Aperta al pubblico dal 1 agosto 2024 e visitabile fino al 16 febbraio 2025, la nuova mostra “TESSERE È UMANO. Isabella Ducrot… e le collezioni tessili del Museo delle Civiltà” a Roma, presso il Museo delle Civiltà – Palazzo delle Arti e Tradizioni Popolari. In realtà una doppia mostra: una selezione di opere tessili dalle collezioni storiche del museo, insieme alle opere realizzate in tessuto dall’artista Isabella Ducrot.
Roma, Italia.
Non potevano essere scelti titolo e luogo più adatti per questa mostra. “Tessere è umano” (titolo tratto dal passaggio di una poesia di Patrizia Cavalli dedicata alle opere tessili di Ducrot) racconta come il tessuto abbia sempre fatto parte della storia dell’uomo, dalla Preistoria, al Medioevo, al Diciannovesimo secolo, fino ai giorni nostri. In ogni civiltà, in ogni continente, per i più svariati usi: non solo per abbigliamento e protezione del corpo, ma anche per imballaggio e trasporto di merci e oggetti.

Sopra, Katabira (summer kimono), Giappone. Photo courtesy of Lara Facco Ufficio Stampa.
Foto grande in alto, inaugurazione Mostra “Tessere è umano”. Foto Michela Formicone
Le collezioni tessili del Museo delle Civiltà
Alcune delle opere appartenenti alle collezioni tessili del Museo delle Civiltà sono state esposte per la prima volta in occasione di questa mostra. Sono quindi inedite e sconosciute al pubblico, oltre ad essere estremamente fragili. La selezione di tali opere è a cura di Francesca Manuela Anzelmo, Paolo Boccuccia, Gaia Delpino, Maria Luisa Giorgi, Laura Giuliano, Vito Lattanzi, Gabriella Manna, Loretta Paderni e Massimiliano Alessandro Polichetti.
A comporre la mostra troviamo tessuti delle collezioni Preistoriche, di Arti e Culture Africane, Americane, Oceaniane, Asiatiche e anche di Arti e Tradizioni Popolari, dall’Età del Bronzo al Ventesimo secolo: un vero e proprio viaggio nello spazio e nel tempo, e a guidarci sono le stoffe, i drappi, i manufatti in raso e seta, gli abiti da festa e da lavoro.
E questi tessuti sono, in ogni trama di cui sono realizzati, inevitabilmente degli strumenti comunicativi. Che raccontano di popoli e società, di usi e costumi, di religioni e di spiritualità.

Isabella Ducrot. Abito con cornice gialla, 2023. Foto Giorgio Benni
Le opere tessili di Isabella Ducrot
L’artista Isabella Ducrot (Napoli, 1931) ha sviluppato il suo interesse per i tessuti (specialmente quelli orientali) durante i suoi numerosi viaggi in Asia. Questo l’ha portata a collezionare tessuti rari e storicamente significativi, e a intraprendere una ricerca artistica che utilizza materiali tessili per nuove opere.
Nel pensiero dell’artista, il tessuto raccoglie la storia umana e le sue storie personali, rappresentando culture immateriali. È un viaggiatore silenzioso tra culture, esaltando l’intelligenza e la sensibilità delle comunità, creando contatti tra persone e aspirando a un legame con il divino.
I tessuti realizzati dall’artista non sono il supporto dell’opera, ma l’opera vera e propria, grazie al valore comunicativo e simbolico che viene loro attribuito.
La sezione di mostra con le opere di Isabella Ducrot è stata curata da Anna Mattirolo e Andrea Viliani con Vittoria Pavesi.

Isabella Ducrot, Abito Blu, 2017. Foto Giorgio Benni
Il dialogo tra “le due mostre”
La mostra si tiene all’interno della Sala delle Colonne, al primo piano del Museo. Una stanza a pianta quadrata, dove le opere sono disposte lungo il perimetro e poi al centro, occupando però lo spazio in modi non sempre attesi: teche e vetrine, ma anche opere che pendono dall’alto e altre molto grandi che dal pavimento arrivano quasi al soffitto.
Un luogo dunque che favorisce il dialogo tra le due mostre, le collezioni tessili del Museo delle Civiltà e le opere di Isabella Ducrot. Le opere si svelano e si nascondono, si specchiano e si coprono l’un l’altra. Mentre si ha di fronte un’opera di Isabella Ducrot, sullo sfondo si ha un tessuto preistorico (e viceversa): una contrapposizione che allo stesso tempo è un’incredibile unione. Come un filo (rosso) che collega tutta la storia dell’uomo.