Mare e montagna, spiagge assolate e vette innevate, paesaggi brulli e foreste di conifere, surf e trekking… il tutto in un continente in miniatura!
Gran Canaria, Spagna.
Chi parla di Gran Canaria, parla di buona accoglienza. Qui il visitatore viene accolto nei migliori dei modi dalla popolazione locale, abituata al continuo passaggio di genti e culture diverse, essendo l’isola un ponte tra Europa, America e Africa. Situata nell’Oceano Atlantico a poco più di 200 chilometri dalla costa africana e a più di 1200 chilometri dalla penisola iberica, il suo clima secco e tropicale garantisce una gradevole temperatura tutto l’anno. Inoltre c’è solo l’imbarazzo della scelta tra le distese sabbiose del sud, le alte scogliere rocciose occidentali o le esclusive calette a nord; starsene beatamente crogiolati al sole sulla spiaggia, dedicarsi allo sport all’aria aperta oppure fare un’escursione nell’entroterra dove la temperatura è decisamente più mite; passeggiare tra paesaggi brulli o foreste subtropicali; fare shopping tra le strade affollate di Las Palmas o tra i graziosi paesini sulle vette, detta la Cumbre, a volte addirittura innevate. Questa vasta scelta di climi e paesaggi la rende una metà ambita, meritando il titolo di “Continente in miniatura”.
LAS PALMES A RITMO DI MUSICA
Il punto migliore per cominciare a visitare l’isola è il suo capoluogo, Las Palmas, il centro sociale, economico e politico di Gran Canaria. Il suo nome deriva dall’epoca dei conquistatori spagnoli alla fine del XV secolo, quando il comandante Juan Rejòn fondò il capoluogo di provincia Real de Las Palmas e fu ufficializzato solo alla fine della conquista dell’intera isola nel 1515 con il nome di Las Palmas de Gran Canaria.
Il primo colpo d’occhio in lontananza, avvicinandomi lungo la strada che la collega all’aeroporto, è quello di una grande città, la più popolata dell’intero arcipelago con circa 400 mila abitanti, con tante palazzine di colori diversi, un lungomare dalla sabbia chiara costellato di palme ad alto fusto e brulicante di giovani che, approfittano della gradevole brezza marina, fanno jogging. La prima impressione di città viva e divertente non viene smentita, anzi, non appena giro l’angolo un colorato ed eccentrico gruppo folcloristico accoglie i visitatori con i tipici balli Isa e Parranda a ritmo di canzoni popolari spagnole, a quanto pare uno spettacolo che si ripete ogni weekend in diverse piazze del centro. Girare tutta la città esclusivamente a piedi è una scelta troppo ardua per i miei gusti, soprattutto quando ci sono oltre 30 gradi all’ombra e si sta avvicinando l’ora di pranzo. Quindi opto per un divertente, veloce e refrigerante giro in segway: con molta facilità e con i capelli al vento mi dirigo verso il lungomare percorrendo la comoda pista ciclabile. L’invidia per chi in quel momento stava facendo il bagno nelle fresche acque dell’oceano svanisce non appena mi dirigo tra i ventilati e ombreggiati vicoli pedonali del centro storico. La scelta migliore, infatti, è quella di non usare affatto l’auto e andarsene a zonzo con mezzi a impatto zero. Oltre alla Cattedrale, alle Casas Consistoriales (ex municipio) e al Palacio del Obispo (Palazzo del Vescovo), poco distante dalla piazza principale si trova la Casa de Colón che testimonia il passaggio di Cristoforo Colombo durante la sua tratta verso l’America. Oltre ai soffitti a cassettoni in legno e alle rifiniture in pietra, la bellezza di questo edificio signorile sono le preziose collezioni di mappe e il vasto archivio che rappresenta un’importante chiave di lettura della storia del Nuovo Mondo. Lungo le vie, in qualche angolo di piazza, seduta su una panchina… si trova una delle tante statue di bronzo che rappresentano dei personaggi realmente esistiti ritraendoli in una posa o attività per la quale sono diventati un simbolo del luogo. Come ad esempio la statua di una anziana signora soprannominata Lolita Pluma che, con la sua personalità eccentrica, andava in giro per Las Palmas distribuendo dolcetti ai bambini; difficile incontrare un adulto oggi giorno che non ricordi con affetto questa bizzarra vecchietta. Riprendendo il segway mi dirigo verso la passeggiata de Las Canteras, il lungomare più gettonato de La Isleta (la minuscola penisola che spunta dall’angolo settentrionale dell’isola) da cui si può ammirare da una parte El Confital, il posto ideale per praticare il surf in qualsiasi periodo dell’anno e dall’altra la Barra, una particolare barriera di lava che trasforma questa parte di costa in una vera e propria piscina naturale. Il posto è così vivo, colorato e divertente, con tanti artisti di strada che animano la via a ritmo di musica, tra i tanti locali aperti fino a tarda notte, che è impossibile non ritornarci in serata per godere di un bel tramonto e per gustare una birra ghiacciata, ma non una qualsiasi, bensì una Tropical Limon con il cane blu: sull’etichetta di questa birra, infatti, è disegnato un cane, simbolo di Gran Canaria, che diventa blu solo quando la birra è gelata e, quindi, pronta per essere gustata.
DA DOVE TUTTO EBBE INIZIO
Senza prendere alcun aereo o rimanere imbottigliati nel traffico per ore, a pochi chilometri dall’entroterra di Las Palmas, lo scenario cambia improvvisamente: le spiagge si trasformano in salite tra i pendii dei vulcani e le lunghe parate di palme tra le vie della città si trasformano in bassi arbusti, nel versante sud, e alti pini, nel versante opposto. Arrivata nella parte centrale dell’isola, mi ritrovo dove tutto ebbe inizio: proprio in cima alle montagne, tra canyon e grotte scavate nella roccia, dove vissero gli indigeni dell’isola fino alla conquista da parte degli spagnoli. Il Parco Rurale Nublo è punteggiato da 30 piccoli villaggi ed è riconosciuto come Riserva della Biosfera dell’Unesco. Prima di proseguire il cammino per andare a visitare le famose grotte, sulle cui pareti ancora resistono le originali pitture di forme geometriche, vi consiglio di andare a visitare il piccolo Museo di Fortaleza per comprendere lo stile di vita degli antichi abitanti di questi luoghi.
Dove mangiare:
In un elegante edificio Art Nouveau del 1844 ha sede un esclusivo club: La Terraza del Gabinete Literario, che è il luogo ideale per un pranzo tutt’altro che frugale, in cui non può certo mancare un buon piatto di Ropa Vieja, una misto di carne tenerissima, ceci, verdure e patate.
Da provare anche il ristorante del Paradores Cruz de Tejeda situato a 1800 metri di altitudine nel borgo premiato come il più bello dell’arcipelago.
Dove dormire:
Per una vista mozzafiato sulla costa è ideale scegliere uno dei grattacieli di Las Palmas: AC Hotel Gran Canaria.
Per informazioni:
www.grancanaria.com
www.spain.info
Testo e foto di Beatrice Caldovino
beatrice@agendaviaggi.com