coloro che aldilà delle proprie condizioni fisiche o sensoriali, possano vivere la bellezza di un territorio ancora tutto da scoprire.
Torino, Italia.
Il Canavese in effetti è meno raccontato che le mitiche Langhe, Monferrato o altre zone riconosciute dagli addicted turistici del nord-ovest, ma un territorio in buona sostanza ancora da scoprire.
La sua terra è collocata tra il torinese e la Valle d’Aosta, con Ivrea considerata il suo capoluogo. La principale città del Canavese vanta un importante stadio di canoa sulla Dora Baltea, che proprio in questi giorni ospita la Coppa del Mondo di Canoa Slalom – ICF Canoe Slalom World Cup 4 .
Ivrea è stata consacrata a Sito Unesco come Città Industriale del XX secolo, grazie al grande lavoro del suo benefattore, Adriano Olivetti, grande industriale ma fervente umanista, incline sopratutto al benessere dei suoi collaboratori.
Restando nel tema della cultura olivettiana, qualche considerazione e info per gli appassionati di architettura: va assolutamente visitato il MAAM, uno straordinario Museo all’aperto in cui Olivetti ha lasciato un segno indelebile.
La sua storia vi verrà raccontata attraverso alcune aree, dove potrete apprezzare progetti, disegni industriali, urbanistici e geniali idee pubblicitarie in mostra come delle opere d’arte.
All’esterno un percorso di circa due chilometri vi porta ad ammirare gli edifici più rappresentativi della cultura olivettiana, tra cui fabbricati dedicati ai servizi sociali, alla produzione, alla ricerca, abitazioni civili e architetture novecentesche apprezzate e riconosciute in tutto il mondo.
La “Via Francigena For All”. grazie ad un progetto approvato nel 2022 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Il nostro viaggio in questa affascinante zona si focalizzerà lungo la Via Francigena, quella Piemontese nel Canavesano, tra Ivrea e Viverone, attraverso l’Anfiteatro Morenico, un vero e proprio monumento geologico, una formazione di origine glaciale tra le meglio conservate al mondo. La “Via Francigena For All”, sarà un’esperienza inclusiva totale, attraversso uno straordinario percorso millenario che ci porterà a conoscenza della sua cultura, tra natura, sport ed engastronomia.
Chiese a porte aperte, 20 nuovi luoghi tutti da scoprire
L’esperienza inclusiva ha fatto tesoro del ricco patrimonio culturale e religioso di questo territorio, grazie infatti alla collaborazione con la Regione Ecclesiastica, l’app Chiese a Porte Aperte vi permette di visitare autonomamente ben 20 nuovi luoghi, dei beni culturali ecclesiastici lungo la Via Francigena.
Un progetto quello di “Chiese a porte aperte” che permette di visitare con l’inseparabile app (gratuita), durante tutto l’anno, i beni culturali della Chiesa oggi finalmente accessibili a persone con disabilità sensoriale e cognitiva attraverso: moderni pannelli multisensoriali, audio e video nella lingua dei segni, video in LIS (lingua italiana dei segni), schede in comunicazione alternativa aumentativa (traduce in simboli per persone con disabilità intellettive e difficoltà di lettura), di narrazione dei siti e delle opere presenti all’interno.
Ivrea, l’antica ‘Eporedia’
Ed è proprio Ivrea la prima tappa del nostro itinerario accessibile, con la visita alla Cattedrale di Santa Maria Assunta. Collocata nella zona antica della città, fu edificata nel X sec. e vanta memorie millenarie. Qui troviamo un importante punto di interesse culturale, la cripta e tomba in stile romanico, contenete i resti del Vescovo Taddeo McCarthy, dove per secoli le spoglie furono oggetto di venerazione e ritenute addirittura fonte di miracoli. Va segnalata la differenza di stili nella struttura, causa le modifiche nei secoli, dal campanile, le volte e cupola in stile barocco, la facciata in evidente stile neoclassico, mentre la cripta e i vari corridoi in stile romanico.
Adiacente la Cattedrale, la Chiesa di San Nicola da Tolentino, un edificio che risale al Seicento. All’interno opere in legno intagliato, come l’altare, gli stalli del coro (dove prendono posto i prelati durante le celebrazioni), i quali ritraggono episodi di vita e i miracoli di San Nicola da Tolentino, sempre in legno la bella porta d’ingresso. All’interno troviamo sulle pareti, le opere del pittore Cesare Chiala, risalenti al periodo che va dal 1683 e il 1694, protagonista una decorazione illusionistica di gusto barocco, in cui si alternano, marmi, stucchi e scene tratte dalla vita del Santo. Entrambe le chiese fanno parte del circuito Chiese a Porte Aperte.
