Forse non tutti sanno che il primo Giubileo della storia fu indetto nel 1300 da Papa Bonifacio VIII a Monza. E, quest’anno, la tradizionale Rievocazione Storica del 7 giugno si ispira proprio al Giubileo del 1300. Ne hanno parlato la “signora di Monza” Ghi Meregalli e il giornalista Andrea Loddo, sabato 10 maggio alle 11, presso la Leo Galleries. Un felice connubio tra antico e contemporaneo.
Monza, Italia.
Forse non tutti sanno che il primo Giubileo della storia fu indetto nel 1300 da Papa Bonifacio VIII proprio a Monza. E, quest’anno, la tradizionale sfilata in costume del 7 giugno, giunta alla 44esima edizione, si ispira a quel primo Giubileo. Ne ha parlato presso la Leo Galleries di Monza sabato 10 maggio l’ideatrice della Rievocazione Storica Monzese Ghi Meregalli insieme al giornalista Andrea Loddo.

Nascita del Duomo
“Come è noto, nel 1300, il Duomo di Monza fu ampliato a partire dal piccolo “oracolum” che esisteva precedentemente – ha spiegato Loddo – A seguito del ritrovamento delle reliquie di San Giovanni e di alcune ampolline di olio santo provenienti da Gerusalemme, infatti, giunsero in città 40 mila pellegrini che motivarono la costruzione di un tempio più grande”.
Una famiglia storica
“Io appartengo a una vecchia famiglia monzese, sono cresciuta qui – ha raccontato la “signora di Monza” Ghi Meregalli, con un pizzico di commozione –Da bambini giocavamo sul sagrato del Duomo, quando il Tesoro del Duomo si trovava in sagrestia”.

Comitato Maria Letizia Verga
Mi hanno sempre insegnato ad aiutare gli altri: ho fondato il Comitato Maria Letizia Verga (un’associazione che si impegna per il miglioramento della qualità di vita dei bambini affetti da malattie ematoncologiche, metaboliche e genetiche, ndr) e da Milano siamo arrivati a Monza con tanti eventi e raccolte fondi.
Il comitato Rievocazione Storica Monzese
Poi ho organizzato la prima Rievocazione Storica Monzese 44 anni fa e da allora ogni anno cambio tema per far conoscere la storia, soprattutto ai giovani. Col passare degli anni era troppo per me fare tutto da sola e abbiamo fondato il comitato”. La rievocazione storica attira migliaia di visitatori, 25 mila l’anno scorso e centinaia di volontari, provenienti da oltre 40 comuni di tutta la Lombardia, che sfilano in costumi medievali ispirati alla Cappella degli Zavattari e realizzati a mano.

Liceo Nanni Valentini
La rassegna di quest’anno, Monza A.D. 1300. Il primo Giubileo e la nascita del meraviglioso Duomo, ha visto il coinvolgimento dei ragazzi della III E del Liceo Artistico monzese Nanni Valentini, che sotto la guida del professor Leonardo Arena, di discipline plastiche e scultoree, hanno partecipato a un concorso vinto dalla studentessa Teresa Stivanello, con tavole ispirate al tema della rievocazione.
Il simbolismo
“Abbiamo fatto un grosso lavoro sul simbolismo – ha spiegato Arena – Il simbolo dell’agnello, per San Giovanni, la luna, la conchiglia, simboli di Monza. Gli studenti hanno recepito molto bene il tema e interpretato il lavoro in modo originale: non ci sono due tavole uguali”.

Mostra alla Leo Galleries
Tutte le tavole, compresa quella vincitrice che comparirà sulla bandiera dell’Arengario il 7 giugno, sono esposte alla Leo Galleries, accanto alle opere dell’artista Giulia Iacchetti, appassionata del mondo medievale, che ha dipinto con colori vivacissimi e grande precisione filologica, il primo Giubileo della storia, con Bonifacio VIII e la sfilata di pellegrini giunti a Monza, sulla strada per Roma.
7 giugno
Appuntamento il 7 giugno dunque, con varie associazioni monzesi, ma anche comasche e milanesi: ci saranno il mercato medievale in piazza Roma, gli sbandieratori della Compagnia dei folli, la sfilata in costume, lo spettacolo in piazza Duomo e il volo della colomba teodolindea.
Modoetia
La leggenda infatti narra che lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, sussurrò alla giovane regina Teodolinda modo, in latino “qui”, a cui la regina, che da tempo cercava il luogo adatto in cui fondare la sua città, rispose etiam, ovvero “sia”: in quel luogo sorse Modoetia e la basilica dedicata a San Giovanni Battista.

Da sinistra Daniela Porta gallerista alla Leo Galleries, l’artista Giulia Iacchetti e Grazia Casiraghi gallerista alla Leo Galleries.
L’amante della Monaca di Monza
Ghi Merengalli ha concluso l’incontro con una vera chicca: “Qui, dove oggi c’è la Leo Galleries, sorgeva la casa di Gianpaolo Osio, l’amante della monaca di Monza. Esistono ancora i sotterranei di allora, rimasti proprio come erano nel 1645. Il Fai ci ha chiesto di mostrarli al pubblico.
Chiesa di Santa Margarita
Costituiscono il fondamento di un terzo della chiesa Santa Margarita: li usavano per mantenere freschi gli alimenti, tanto che c’è ancora un gancio con il grasso del lardo che vi appendevano e poi c’è il pozzo che dava l’acqua al convento.
Si racconta che in quel pozzo la monaca di Monza, quando si pentiva, buttasse le chiavi con cui apriva al suo amante la porta del convento: pare che siano state ritrovate nel pozzo 50 chiavi“.
Photo Elena Borravicchio