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Cantine e cunicoli: l’Umbria insolita si svela in un long weekend di gusto e storia

Dimenticate la routine. Questo non è un semplice viaggio, ma un’immersione profonda nell’anima dell’Umbria: da un lato la sua eccellenza enologica fatta di progetti innovativi come le “Cantine Etiche”, vigneti curati e storie familiari centenarie; dall’altro, la sua maestosità iconica che tuona nella natura selvaggia delle Cascate delle Marmore e sussurra storie millenarie tra i vicoli e i cunicoli sotterranei di Narni e Perugia. Un long weekend appassionante che fonde l’eleganza del calice con la scoperta di tesori nascosti, creando un itinerario insolito e indimenticabile.

Umbria, Italia.

Da sinistra: Oliver Bucher, Rufo Ruffo della Scaletta, Augusto di Marziantonio,
Nicolò Vicaroni e Irene Ducoli

Cantine Etiche in Umbria: un viaggio nell’anima del vino tra storie, territorio e ospitalità sostenibile

Nel cuore verde d’Italia, un’iniziativa pionieristica sta riscrivendo il concetto di enoturismo. Cinque cantine umbre si uniscono in un progetto che non parla solo di vino ma di etica, sostenibilità e spirito collaborativo, offrendo un’esperienza profonda che va oltre il semplice calice.

Questa è l’Umbria che si svela piano, tra colline che respirano al ritmo delle stagioni e casali che profumano di storia. È qui che nasce Cantine Etiche, una rete di imprese vitivinicole che hanno scelto di fare squadra per coltivare un’idea di futuro più consapevole, rispettoso dell’ambiente e delle persone. Un progetto non nato da un freddo piano marketing ma da un sentimento condiviso: restituire valore a una terra generosa, custodendone l’anima e raccontandola attraverso ogni bottiglia.

Il vino come collante sociale: storie di Cantine che fanno la differenza

Se un tempo la collaborazione nel mondo del vino nasceva dalle difficoltà, oggi è la consapevolezza di un futuro più sostenibile a spingere verso nuove forme di cooperazione. Ciò che si riscopre, una volta fatto gruppo, è il piacere di costruire insieme, di condividere obiettivi e successi. E in un settore in continua evoluzione, questa unione fa la vera differenza.

Cantine Etiche nasce nel 2022 con un obiettivo chiaro: crescere insieme e creare una carta dei vini umbri per la ristorazione e l’hôtellerie. Le aziende coinvolte – Collespino, Marchesi Ruffo della Scaletta, Tenuta dei Mori, Santo Iolo e Villa Bucher – non sono una semplice associazione, ma una vera e propria rete-soggetto, con una soggettività giuridica e un contratto etico che regola la collaborazione. Cantine diverse per dimensioni, stile produttivo e collocazione geografica, ma unite da valori comuni. Un esempio virtuoso che il mondo del vino offre a una società spesso divisa.

Collespino Tenimenti: l’eleganza del passato, la visione del futuro a Narni


La storia di Collespino Tenimenti a Narni è plasmata dalla figura unica di Augusto Di Marziantonio. Immaginate un avvocato specializzato in diritto agrario che per vocazione, decide di tornare alla terra. Nel 2005 la svolta: l’acquisto di un casale i cui ambienti più antichi risalgono al 1650. Con la moglie Silvia, Augusto ha condotto una ristrutturazione maniacale, trasformando i ruderi in un gioiello che ospita oggi una sala degustazione e un vigneto di 1,20 ettari. Non è solo un’azienda ma un atto d’amore che unisce la competenza manageriale al rispetto millenario della storia umbra.

Ruffo della Scaletta: l’ecosistema autosufficiente ispirato dal tempo


Sempre a Narni, Marchesi Ruffo della Scaletta è l’esempio lampante di come la sostenibilità non sia un trend ma una strategia generazionale. L’azienda si estende su ben 650 ettari, con una scelta che parla chiaro: 150 ettari sono dedicati solo al bosco, vero polmone verde che garantisce un perfetto equilibrio ambientale. L’attuale conduttore, Rufo Ruffo, incarna la figura dell’imprenditore moderno: coniuga la storia di famiglia con una conduzione integrata (SQNPI) che riduce drasticamente l’uso di chimica, acqua ed energia. Qui l’impegno è tangibile: un impianto di biogas rende l’azienda autosufficiente. L’obiettivo? Valorizzare i vitigni autoctoni attraverso etichette proprie, ambiziose ma accessibili, in un progetto che punta sulla qualità anziché sulla quantità di massa.

Tenuta dei Mori: tradizione e innovazione tra vecchi gelsi e nuove nuvole in etichetta


Nel piccolo borgo di Villanova, tra Todi e Assisi (sulla Strada dei Vini del Cantico), la famiglia Vicaroni scrive la sua storia dai primi del Novecento. Il nome “Mori” è un omaggio ai gelsi – sotto i quali la famiglia si riposava, un legame intimo con l’Umbria rurale. Sui terreni argillosi e limosi nascono vini dal carattere moderno, distinti da blend innovativi: un mix audace di vitigni autoctoni come Sangiovese e Trebbiano Spoletino con uve internazionali quali Alicante e Vermentino. Le nuvole in etichetta non sono un vezzo: simboleggiano l’inscindibile rapporto tra uomo e natura, una visione che si specchia nei paesaggi “leopardiani” visibili dalle ampie vetrate aziendali.

