
Un alfabeto delle emozioni scritto e narrato dal bravissimo cantastorie Stefano Massini

In scena al Teatro Manzoni di Monza lo spettacolo scritto e interpretato da Stefano Massini, amato autore televisivo dei racconti del giovedì sera a “Piazzapulita”. Grande successo di pubblico.

Monza. Italia.
Il viaggio di Massini, un vivace monologo…
Si fa presto a dire emozioni. Ma a cosa ci riferiamo quando parliamo di emozioni? “L’essere umano viene al mondo con 6 emozioni di base, ciascun essere umano, che nasca in un grattacielo di Manhattan o in un villaggio sperduto dell’Africa” ci spiega sicuro Stefano Massini dal palco del Manzoni di Monza. “Le emozioni di cui Madre Natura ci ha dotati sono: paura, tristezza, rabbia, disgusto, felicità, stupore. Tutte le altre sono una mescolanza di queste, come i colori sono tutti il risultato della mescolanza di giallo, rosso, blu”.
Le emozioni ci accomunano tutti
Da questa premessa parte il viaggio di Massini, un vivace monologo, mai banale, che scandaglia le emozioni degli esseri umani, a partire da alcune lettere, che pesca a caso, in ordine sempre diverso ogni sera che va in scena, da tre bauli collocati per terra accanto a lui. Si forma così un vero e proprio alfabeto, delle emozioni appunto. Massini racconta di Kafka, di Goethe, di Annibale Carraccio, ma anche di Niki Lauda, di Niels Hogel…di Elen e Bob. Le emozioni ci accomunano tutti. L’essere umano è complicato: si strugge di nostalgia (letteralmente nostos algos: dolore per il ritorno) ma poi prova angoscia nel tornare a casa; brucia di passione che gli permette di superare qualsiasi ostacolo ma poi si blocca impaurito dalla sua stessa paura; rincorre la felicità ma poi si accorge che tante volte la felicità comincia per “f” come la “fuga” e sfugge, non ce ne rendiamo conto che è già passata.
Neanche Massini scampa al tranello di rappresentare la fede cristiana in modo distorto e patetico
Scopriamo allora che anche la tristezza ha senso: ci dona attimi di verità, quella che noi oggi addomestichiamo con photoshop, non la vogliamo vedere la realtà così com’è, perché talvolta è davvero insostenibile e allora la tristezza apre uno spiraglio di contatto autentico con il reale. Anche la paura ha senso: ci mette in allerta, ci salva dai pericoli, ma noi oggi preferiamo “guarirla”, toglierla di mezzo.
Peccato per l’accenno al cristianesimo come promessa di felicità nell’aldilà perché nell’aldiqua non è dato essere felici, anzi più soffri meglio è: nonostante la profondità d’analisi, spesso controcorrente, neanche Massini scampa al tranello di rappresentare la fede cristiana in modo distorto e patetico.
“Siamo essere umani in quanto che materiale emotivo ed è nelle emozioni che ci salviamo”
Abile giocoliere delle parole, l’autore tiene viva la tensione in platea: il pubblico lo segue senza distrarsi, talvolta ride, talvolta si commuove, spesso riflette. Esilarante il racconto in chiave moderna, “politicamente corretta” della fiaba Biancaneve e i sette nani (nella versione originale dei fratelli Grimm decisamente più truculenta della favola che conosciamo noi).
Chiude tutto l’intrigante percorso dello scrittore Massini il racconto di una paziente di Anna Freud, figlia di Sigmund Freud, psicanalista a sua volta, che di fronte alla bellezza di una cascata rigogliosa è felice ma, nel cuore della notte, è svegliata dal suo stesso pianto che prorompe per l’eccesso di emozioni provato per tutto ciò che ha vissuto nella vita, per tutti i frammenti di sé che ha disseminato su quelle rocce nel bosco davanti all’acqua scintillante, ma anche in tutti i luoghi e momenti in cui è stata perché, cito: “Siamo essere umani in quanto che materiale emotivo ed è nelle emozioni che ci salviamo”.
Photo dall’alto: Elena Borravicchio, Courtesy by Teatro Manzoni Monza, Elena Borravicchio.