Il Castello di Ivrea, simbolo della città
Poco distante troverete il Castello di Ivrea, un importante bene culturale, riaperto al pubblico lo scorso 20 luglio. Vale la pena una sosta anche per ammirarlo solo dall’esterno, Il castello medioevale dalle rosse torri è il simbolo della città e dell’intero Canavese e resta un’esperienza affascinante sopratutto per gli amanti della storia medioevale. Situato nel cuore del centro storico, fu eretto tra il 1358 e il 1395 da Amedeo VI di Savoia, che voleva così simboleggiare potere, forza e dominio del suo casato sul territorio. Rimasta negli annali la frase del poeta Giosuè Carducci: Scopri il gioiello medievale che domina la città dall’alto delle sue rosse torri.
I “Balmetti”, parte integrante delle tradizioni e della cultura locale
Attarverso il percorso della Via Francigena Morenico-Canavesana è possibile ammirare testimonianze d’epoca romana come la Pieve di San Lorenzo e il Battistero di San Giovanni, sempre del circuito Chiese a Porte Aperte.
Intanto facciamo una tappa a Borgofranco d’Ivrea per vivere l’esperienza dei “Balmetti“. Basta allontanarsi appena fuori del centro storico per scoprire a ridosso delle montagne insolite formazioni geologiche che hanno permesso la creazione di cantine naturali scavate nella roccia morenica.
Un fenomeno naturale che provoca la fuoriuscita di correnti d’aria denominate “ore” da alcune cavità della montagna, che consentono di mantenere all’interno delle cantine umidità e temperature costanti di 7-8 gradi durante tutto l’anno.
Per tale motivo i balmetti (balmit per i locali), permettono la conservazione fin dal XII secolo di generi alimentari e sopratutto quella del vino, a testimonianza della tradizione vinicola secolare della regione.
Nel corso del tempo intorno a queste cantine naturali sono state costruite piccole struttutre agresti, su uno o due piani, oggi adibite a “merende”, con degustazioni di vini, salumi, formaggi, cene e altri momenti conviviali.
Visita al complesso architettonico di San Lorenzo, tra i più importanti del Piemonte
Riprendiamo il tratto canavesano per Settimo Vittone per raggiungere il complesso paleocristiano formato dalla pieve di San Lorenzo e dal battistero di San Giovanni Battista che rappresenta una delle vestigia più antiche del Canavese, risalente probabilmente alla seconda metà del IX secolo.
Intanto va sottolineato che visitare la Pieve di San Lorenzo e il Battistero di San Giovanni Battista non era impresa facile fino a qualche anno fa quando, grazie al grande lavoro di volontari locali, il sito è oggi aperto al pubblico. Il complesso è bene FAI, accessibile ai disabili e non è necessaria la prenotazione.
Appena entrati vi colpirà il grande affresco raffigurante San Cristoforo, uno dei più antichi della pieve. Molti degli affreschi riguardano la vita dei santi, tra questi sulla parete nord, ancora in buono stato le tre Marie al sepolcro, opera del XV sec. di Dux Aimo, pittore della zona del pavese che lavorò molto qui nel canavese.
Gli affreschi meglio conservati sono quelli del XV secolo, realizzati nella piccola cappella, come quella di Santa Lucia tra Santa Marta e Santa Caterina di Alessandria.
Il battistero di San Giovanni Battista, nella sua esuberante e inconfondibile forma ottagonale, era presumibilmente staccato dalla pieve come richiedevano le antiche norme di quell’epoca, per impedire ai non battezzati l’accesso alla chiesa.
Con il passare del tempo probabilmente vennero meno alcune restizioni per cui fu costruito una specie di corridoio che collega ancora oggi col la pieve di San Lorenzo.
E proprio nel sottosuolo di questo corridoio, recenti scavi hanno portato alla luce un grande sarcofago che conduce alla leggenda che vuole Ansgarda, moglie ripudiata del re francese Ludovico II il Balbo, sepolta proprio qui.
La chiesa romanica dei Santi Pietro e Paolo, testimonianza di un antico borgo medievale
La chiesa romanica dei Santi Pietro e Paolo risalente al XI sec. è una tappa importantissima dell’itinerario della via Francigena, che collega Piverone a Viverone, accessibile tramite l’App “Chiese a Porte Aperte“, grazie alla quale i visitatori possono accedere con un sistema di apertura automatizzata.
La chiesa presenta un elemento architettonico caratteristico di alcune chiese romaniche nel Canavese, una soluzione architettonica esistente solo in questa zona del Piemonte, è il campanile costruito sulla facciata della chiesa che incorpora alla sua base l’ingresso dell’edificio. Alto sei piani, con apprezzabili bifore con colonnine in pietra collocate negli ultimi due piani.
All’interno troverete una navata unica absidica, divisa in due campate da un ampio arco, sulle cui pareti vi sono resti di affreschi databili intorno al XV sec.
L’ottimo restauro ha riportato in vita il bel soffitto a capriate e recuperato i resti degli affreschi del XV secolo attribuiti a Domenico della Marca di Ancona. Riconoscibili, San Michele Arcangelo, una santa ignota e due altri santi, uno secondo alcuni San Paolo, ricoperto o vestito di pelli, con in mano un globo, mentre l’altro santo è stato identificato con Sant’Antonio abate.
