Inaugurata sabato 7 giugno nelle sale del ristorante Il Moro, in via Parravicini 44, la mostra di Federico Casati “Reale – Apparente”, a cura di Leo Galleries. Un interessante pomeriggio di riflessione e degustazione con l’artista, lo chef Vincenzo Butticè e il giornalista Dario Lessa.
Monza. Italia.
Inaugurata sabato 7 giugno, nelle sale del ristorante Il Moro di Monza, la mostra di Federico Casati Reale – Apparente, a cura di Leo Galleries. Un interessante pomeriggio di riflessione e degustazione.

Perché ospitare dei quadri in un ristorante
Il perché dell’idea di ospitare dei quadri all’interno di un ristorante è presto spiegato: “Io penso che chi viene in un ristorante di un certo tipo non abbia solo interesse per il cibo ma abbia anche una certa cultura del gusto, della bellezza – ha detto Vincenzo Butticè, titolare de Il Moro, insieme al fratello Salvatore, dal 2006 – vogliamo offrire ai nostri ospiti un’esperienza a tutto tondo”.
Prima collaborazione di Casati con uno chef
Per Federico Casati è la prima collaborazione di questo tipo e benché il cibo non sia per lui così importante da arrivare ad ispirare un’opera, tuttavia, è concorde con gli chef sul fatto che “dentro un piatto ci debba essere proporzione, intelligenza, sia un esperienza anche visiva, da fruire con senso estetico”.

Federico Casati
Purezza formale e dinamismo
Le opere di Federico Casati sono un condensato di purezza formale e interazione dinamica con la luce. Sono mono cromatiche (con una prevalenza del bianco) e realizzate con materiale metallico.
Figlio d’arte – la sua famiglia è titolare dello studio Casati, a Merate, una galleria di arte contemporanea che chiuse nel 1978 – racconta così il suo approccio all’attività artistica: “I primi adulti che ho conosciuto al di fuori dalla famiglia erano gli artisti che frequentavano la galleria: è stato naturale per me pensare di iniziare dei lavori di questo tipo”.
Casati esordisce con la macchina fotografica e predilige il bianco e nero, cosa che lascia traccia anche nella serie Reale – Apparente.

Un lavoro sulle gradazioni cromatiche
“Lavoro con gradazioni tonali diverse: di base c’è la tavola e poi si lavora in sovra o sotto esposizione con i colori, ottenendo tonalità paragonabili ai colori che si allontanano dal grigio medio nelle foto in bianco e nero“.
“I lavori bianchi, soprattutto, vogliono far ragionare e porre attenzione a livello estetico”.
“L’opera rosa trae spunto da una rosa bellissima in giardino. Traggo spunto dalla realtà. Il ciottolato bagnato del cortile davanti al mio studio mi ha fatto pensare al lavoro da fare. Anche se è molto geometrico, pulito, il mio lavoro è molto più vicino alla natura di quanto possa sembrare”.
La luce naturale che entra dalle finestre de Il Moro cambia le opere e le rinnova continuamente.
“Il continuo movimento dell’ombra dovrebbe stimolare la riflessione su come le cose sembrano e sono davvero”, continua Casati.
L’ombra è un concetto che sta molto a cuore a Vincenzo Butticè e lo ha subito convinto a collaborare con l’artista.

L’ombra
“Il concetto di ombra per un siciliano è fondamentale! È freschezza, è rasserenamento. Un piatto glielo dobbiamo dedicare: al concetto di ombra, al concetto di arte. Il senso del gusto è stato fino a metà ‘800 un senso inferiore, poi è stato sdoganato dal Trattato sull’alimentazione di Moleschott; da metà 900 c’è stata la sferzata futurista di Marinetti e a metà anni ‘70 la nouvelle cuisine. I sensi nobili erano la vista e l’udito perché erano i sensi dei nobili: chi poteva permettersi di ascoltare la musica e contemplare un paesaggio? Lo chef Adrià stacca la materialità dal cibo: condensa il gusto di una bistecca di chianina in 20 grammi di liquido!“.
“Il gusto risveglia tutti i sensi! Anche l’udito. Se vi dico cracker è inevitabile che ne percepiate anche il rumore. Cosa c’è di meglio che stupirsi?”.
E cita infine un caso gastronomico curioso: “Heston Blumenthal a Londra abbina l’ostrica con il cioccolato bianco. Possibile che funzioni un abbinamento così ardito? Allora cominci a studiare e scopri che nel cioccolato bianco c’è una forte preponderanza di burro di cacao e che la compotente grassa compensa l’acidità dell’ostrica. Io sono siciliano: da cosa posso ottenete la stessa componente grassa? Dalle mandorle, estraendo gli oli essenziali e creando una crema densa come un burro”.

Creatività e rispetto per la materia prima
Lo studio, la creatività e il rispetto per la materia prima (siciliana e brianzola, in felice accordo) sono i leitmotiv dei fratelli Butticè che offrono alla città una proposta enogastronomica sempre aggiornata, basata su prodotti a km 0 e attenta al rapporto qualità/prezzo. m
Photo Elena Borravicchio