Santo Iolo: quando il mare antico incontra l’enoturismo di lusso e l’ospitalità


Santo Iolo è la dimostrazione che l’enoturismo può raggiungere vette poetiche. Qui il vino, l’ospitalità e il paesaggio si fondono in un’esperienza unica. La cantina si adagia su una collina, di fronte al casale ottocentesco, con un’architettura essenziale di tre archi di pietra che proteggono i vini. La vera magia è nel sottosuolo: un terreno geologicamente unico, dove il mare del Pliocene ha lasciato in eredità conchiglie e minerali. Questa storia millenaria si traduce in rossi, bianchi e spumanti Metodo Classico di straordinaria mineralità. Il casale stesso è un gioiello, un mix di design e antiquariato, circondato da un giardino all’inglese dove persino asini e galline di razza partecipano all’immersione sensoriale, offrendo agli ospiti un soggiorno indimenticabile immersi nella natura e nel gusto.

Villa Bucher: il lusso accessibile sul terreno vulcanico con vista sui vigneti


Situata nella Media Valle del Tevere, Villa Bucher è una nicchia di eccellenza. Dei suoi 65 ettari, solo 6,5 sono dedicati alla vigna, a un’altezza di 450 metri sul livello del mare. La sua unicità? Il terreno vulcanico, riconosciuto tra i migliori al mondo per la viticoltura, che conferisce ai vini un carattere distintivo e di longevità. La filosofia produttiva è quasi spirituale: ogni uva è raccolta rigorosamente a mano e vinificata separatamente, focalizzando sull’esaltazione delle singole caratteristiche del vitigno. I vini che ne derivano sono strutturati e capaci di “raccontare il luogo”. Villa Bucher si propone come un punto di riferimento per chi cerca prodotti locali di altissima qualità ma con un obiettivo chiaro: rendere l’eccellenza e il lusso accessibile a tutti, completando l’offerta con la possibilità di soggiorni raffinati tra le vigne.

Vini che parlano il linguaggio della terra: un’etica che si fa pratica

Ogni cantina ha sviluppato una proposta enologica coerente con la propria identità. A Narni, Marchesi Ruffo della Scaletta firma una gamma di Ciliegiolo articolata e contemporanea, anche in versione rosato e spumante. Le altre aziende puntano su varietà internazionali per gli Umbria Rosso, mentre tra i bianchi spiccano il Vermentino, sorprendentemente sapido nonostante l’Umbria non abbia sbocchi sul mare, e il Grechetto, spesso sottovalutato ma capace di regalare rotondità e note minerali che ricordano i grandi bianchi italiani.

Cantine Etiche è un manifesto concreto. Sostenibilità ambientale, sociale, culturale ed economica sono i pilastri su cui si fonda il progetto. Pannelli fotovoltaici, agrivoltaico, tutela della biodiversità, packaging leggero e riciclabile: ogni dettaglio è pensato per ridurre l’impatto ambientale. Ma l’etica si estende anche alle persone, con percorsi di formazione per i collaboratori, attenzione al territorio e prezzi equi che garantiscono dignità al lavoro. Un vero e proprio patto tra uomo e natura, dove la terra non viene sfruttata, ma ascoltata, e dove l’impresa non è solo profitto, ma impatto positivo. In un mondo in cui l’etica spesso si piega al mercato, questa piccola rivoluzione umbra ha il sapore buono delle cose fatte con amore. E con criterio.

Il sentiero delle Cantine Etiche: quattro giorni tra calici, storia e paesaggi emozionali che conducono a Perugia

Dimenticate il classico weekend enogastronomico. Nel “cuore verde d’Italia”, la rete di Cantine Etiche ha creato un progetto che è molto più di una degustazione: è un itinerario di quattro giorni che unisce etica, sostenibilità e la bellezza autentica dell’Umbria. Un viaggio, chiamato “Il Sentiero delle Cantine Etiche“, che è un’immersione nell’anima più profonda della regione, tra paesaggi che incantano, storie che affiorano dalla pietra e calici che raccontano il territorio, culminando nella splendida città di Perugia.

Giorno 1 – La potenza d’acqua e l’Enoturismo a Km zero

Il viaggio si apre con un incontro travolgente: quello con le Cascata delle Marmore, tra le più alte d’Europa. Questa opera idraulica di epoca romana è oggi uno spettacolo naturale di rara intensità. I suoi tre salti e i 165 metri totali si ammirano lungo i sei percorsi escursionistici del Parco fluviale del Nera. Da non perdere il Balcone degli Innamorati per una prospettiva mozzafiato, o il Percorso della Ninfa per chi cerca l’avventura tra spruzzi e grotte naturali.

