Indonesia.
Giungle intricate e foreste pluviali, immense distese di mangrovie e monti altissimi con ghiacci perenni; popolazioni primitive; flora e fauna ricchissime e ancora misteriose: ogni anno si continuano a scoprire piante ed animali sconosciuti. È West Papua, Papua occidentale, nota fino a qualche anno fa come Irian Jaya, provincia autonoma dell’isola indonesiana di Nuova Guinea, nell’estremo sud-est asiatico. Una delle zone ancora più selvagge e sconosciute al mondo, viaggio per stomaci forti, fisici allenati e amanti dell’avventura. Una spedizione, quasi un’esplorazione. Già all’epoca della colonizzazione, nel XVII secolo, gli olandesi si fermarono solo lungo le coste, respinti da un territorio ostico, popolato da tribù ostili. Ancora oggi, i collegamenti stradali sono rari e in molte zone ci si può spostare solo a piedi, in barca o in aereo.
Un mondo da scoprire con fatica e spirito di adattamento – anche il clima non è dei più favorevoli, caldo umido con possibili piogge improvvise – ma ricco di sorprese. A cominciare dalle meraviglie della natura: un deserto verde ricco di piante e animali difficili da avvistare altrove. Oltre 16.000 specie di piante comprese splendide orchidee; una fauna che comprende varie famiglie di marsupiali, rettili, le lucertole più lunghe del mondo, farfalle, uccelli di tutti i colori e e le fogge.
Nascoste nell’entroterra, le popolazioni tribali hanno anche per gli antropologi ancora segreti da svelare.
Qualche centinaia di tribù rimaste allo stato primitivo, con altrettanti dialetti, pochi contatti con l’uomo bianco (anche perché praticavano il cannibalismo fino a pochi decenni fa) e tradizioni millenarie. È la scoperta di questi popoli ancora immersi nella preistoria il tema delle spedizioni nella regione.
I più numerosi, e più conosciuti, anche perchè popolano l’unica zona dell’interno aperta al turismo, sono i Dani, che abitano piccoli villaggi nella valle del Baliem, con laghi, canyon e grotte, accessibile solo in aereo. In agosto in questa zona si svolge il festival di Wamena, dove le tribù Dani e Yali si incontrano in danze e battaglie simulate.
Da qui, il viaggio si fa più impegnativo; prima a bordo delle lance a motore sul fiume Brazza, poi in trekking nel cuore vergine della foresta pluviale. La meta sono gli insediamenti dei Koroway, il popolo degli alberi, che vive in capanne costruite fra i rami a decine di metri d’altezza. Mentre in grandi long house su palafitte, fra le foreste di mangrovie e le paludi della pianura meridionale, vive il popolo Asmat, un tempo conosciuto per il cannibalismo, oggi invece famoso fra i collezionisti di tutto il mondo per le raffinate sculture in legno.
Viaggio di conoscenza, o meglio ancora spedizione etnografica, da fare in piccoli gruppi e con l’assistenza di uno specialista. Senza aspettarsi eccessive comodità: si dorme in senplici guest house, ma anche in tenda o in case private; gli spostamenti più facili saranno in piccoli aerei, ma anche in long boat a motore; e sono previsti tre giorni di trekking su percorsi alquanto disagevoli, anche se con l’aiuto di portatori.
IL TACCUINO DI AGENDA VIAGGI
Come partire
I Viaggi di Maurizio Levi propone itinerario in West Papua attraverso le popolazioni tribali, con pensione completa e guide locali in lingua inglese
Papua Nuova Guinea da leggere
– Isole nella corrente del sud. Le ultime tribù della Nuova Guinea, delle Trobiand e di Vanuatu. (ed. Les Cultures): antropologia culturale
– Il Richiamo della giungla di Sabine Kuegler (ed. TEA): romanzo autobiografico
– L’ultima tribù. Nei territori inesplorati della Nuova Guinea di Tim Flannery (ed. TEA): racconto di viaggio
– Isole nelle nuvole. In viaggio nelle highlands della Nuova Guinea di Isabella Tree (ed. Feltrinelli): racconti di viaggio
– Il canto delle lucciole. Viaggio in Papua. Nuova Guinea tra cannibali e adoratori di spiriti di Ruggeri Corrado (ed. Feltrinelli): racconto di viaggio
Nicolò Belloli
nicolo@agendaviaggi.com