Gli interni essendo spogli, ma di atmosfera decisamente sublime, ospitano in alcune occasioni eventi di carattere culturale.
Dalle palafitte preistoriche patrimonio dell’UNESCO alle tracce della medievale Via Francigena
Il nostro viaggio termina al lago di Viverone, il terzo lago più esteso del Piemonte e uno dei laghi balneabili più belli d’Italia, non per altro è stato più volte premiato con la Bandiera Blu.
Il Lago di Viverone e la Chiesa del Gesiùn, di cui oggi restano solo rovine, ma intatto il suo fascino, sono alcune delle chicche da non perdere in questo nostro ultimo tratto della Via Francigena.
Va segnalato il tratto da Viverone a Punta Becco pienamente accessibile.
Oltre che un’area protetta d’interesse naturalistico il lago di Viverone è stato luogo di un ritrovamento eccezionale, un antichissimo villaggio palafitticolo, che nel 2011, entrò nella lista dei Patrimoni Unesco.
Dalle palafitte si può giungere con una breve passeggiata attraverso una passerella di legno e salire su alla torre panoramica per ammirare il passaggio degli uccelli.
Per gli appassionati del birdwatching è possibile osservare anatre, folaghe, germani reali e candidi gabbiani.
Ed ecco concluso il nostro itinerario attraverso il Canavese, un viaggio che si inserisce in un’ottica di innovazione che guarda ad esperienze inclusive per tutti.
Il Taccuino di Agenda Viaggi
DOVE MANGIARE
Azienda L’ERM
Una piccola, ma grande realtà che nesce nel 2018 a Borgomasino, un piccolo paesino del Canavese in Piemonte, da sempre terra di vocazione vinicola, tra le zone di produzione dei vini Erbaluce di Caluso DOCG e Canavese DOC. Oggi la creativa e anfitrione Aimino Jyothi gestisce l’ERM e la sua passione per il vino, grazie agli studi universitari e l’amore trasmesso dai suoi genitori e nonni.
ERM di Aimino Jyothi – Doppie radici e grappoli di opportunità
Vitigni e produzione di Erbaluce e Nebbiolo, prevista interessante visita dei vigneti e ottima degustazione
Via San Rocco
10031 – Borgomasino (Torino)
Contatto: Aimino Jyothi, cell. 333 100 8410
Ulteriori info al link: www.lerm.it/azienda
Osteria La Sosta
Vi senirete immersi come nelle osterie di una volta, con un’atmosfera calda e accogliente. Va segnalato che per ogni giorno della settimana, oltre alla carta che varia a seconda della stagione e della disponibilità degli ingredienti freschi, è presente un piatto della tradizione, non sempre facilmente reperibile nella classica ristorazione.
Strada Statale 26, n. 31 Tel. 0125 658858
Ulteriori info al link: https: osteria-lasosta.com
Merenda senoira al Balmetto Mercando
Alla scoperta dei “balmit”, le storiche cantine naturali, nate nel XII sec., addossate alle rocce moreniche nate per la conservazione di salumi, formaggi e vino. Tra queste cantine troviamo ottime cene degustazioni al Balmetto Mercando, materie prime di stagioni, salumi e formaggi nostrani, l’ottima Cruda di Fassona e l’imperdibile Vitello Tonnato da sempre il Cavallo di Battaglia. Mentre per vini bianchi e rossi c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Borgofranco d’Ivrea
Via del Buonumore 71
Agriturismo La Schiavenza
All’interno del ristoro, fa bella mostra il dipinto che raffigura la vita degli Sciavandè, che deriva dalla parola schiavo, ossia la persona che lavorava la terra della popolazione Nobile del territorio. Un agriturismo dove si potrà anche, pranzare e cenare e gustarsi un ottimo gelato di loro produzione. La Schiavenza, infatti, è anche un’agrigelateria, una perfetta oasi di pace.
Strada Chiusure, 7 – 10010 Piverone (TO)
Tel: 0125 687541
Email: laschiavenza@bybagnod.it
Ulteriori info al link: https: www.laschiavenza.it
DOVE DORMIRE
Hotel Il Falco e la Volpe
C’è tanta storia nell’hotel il Falco e la Volpe, la struttura è sicuramente tra gli alberghi più noti del comprensorio locale di Settimo Vittone. L’hotel un buon quattro stelle sorge sui resti (ristrutturati ) di una antica casa di montagna risalente addirittura al 1800.
Località Campiglie, 10100 Settimo Vittone (Torino)
Ulteriori info al link: www.ilfalcoelavolpe.com
INFO
Per tutte le informazioni sulla Via Francigena for All, clicca al link: https://www.visitpiemonte.com/via-francigena-for-all
Photo dall’alto: Carlo Ingegno (3). Gianni Oliva (1). Carlo Ingegno (1). Gianni Oliva (4).