Dopo l’esplosione della natura, si fa rotta verso una delle Cantine Etiche più vicine, a Santo Iolo per assaggiare vini che raccontano la storia del territorio con la stessa forza, ma con la pacatezza della tradizione.

Giorno 2 – Narni: il cuore segreto dell’Umbria e le sue vigne

Nel pomeriggio si raggiunge Narni, il borgo medievale che custodisce il centro geografico d’Italia (celebrato da un cippo presso il Ponte Cardona). Arroccata tra le colline, Narni è un luogo di bellezza discreta e storia profonda. Oltre alla Rocca Albornoz e ai palazzi nobiliari, è nel sottosuolo che la città rivela il suo lato più misterioso: la Narni Sotterranea. Un viaggio nel tempo e nella memoria tra cisterne romane, una chiesa del XII secolo e le inquietanti stanze dell’Inquisizione con i loro graffiti alchemici. Un’esperienza che si conclude idealmente con una visita e degustazione a Collespino Tenimenti o Ruffo della Scaletta, per legare l’antico alla passione vinicola.

Giorno 3 e 4 – Perugia: l’arte che parla all’anima e i sapori del futuro

Il gran finale è affidato a Perugia, città elegante, stratificata e sorprendente. L’ingresso è scenografico, attraverso le viscere della Rocca Paolina, con le scale mobili che fendono la pietra in una simbolica ascesa verso la luce. L’antico forte papale è oggi un centro espositivo che custodisce storia e opere d’arte.

Il cuore culturale pulsa all’Isola di San Lorenzo, tra la Cattedrale e la magnifica Fontana Maggiore, capolavoro duecentesco di Nicola e Giovanni Pisano. Il salotto buono è il Corso Vannucci, ideale per una passeggiata tra caffè storici e scorci panoramici.

La Galleria Nazionale dell’Umbria: un tesoro di 800 anni

Il secondo giorno a Perugia è d’obbligo dedicarlo all’arte. Ai piani superiori dello storico Palazzo dei Priori, lungo Corso Vannucci, è ospitata la Galleria Nazionale dell’Umbria, una delle più ricche collezioni d’arte d’Italia. La Galleria raccoglie la più completa collezione museale umbra, con oltre 3000 opere (di cui 500 esposte) che coprono un periodo che va dal XIII al XIX secolo.

Si ammirano dipinti, sculture, ceramiche, tessuti e oreficerie distribuiti in 40 sale, per un viaggio nella storia dell’arte italiana che include maestri assoluti come Perugino, Pinturicchio e il Beato Angelico. L’origine della collezione si lega all’Accademia del Disegno di Perugia del 1573, consolidandosi poi con le opere demanializzate e le donazioni, fino a diventare l’istituzione statale che conosciamo oggi, inaugurata in questa sede nel 1907 come Pinacoteca Civica e ceduta allo Stato nel 1918.

Vivere Perugia: tra vicoli medievali e botteghe, la città offre anche una tradizione gastronomica ricca, dal cioccolato (protagonista di Eurochocolate) ai piatti di cacciagione. Un pranzo in terrazza, magari con un calice delle Cantine Etiche a Villa Bucher presso la “Degusteria dell’azienda, è il modo perfetto per salutare un’Umbria che sa unire il passato alla consapevolezza del futuro, attraverso storie di vino che si fanno storia, cultura e ospitalità autentica.

Photo dall’alto: Carlo Ingegno. Courtesy of Maddalena Mazzeschi Comunicazione, Marketing e Pubbliche Relazioni del vino (6). Carlo Ingegno (6).

Carlo Ingegno

Carlo Ingegno

Editore-Direttore Agenda Viaggi. Il primo grande viaggio? Quasi 15 ore di aereo per attraversare il mondo, ed arrivare in fondo al Sud America, tappa la bella Buenos Aires, dove ci rimane per ben dodici anni. Qui la prima esperienza lavorativa, nell'editoriale Rizzoli, che aveva acquistato nella città tanto amata da Jorge Luis Borges una nota casa editrice. Negli anni ‘80 torna in Italia, a Milano, questa volta per lavoro in Rcs, dove si occupa di costume, immagine e grafica. Inoltre viaggia, fotografa e scrive storie dal mondo con approccio esplorativo sempre attento ai dettagli. Oggi dirige Agenda Viaggi con un gruppo di persone molto speciali. Vive a Monza ma spesso si sposta a Verzimo, un paesino del XI sec. in provincia di Vercelli, in una casa piccola, soleggiata, per metà ristrutturata, un giardino incolto e mobili tutti diversi per epoche e stili, come la vecchia tavola da surf testimone di lunghe cavalcate sulle onde in California o come l'eccentrico menù del caffè Granola a Copenaghen, la foto scattata alla cisterna di vetro colorata da Dumbo, Brooklyn, dell'artista Tom Fruin, e le belle stampe che immortalano la piacevole solitudine sulla spiaggia di Margate nella contea del Kent in Inghilterra.

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