Conegliano-Valdobbiadene: il regno del Prosecco, spumante ormai di fama internazionale, grazie alla sua freschezza fruttata e alla “pronta beva”.
Nessun vino più del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene è evocativo di immagini. Le bollicine trevigiane metodo Martinotti-Charmat che dal 2009 hanno ottenuto la Docg e spumeggiano nei calici di 80 paesi diversi, sono un appuntamento che accomuna gli aperitivi lifestyle alle osterie tradizionali, e si portano appresso un mondo fatto di morbide colline “pettinate” dai filari di glera, il vitigno da cui si ricavano, piccole pievi nascoste nel verde, trattorie con sapori contadini.
Qui S. Venanzio Fortunato vescovo di Poitiers, nativo di Valdobbiadene, cantava nel VI sec la patria come terra “quo vineta vernantur”: il luogo dove verdeggiano i vigneti.
Qui si scopre il piacere intellettuale del vino: il Prosecco vanta la più antica strada del vino italiana, dal 1966, poco più di 100 km che partono simbolicamente dall’Istituto Enologico Cerletti di Conegliano, prima scuola enologica in Italia del 1876, dove si può ammirare una magnifica bottega del vino affrescata.
Ma una visita anche breve a Conegliano non può prescindere da una passeggiata in Contrada Grande, dove si trova il Duomo costruito nel XIV secolo dai membri della Confraternita dei Battuti, noti per l’assistenza spirituale e ospedaliera da loro prestata alle cittadinanze. dalla sala conciliare della Confraternita dei Battuti. La chiesa, intitolata alla Madonna dei Battuti, sorge al centro di un ospizio per pellegrini.
La sala conciliare sovrastante alla navata centrale, è meravigliosamente decorata con un ciclo di affreschi realizzato per la maggior parte da Francesco da Milano sul modello delle stampe dei cicli della Piccola e della Grande Passione che il Dürer diede alle stampe attorno al 1510.
La città è la porta delle colline del Prosecco e qui , in località Bagnolo, la Latteria Perenzin – un punto vendita davanti agli impianti e un simpatico bar e ristorante a tema “cheese” aperti non stop fino a mezzanotte – prosegue la tradizione di quattro generazioni di casari con formaggi freschi, stagionati e “ubriachi” nel vino, pluripremiati al World Cheese Award 2013 e 2015.
La strada sale poi fra i filari fino alla Pieve di San Pietro di Feletto del XIII secolo, di origine longobarda, in uno stile romanico purissimo (Orari : sabato 9.00-10.00/ 15.00-20.00. Domenica 9.00-11.30/14.30-19.00. Per altri orari tel 329-3615869).
Nella stessa località s’incontra l’Azienda Vitivinicola Le Manzane, una cantina dell’alta Marca Trevigiana nata dalla passione e dal lavoro di tre generazioni di Balbinot, Osvaldo, Ernesto e Marco che del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore hanno fatto una missione. Nata piccolina nel 1984, l’azienda agricola è cresciuta fino agli attuali 72 ettari a San Pietro di Feletto a “rive di Manzana” una delle 43 “rive” cioè i vigneti scoscesi della zona.
Ogni anno, sotto il marchio del “Papercigno”, ambiziosi come il cigno, ma con i piedi per terra come un papero, la famiglia Balbinot ripete il rito della vendemmia e le uve arrivano dai vigneti collinari della località Manzana alla cantina scavata nella collina, che mantiene naturalmente un microclima ottimale per la vinificazione a causa della scarsa escursione termica e che nasconde un impianto di produzione tecnologicamente avanzato , tale da garantire un livello qualitativo del vino costante.
E ogni anno la famiglia Balbinot organizza anche una vendemmia benefica, scegliendo di devolvere il ricavato dalla vendita di quelle bottiglie ad una associazione umanitaria. L’iniziativa richiama appassionati e amici, adulti e bambini tutti con in mano le forbici e la voglia di divertirsi e sentirsi partecipi di un’ottima causa. L’edizione 2016 – la quinta – destinerà i fondi ricavati da questa festa della vendemmia alla Fondazione Oltre il Labirinto Onlus per l’acquisto di particolari biciclette tandem utili alle famiglie di giovani affetti da autismi.
Questo non è l’unico momento dell’anno in cui i Balbinot pensano alle persone svantaggiate. Ogni stagione produttiva, infatti, escono dalla cantina 250 mila bottiglie con l’etichetta in Braille, per un Prosecco da degustare e da “leggere” sulla punta delle dita.
Proseguendo, dopo Refrontolo, vale la pena fare una breve deviazione nella valle del Lierza, al Molinetto della Croda, che dal XVII secolo macinò farina fino agli anni ’50 del ‘900 e che poggia sulla roccia, in bilico fra la severità dell’architettura rurale e l’armonia della natura.
Elena Bianco
elena@agendaviaggi.com
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IL TACCUINO DI AGENDAVIAGGI
Dove dormire:
Ca’ del Poggio Ristorante e Resort – vista mozzafiato sulla vallata e camere di design, in cima al “muro di Ca’ del Poggio”, salita simbolo del Giro d’Italia – via Dei Pascoli, 8 – Prezzo €€
Dove mangiare:
Ristorante al Capitello – in un antico “canevon” (cantina, la cucina delle campagne trevigiane – via S. Francesco, 1 Tarzo (Tv) – tel +39 0438 564279 – Prezzo €€