A sole tre ore di volo dall’Italia la cultura millenaria del Marocco propone itinerari di arte, shopping e gusto nel Kingdom of Light. Medine patrimonio Unesco, suk e antichi riad dove assaporare la tradizione enogastronomica del paese.
Marocco.
Profumo di fiori d’arancia e gelsomino, tramonti infuocati su antichi bastioni e gatti che scorrazzano tra i vicoli delle medine patrimonio Unesco. Il Marocco delle Città Imperiali è una continua scoperta a sole tre ore di volo dai principali aeroporti italiani. E non si ferma ai riad di Marrakesh. Di tappa in tappa tra Rabat, Meknes e Fez, l’eredità millenaria delle dinastie del passato prende forma e si fonde con la lunga tradizione artigianale e con una cultura gastronomica in ascesa per regalare agli ospiti soggiorni all’insegna del relax nel Kingdom of Light, il Regno della Luce (visitmarocco.com).
Rabat, l’antica città dei corsari
Rabat si staglia con la sua Kasbah di Oudayas, bianca e luminosa, sull’Oceano. La città, che affonda le sue radici nel XII secolo, è passata in pochi secoli da porto di corsari (in particolare tra il 1627 e il 1668 quando fu creata la Repubblica di Salé, una città stato indipendente) di cui fu vittima anche il Robison Crusoe di Daniel Defoe, a città imperiale nel XVIII secolo e fino a diventare la capitale del Regno dal respiro cosmopolita con un festival internazionale del cinema ormai vicino alle trenta edizioni. La si ammira al crepuscolo sorseggiando un the alla menta al Cafè des Oudayes, nel cuore della fortezza tra stretti vicoli blu, botteghe artigianali e antichi forni. La stessa spiaggia di Oudayas offre uno scenario magnifico sulla città che appare quasi sospesa sul mare mentre al suo interno la vita quotidiana scorre rapida e impetuosa in rue des Consuls, dove risiedevano i rappresentanti delle potenze straniere e dove oggi il dipinto dei tappeti multicolore testimonia la ricchezza artigianale della città, così come in via Souika e il suk Sebbate, fino ai palazzi delle istituzioni e della politica su viale Mohamed V, al Dâr-al-Makhzen, Palazzo Reale legato alla regnante dinastia alawita, al Mausoleo Mohamed V e alla Torre Hassan, minareto incompiuto circondato da 360 colonne che vegliano sulla città da oltre otto secoli.
Meknes e la figura del sultano Moulay Ismail Ibn Sharif
Alle pendici dei monti del Medio Atlante, a Meknes, è piacevole attendere il tramonto sui 40 chilometri di mura color ocra che circondano la città dalla piscina dell’Hotel Transatlantique, una struttura forse un po’ fané dove però una stanza doppia si prenota a partire da 51 euro a notte e si gode della lussureggiante natura del parco circostante. Tutto a Meknes esalta la figura del sultano Moulay Ismail Ibn Sharif sotto il cui dominio la città divenne capitale del Regno tra il XVII e il XVIII secolo, dalla porta di Bab-El-Mansur in piazza El Hedime che si affaccia sulla antica medina, dalle scuderie ai granai reali fino mausoleo a lui dedicato.
Fez tra shopping e percorsi del gusto
Fez è infine la capitale spirituale del Regno ma anche concentrato di esuberanza. Accendendo alla medina, la più antica del Kingdom of Light, dalla porta Bab Boujloud, si entra in un labirinto di quasi diecimila vicoli su cui si affacciano conciatori, vasai, carpentieri, tessitori e banchi coperti da piramidi di spezie, datteri e dolcetti di pasta di mandorle come le cornes de gazelle (al profumo di fiori di arancio) e ghriba (con semola), oltre a palazzi storici, moschee, antiche scuole coraniche (madrase), palazzi storici e soprattutto al-Qarawiyyi, la più antica istituzione di istruzione superiore al mondo fondata nell’859 da Fatima Al FIhriya. Solo perdendosi nei suoi vicoli, guidati dall’invito alla preghiera dei muezzin e dai minareti che si elevano come fari al di sopra della ragnatela stradine e piazze, si può godere dei dettagli architettonici e delle opere d’arte presenti nella medina, immergendosi in un vortice dai colori arcobaleno dai mille sapori e odori, prima di concedersi una spremuta di melograno appollaiati su uno sgabello dei molteplici locali.
Nei vicoli della medina di Fez c’è poi un palazzo delle meraviglie, Bab Sahra, recentemente ristrutturato, dove imparare l’arte della cucina marocchina, a iniziare dalla scelta delle materie prime da acquistare (è bene tenere presente che il pollame venduto al suk è vivo), per poi degustare i risultati in compagnia (l’esperienza costa 60 euro circa a persona). Dopo una giornata di visite e shopping ci si rilassa al Palais Shehrazade, un riad del XIX secolo con doppie a partire da 108 euro a notte circa, che offre al suo interno un centro benessere e un ristorante (Les Jardins de Sheherazade) dove farsi tentare dalle proposte dallo chef Sylvain Brucato con u n menù degustazione (a 40 euro circa) o dalle mille declinazioni di tajine e cous cous. Da provare il tripudio di antipasti e la pastilla, un pasticcio di carne speziata con mandorle tostate e miele racchiuso in una sottile pasta warka, magari preceduti dalla harira, una zuppa di legumi e pomodori spesso servita per spezzare il digiuno del ramadan.