Milano, Italia.
Visages, Villages, il documentario girato dalla regista Agnès Varda e dal fotografo francese JR, dopo aver raccolto molti premi internazionali, tra i quali L’oeil d’or al Festival di Cannes, il Premio del pubblico al Festival di Toronto per il miglior documentario, arriva nelle sale italiane dal 15 marzo, distribuito dalla Cineteca di Bologna, ed è un piccolo gioiello da non perdere.
Visages, Villages, non ha vinto la statuetta lo scorso 4 marzo, premio Oscar assegnato poi al comunque ottimo Icarus, il documentario sullo scandalo del doping nello sport russo diretto da Bryan Fogel, ma personalmente l’avrebbe meritata tutta. La nomination ha comunque accompagnato il Premio Oscar alla carriera ricevuto lo scorso novembre da Agnès Varda, prima regista donna nella storia dell’Academy a essere insignita di un Oscar alla carriera.
“Ogni spettatore è unico e vede il film con uno sguardo unico” dice Agnès Varda, durante la conferenza stampa alla Fondazione Prada per la presentazione del documentario girato con l’artista JR.
E lo sguardo, isieme all’occhio e al concetto di visone sarà un fil rouge che percorrerà l’intero film, insieme ad altri ben più visibili come il porre l’accento sull’importanza della memoria collettiva, confrontandosi e facendo partecipi delle loro “follie artistiche” operai, contadini, gente di paese, “senza potere” come dice Agnès, alle quali invece il duo artistico con ironia l’uno e dolcezza l’altra danno forza e valore tramite la loro arte.
Così le immagini, frutto del viaggio di Agnès e JR, un viaggio in cui non mancano i riferimenti alla loro vita personale, quasi fossero dei frame ispirati alla Novelle Vague, desiderano stimolare l’ immaginazione della gente, andando in profondità delle loro gioie e paure, ma soprattutto della loro storia.
Agnès e JR si sono conosciuti nel 2015 e hanno subito deciso di lavorare insieme, girando un film on the road. Hanno così attraversato i villaggi della Francia rurale sul furgoncino magico di JR: una macchina fotografica pronta a immortalare i visi della gente che incontravano nel loro viaggio. Le foto trasformate poi in ritratti a grande formato (le gigantografie incollate sui muri delle città sono la peculiarità artistica di JR) venivano esposte sui muri e sulle facciate dei piccoli centri, creando stupore, momenti di leggerezza, felicità e commozione.
Questo ironico road movie racconta un’amicizia tra i due artisti di generazioni diverse ma simili nella visione di un’arte non esclusiva ma inclusiva, un’arte per tutti e di tutti che dia voce alla gente comune, ai lavoratori, alle donne e anche ai più deboli e agli emarginati.
“L’idea del viaggio, di andare per i piccoli villages della Francia ci interessava molto. Si accompagnava al nostro desiderio di scoprire le persone che non hanno visibilità e illuminarli, dando loro la possibilità di parlare, di confrontarsi con noi. Abbiamo ingigantito i loro visi creando una socialità intorno al procedimento artistico e stimolando nello stesso tempo la loro immaginazione. Per me questo documentario è stato realizzato da dei sociologi di buon cuore”. Racconta Agnès, sorridendo ( il suo dolce sorriso è però una costante anche nel film).
L’intero film è un bellissimo, commovente collage, con JR che incolla le sue gigantografie sui muri e Agnès che nel suo stile poetico, a tratti surreale, compone un collage cinematografico, con rime e indovinelli visivi. Un’avventura a due molto speciale, commovente, piena di rara umanità. Da vedere.
Dal 15 marzo nelle sale italiane.