
Al di qua del fiume e tra i monumenti

Risalendo il Fiume Sacro alla Patria lungo il fronte del 1918, un itinerario alla scoperta di luoghi forse poco noti, ma densi di storia, memoria e fascino.

Veneto, Italia.
Questo percorso nella storia inizia a Fossalta di Piave e la prima tappa è il Battistero della Pace, inaugurato nel 1983 su iniziativa dei Ragazzi del ’99 reduci del conflitto, proprio in questa area dove più aspro fu il loro battesimo del fuoco tanti anni prima. Il monumento si trova sull’Argine Regio, da dove lo sguardo spazia sulle anse del fiume; a fianco del battistero sorge la stele in ricordo del giovane assistente di trincea americano ferito in questo punto nel luglio 1918: Ernest Hemingway, che dalla sua esperienza sul fronte italiano trasse ispirazione per scrivere il romanzo Addio alle Armi.
Sulla destra si nota una struttura singolare: si tratta di un ponte privato, a pedaggio, poggiante su barche, o meglio su cassoni galleggianti, che rievoca le strutture provvisorie che le truppe allestivano per superare la barriera naturale rappresentata dal fiume.
Da Fagarè della Battaglia a Maserada sul Piave
La strada provinciale 57 in direzione nord conduce da Fossalta alla seconda tappa di questo itinerario: all’incrocio con la strada regionale 53, sulla sinistra, i cipressi annunciano l’avvicinamento al Sacrario Militare di Fagarè della Battaglia. Questo luogo di memoria custodisce le spoglie di circa 10mila caduti italiani, la metà dei quali ignoti, di un austro-ungarico e di un americano. Si tratta di Edward McKey, ufficiale della Croce Rossa e amico di Hemingway, il quale gli dedicò una poesia incisa all’interno del sacrario. Sul fregio dell’imponente struttura campeggia il celebre verso “Il Piave mormorò non passa lo straniero”, mentre ai lati si trovano due teche di vetro che conservano gli originali frammenti di muro su cui furono scritti i famosi motti patriottici “Tutti eroi! O il Piave o tutti accoppati!” e “Meglio vivere un giorno da leoni che cento anni da pecora”. A lungo si è pensato che fosse l’opera spontanea di un soldato molto patriottico, ma in seguito è stato appurato che si è trattato di un intervento mirato del Servizio P(ropaganda) del regio esercito.

Al termine della visita al sacrario si riparte verso nord, passando vicino a luoghi intrisi di memorie dolorose, come il Molino della sega, di cui oggi nulla resta se non un monumento commemorativo in fondo a una stradina bianca, e si raggiunge la terza tappa dell’itinerario: Maserada sul Piave. Qui merita una visita il ricco Museo storico della Grande Guerra, che ospita cimeli e documenti del conflitto che permettono di costruire interessanti percorsi tematici per scoprire e riscoprire la storia di queste zone.
Da Salettuol a Tezze di Piave
Puntando poi decisamente verso nord-est si raggiunge la frazione di Salettuol, da dove la 7^ divisione britannica, schierata in sostegno delle truppe italiane, iniziò l’attacco decisivo verso le Grave di Papadopoli nella notte tra 23 e 24 ottobre 1918. Queste gesta eroiche sono ricordate da tre monumenti posti a ridosso dell’argine del fiume, che in questo punto raggiunge la sua massima ampiezza. Qui è anche possibile parcheggiare l’auto e passeggiare lungo il fiume fino al capitello della Madonna dell’argine, prima di tornare sulla strada principale, percorrere il ponte come novelle avanguardie in grigioverde e raggiungere la sponda est verso le ultime tappe.
A Tezze di Piave sorge un piccolo cimitero di guerra britannico, dove riposano 356 caduti del contingente alleato che presero parte alla Battaglia Finale. Poco distante si trova l’affascinante borgo Malanotte, dove il tempo sembra essersi fermato. Durante la guerra qui si trovava una postazione di artiglieria pesante austriaca, che ebbe l’ingrato compito di sostenere l’ultima accanita resistenza contro l’avanzata italo-britannica. Ancora oggi sono ben conservati un bunker e una trincea austriaci, visitabili in alcune occasioni grazie all’associazione Borgo Malanotte, che ogni anno organizza numerose iniziative.

Un paio di suggerimenti
Per chi fosse interessato ad approfondire i nuovi armamenti del primo conflitto mondiale, è possibile visitare la Scuola Bombardieri del Re a Santa Lucia di Piave, dove venivano formati gli specialisti assegnati all’uso delle bombarde. La struttura è giunta praticamente intatta fino a oggi e all’interno sono ancora visibili le carte del fronte, i fregi delle brigate e numerose testimonianze materiali dell’addestramento.
Infine, un consiglio culinario: appena oltrepassato il ponte sul Piave si giunge a Cimadolmo, località rinomata per la coltivazione dell’asparago bianco, l’ingrediente principe della tradizione locale cui da anni viene dedicata una festa.
Questo itinerario, piuttosto breve, si può unire al percorso di prossima pubblicazione sul Montello per una giornata all’insegna della storia.
Foto Marta Covre