Swiss Architectural Award 2020, vince lo studio parigino Bruther: dal 2 aprile in scena la mostra con i progetti presentati

Swiss Architectural Award 2020, vince lo studio parigino Bruther: dal 2 aprile in scena la mostra con i progetti presentati

Scritto da Alessandra Chianese on . Postato in Appuntamenti, Spazi & Natura

Foto sopra, Xu Tiantian Bamboo Theatre.
Foto piccola in alto, Bruther, Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, Parigi, 2010-2014. © Foto Enrico Cano, 2021

Milano, Italia.
Nel giorno 1 aprile 2021 è stato consegnato il prestigioso premio Swiss Architectural Award 2020, presso il Teatro dell’architettura Mendrisio dell’Università della Svizzera italiana, al vincitore della sua settima edizione, lo studio parigino BRUTHER, di Stéphanie Bru e Alexandre Theriot.

In occasione della cerimonia di premiazione, è stata inaugurata la mostra dedicata allo Swiss Architectural Award 2020, esposizione promossa dall’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana.

Sostenuto dal 2019 dalla Fondazione Teatro dell’architettura, il Premio ha coinvolto nella giuria le tre Scuole di architettura svizzere (USI – Accademia di architettura, Mendrisio; EPFL – ENAC, Section d’Architecture, Losanna; ETHZ – Departement Architektur, Zurigo). Lo Swiss Architectural Award premia una tipologia di architettura particolarmente attenta alle questioni etiche, estetiche ed ecologiche contemporanee, proponendosi l’obiettivo di promuovere un dibattito pubblico su questi argomenti.

Erika Nakagawa Rhizomatics

Il Premio è attribuito ad architetti di età non superiore ai 50 anni (nell’anno in cui è di volta in volta bandito), senza distinzione di nazionalità, che abbiano realizzato almeno tre opere significative rispetto alle finalità che lo stesso si propone. Da venerdì 2 aprile 2021 fino a venerdì 24 dicembre 2021 apre al pubblico, presso l’Auditorio del Teatro dell’architettura Mendrisio, la mostra in cui saranno esposti i progetti presentati per la settima edizione del Premio. L’esposizione documenta i lavori di 33 candidati provenienti da 19 differenti paesi, con un approfondimento particolare sulle opere del vincitore con le fotografie e i video di Enrico Cano.

Il vincitore per l’anno 2020 è lo studio BRUTHER, fondato nel 2007 a Parigi da Stéphanie Bru (1973) e Alexandre Theriot (1972), dedito all’attività nel campo dell’architettura, della ricerca, della didattica, dell’urbanistica e del paesaggio. I lavori progettati presentano un perfetto equilibrio tra “strategia e forma, rigore e libertà, specificità e genericità, immediatezza e istanza evolutiva”. Si distinguono inoltre per le infrastrutture aperte che si adattano alla ricchezza di possibilità offerte dal contesto e a un’ampia flessibilità d’uso. Prima di conseguire lo Swiss Architectural Award 2020, BRUTHER ha vinto il Prix de l’Équerre d’argent 2016 (per il New Generation Research Center, Caen), il Gold Award, Best Architects Awards 2016 (per il Centro Culturale e Sportivo Saint-Blaise, Parigi) ed è stato nominato nel 2015 per il Mies van der Rohe Award (per il Centro Culturale e Sportivo Saint- Blaise, Parigi). Stéphanie Bru e Alexandre Theriot hanno tenuto conferenze pubbliche e sono stati invitati a insegnare progettazione, in scuole di architettura in Francia e all’estero. Alexandre Theriot è professore presso il Dipartimento di architettura all’ETH di Zurigo.

La Fondazione Teatro dell’Architettura, che ha sede a Mendrisio ed è presieduta da Mario Botta, intende offrire visibilità ai nuovi interessi transdisciplinari che sempre più intervengono nel processo progettuale e che ridefiniscono il ruolo sociale dell’architettura. Le complesse questioni che si concretizzano all’interno della società contemporanea – l’impegno a favore dell’ambiente, la reperibilità delle risorse energetiche, i drastici cambiamenti climatici e le nuove complesse realtà sociali – condizionano fortemente le dinamiche legate agli aspetti identitari che si registrano a livello territoriale tanto da rendere necessari nuovi approcci e una nuova sensibilità disciplinare nell’ambito dell’architettura, degli studi urbani e della progettazione del paesaggio.

Il Teatro dell’architettura Mendrisio, sorto all’interno del Campus dell’Accademia di architettura – Università della Svizzera italiana, è stato progettato dall’arch. Mario Botta, promosso e realizzato grazie al lavoro congiunto dell’Università della Svizzera italiana e della Fondazione Teatro dell’architettura, con lo scopo di offrire uno spazio di dialogo privilegiato per il dibattito culturale in merito all’architettura, alla città, al paesaggio.

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Accanto all’attività didattica e di ricerca svolte all’interno dell’ateneo, quest’iniziativa intende rafforzare l’offerta formativa con mostre, seminari e attività per dare visibilità ai nuovi interessi oltre le discipline che sempre più intervengono nel processo progettuale e ridefiniscono il ruolo sociale dell’architettura.

Il Teatro dell’architettura agisce anche come piattaforma di interscambio con altre istituzioni che hanno fatto delle istanze della cultura contemporanea il proprio campo di interesse. Nel 2020 infatti la collaborazione tra questo, il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, la Pinacoteca Giovanni Züst di Rancate, il M.a.x. museo di Chiasso e il Museo d’arte Mendrisio, ha permesso l’attivazione della rete dei Musei d’Arte del Mendrisiotto (MAM).

La mostra è accompagnata da un volume monografico, in lingua italiana e inglese, edito da Mendrisio Academy Press e Silvana Editoriale e a cura di Nicola Navone. Sul sito www.swissarchitecturalaward.com è possibile trovare tutte le informazioni sulle diverse edizioni del Premio.

Alessandra Chianese

Alessandra Chianese

Nata e vissuta in provincia di Napoli, è da sempre appassionata di arte, di cultura, di moda e del buon cibo italiano. Giornalista, fin da piccola mostra un costante interesse per l’attualità e la politica, determinanti nella sua scelta di vita professionale. Amante delle lingue, adora viaggiare, scoprire nuovi posti e allargare i propri orizzonti. La frase che più la rispecchia è un passo scritto dal grande poeta Dante: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.