Da sempre scrivo per passione, ed è anche il mio lavoro. Per raccontare cose che andrebbero perse, per cercare il meglio dell’essere umano. Suddiviso in 4 supersteps, il viaggio alla ricerca delle mie radici borboniche è a Napoli; visitata per lavoro, stavolta è diverso: in fondo, nel quartiere Chiaia, ci sono nata.
Il periodo natalizio è forse quello in cui la città si svela con maggior forza, affascinando il visitatore con le sue storie che sorprendono e divertono, con una realtà che sembra fantasia. Scopriremo invece che quello della festa altro non è che il suo vivere quotidiano: una dimensione che ha tanto di “classico” e comincia a tavola, ai cui piaceri ci esortavano i poeti dell’antichità.
Napoli, Italia.

Sopra la maschera di Pulcinella.
Foto grande in alto, Prospetto della Reggia di Caserta.
Come la maschera di Pulcinella, Napoli cela molte facce. E questa varietà la trovi per strada. Si va tra i palazzi del potere e per i rioni popolari, si cercano le bellezze nell’arte di mete imprescindibili e s’incontra la saggezza spicciola, donata e scambiata come se fosse nulla.

Scorcio della Galleria Umberto I.
Sacro e profano
Il giro turistico oggi inizia con le fermate della metropolitana realizzate dalle archistar internazionali, poi scopriamo le eleganti via Chiaia, via Toledo, via Roma, e la ottocentesca Galleria Umberto I. Segue la zona dei decumani, che riprende l’antica pianta romana, con Spaccanapoli che attraversa il centro storico, San Biagio dei Librai e San Gregorio Armeno, le strade delle tradizioni scaramantiche e dei presepi che si possono acquistare tutto l’anno. Al proposito, non tutti sanno che il personaggio di Benino, il pastore dormiente, è presente quasi solamente nei presepi napoletani e indica l’uomo non risvegliato alla fede.

Benino, il pastore dormiente.
Dopo la visita ad almeno uno dei grandi musei come quello di Capodimonte, il MAN o il Palazzo reale, se è d’obbligo una pausa-babà allo storico Gambrinus su piazza Plebiscito, non può neppure mancare una visita al Duomo che custodisce il tesoro di San Gennaro, fra i più opulenti in assoluto, e l’ampolla del (dicono) suo sangue, al cui scioglimento è demandata almeno due volte l’anno la fortuna della città. Apprendiamo con giubilo che anche stavolta il rito del tutto pagano si è appena rivelato benaugurante.

La stazione Chiaia della Metro Linea 6, progettata dall’architetto napoletano Uberto Siola e ultima realizzata in termini di tempo
Caserta

L’apiario semicircolare.
La visita alla Reggia di Caserta, voluta da re Carlo di Borbone (1716-1788) è un viaggio nel viaggio. Tralasciando i cenni turistici, facilmente reperibili in una qualsiasi guida, la scopriamo al contrario. Cioè iniziando dal Giardino Inglese e dal Parco, entrambi ricchi di acque.

Il Giardino Inglese.
Nel Giardino Inglese sono stati appena aggiunti due Ginkgo biloba, una Magnolia grandiflora e un Cupressus macrocarpa storicamente presenti nel catalogo ottocentesco del Museo verde della Reggia vanvitelliana, che attualmente annovera oltre 15mila alberi. In particolare, il cipresso è stato piantato nel prato delle Araucarie, vicino al grande esemplare centenario abbattuto dal maltempo nel 2019 e lasciato al suo posto.

Il Parco con le scalinate, le fontane e i gruppi marmorei.
Il Parco si apre dall’Apiario semicircolare e la Wassermusik di Haendel ci trasporta in un’altra epoca, mentre l’acqua sorgiva, proprio come allora, precipita dall’alto e giunge a valle saltando nelle fontane impreziosite da imponenti gruppi marmorei come fossero le balze dell’abito di una dama maliziosa.

Il Teatro di Corte visto dal palco reale.
Il Teatro di Corte è una splendida contraddizione. Realizzato in legno e cartapesta, crea un’illusione di opulenza con finti marmi impiegati anche per i pavimenti e stoffe rare solo dipinte, ma s’illumina di oro zecchino autentico e il palco reale ne approfitta generosamente.

Un particolare della sala del trono nella Reggia di Caserta.
Gli interni della casa del Re offrono invece l’occasione di apprezzare l’evolversi nel tempo del gusto artistico e delle scelte per l’allestimento sia delle sale di rappresentanza sia degli Appartamenti privati. Mentre si possono riconoscere i diversi stili dell’arredamento, è memorabile l’incontro con la pittura e la porcellana napoletane; con le sete della vicina Manifattura di San Leucio profusa su pareti e sedute; con la collezione di pendules, i preziosi orologi da tavolo.
Photo Paola Biondi

Interni della Reggia di Caserta.
Appuntamento la prossima settimana con: Napoli, Diario di Viaggio 4° SUPERSTEP