A stagione ormai avanzata, lo sci sul Monte Bianco offre ai patiti che non si vogliono perdere le ultime giornate invernali una scelta ampia e una neve che ancora “tiene”. Nel comprensorio di Val Veny e Checrouit, subito dopo Courmayeur, infatti, possono sciare tutti, dai principianti fino a coloro che sono in grado di affrontare lo spettacolare fuoripista della Cresta d’Arp, o l’indimenticabile discesa della Vallée Blanche, che percorrendo il ghiacciaio del Bianco arriva a Chamonix. Ma sicuramente il modo più emozionante di vivere questo sport è l’heliski: si sorvola il massiccio più maestoso delle Alpi e si scende nell’assoluto silenzio dell’alta montagna sulla neve immacolata dei ghiacciai del Miage, del Bionassay, della Lex Blanche, con le attrezzature di sicurezza – lo zaino ABS e l’arva – e il supporto di un’esperta guida alpina.
E dopo una giornata di sport ed emozione, si sogna il relax in un piccolo wellness tranquillo e una bella cena valdostana, rallegrata dal calore del camino. Per tutto questo un indirizzo sicuro è il Pilier d’Angle, affiliato alla catena francese Logis, specializzata in alberghi di charme e di buona cucina. L’hotel è ricavato da tre chalet ad Entrèves e prende il nome da un torrione a spigolo, difficile via alpinistica di ascesa alla cima del Monte Bianco.
Le sale comuni, le ampie camere, la Spa Serendip, tutto qui emana il calore del legno e il semplice buon gusto delle decorazioni di montagna. Sulla terrazza, fra la neve ancora alta, una grande vasca idromassaggio calda rappresenta una tentazione quasi irresistibile: ci si rilassa facendosi accarezzare dalle bollicine e guardando la cima del Bianco che scolora lentamente al tramonto.
Ma il vero lusso di questo albergo è il servizio, puntuale e attento, porto con spontaneità e famigliarità. I proprietari, il direttore, il maitre, tutti si adopreranno per farvi sentire a casa. E “di casa” sarà la cena a La Taverna, il ristorante gourmet che offre una cucina valdostana autentica, presentata con cura e con una buona selezione di vini della vallata. La zuppa alla valpellinetse, con il pane nero, il cavolo e la fontina, la Raclette, col formaggio fuso da mangiare con le patate e i sottaceti, la Pierrade, la pietra calda su cui cuocere varie carni e verdure, la Fondue Bourguignonne, con i bocconi cotti nell’olio bollente e la piemontese Bagna Cauda sono solo alcuni classici di una cucina di montagna che rallegra per la condivisione fra commensali di questi piatti. E’ un’esperienza di montagna autentica, dove il “glamour” di altre località non si fa rimpiangere, per veri appassionati dell’ambiente alpino.
Da comprare:
La motsetta, carne secca di bovino e il lardo di Arnad, da mangiare nel modo classico, pane nero e castagne. Il prosciutto alla brace di Saint’Oyen e quello Saint Marcel alle erbe di montagna La Valdôtaine. La Fontina Dop e i tanti formaggi di mucca e di capra.
E per digerire, la Vuassa di Papa Marcel, grappa aromatizzata alle erbe e l’amaro Ebo Lebo storici marchi locali.
Marco Restelli