
La vita di Claudio Bisio “raccontata male” al Manzoni di Monza

Teatro gremito e grandissimo successo per Claudio Bisio in “La mia vita raccontata male” di Francesco Piccolo. Una carrellata di episodi, piccole folgorazioni, aneddoti e ricordi tra la storia personale del protagonista e la storia con la “s” maiuscola del nostro paese dagli anni 60 a oggi.
Monza. Italia.
La mia vita raccontata male di Francesco Piccolo è invece interpretata benissimo da un brillante Claudio Bisio che intrattiene il pubblico con maestria, facendo ridere, facendo ricordare, facendo riflettere e anche interagendo senza copione con il pubblico distratto dal malore (lieve) di una signora presente in sala, soccorsa tempestivamente. Non è mancata una battuta sull’avventatezza di essere andati in scena la sera in cui giocava il Milan.
Il viaggio esistenziale è vario e sfaccettato
Il viaggio esistenziale è vario e sfaccettato. Dal primo amore in prima media, alla mitica partita dei mondiali di calcio tra Germania Ovest e l’”altra” Germania, la Germania Est, con i giocatori in tristi divise azzurre, dove scoccò la scintilla per il comunismo del protagonista, che proprio non riusciva a non tifare per i più deboli (che poi vinsero); dall’incomprensione paterna per l’impegno politico dalla parte sbagliata all’incomprensione dei compagni dei comitati studenteschi per il “signorino” in montgomery doppio petto blu (incompreso sempre insomma); dagli anni della contestazione a quelli romani a caccia di provini; dall’esperienza di attore impegnato a quella di padre di famiglia (di una brava ragazza e di un fantomatico “giapponese” capitato in famiglia e quasi per caso rimastovi). Il racconto dello scalmanato giapponese – che poi è il ritratto del figlio maschio medio da 0 a 6 anni, giapponese o no – è stato molto apprezzato: un po’ infelice l’insistenza per l’appellativo continuamente ripetuto ma, nell’epoca del politicamente corretto a tutti i costi, chapeau per la scelta di utilizzare un termine scomodo ma dal sicuro effetto comico.
L’ambientazione è un ampio soggiorno pieno di libri e televisori
L’ambientazione, curata da Guido Fiorato, è un ampio soggiorno con tanti libri e tanti televisori, quelli più profondi che larghi, degli anni 60, 70, 80 e 90 dove scorre la vita del protagonista e la storia del nostro paese. Dal Carosello con le sorelle Kessler all’elezione di Silvio Berlusconi. In scena anche due eccellenti musicisti, Marco Bianchi e Pietro Guarracino, che sottolineano i momenti più intensi o più comici.
Bisio è perfetto con la sua mimica e la sua gestualità che accennano, che lasciano intendere, che suscitano il riso già prima di aver pronunciato la battuta nel tratteggiare questo racconto di vita in cui il bello e il brutto si intrecciano e si consolidano tanto che, “come i bastoncini dello shangai – se tirassi via la cosa che meno mi piace nella vita ne verrebbe via per sempre anche quella che mi piace di più”.
Foto piccola in alto Elena Borravicchio, foto grande Elisabetta Flori.