E’ andato in scena al Piccolo Teatro Strehler di Milano, “Boomers”, un racconto di memoria, tra mescolanza virtuale e reale. Sul palco Marco Paolini, Patrizia Laquidara, Luca Chiari, Stefano Dalla Porta e Lorenzo Manfredini.

Milano, Italia.
Marco Paolini fa un salto nei ricordi, nei frammenti di memorie condivise di un piccolo mondo neanche troppo antico, ma tramontato, sepolto nella rapida trasformazione del paesaggio, del costume, della dipendenza da tecnologie portatili e pervasive Boomers è il nome della generazione più vecchia oggi in scena, quella del boom economico, dei contrasti positivi e negativi che hanno visto il mutamento del paradigma uomo – mondo – evoluzione. Il difficile compito di mettere in scena quel sottile bordo su cui si sta muovendo l’umanità tra l’auto estinzione, la promessa dell’evoluzione tecnologica, il grave fardello dell’ imprinting (costruzione di pensiero) che ci portiamo appresso. Il gestire sfide moderne con al comando della macchina spaziale cervelli legati ad un pensiero vincolato a strumenti obsoleti.
“LA BANALITÀ DEL MALE”
Paolini lo fa con la leggerezza che lo contraddistingue. Anziché mostrare il groviglio della matassa mette a nudo tratti di spago, lasciando allo spettatore il piacere e l’onere di immergersi, riconoscere, orientarsi. Per farlo riparte da quella che mi piace definire “la banalità del male”: l’indifferenza, l’incapacità d’accettare la messa in discussione della personale confort zone, l’alienzione, il pressapochismo. Impossibile non richiamare alla mente fin dalle prime battute il precedente lavoro sul Vajont…tutti sanno, l’arroganza cerca d’imporsi, la tragedia rimette l’essere umano difronte alle proprie responsabilità. Il ponte Morandi, il mondo di sotto nelle spire evolutive di un divenire carico di promesse, la cronaca annunciata: come non sovrapporre questa sequenza con l’immagine di chi può manipolare la genetica, la clonazione (la famosa pecora Dolly), la fissione nucleare; oppure non comparare il livello diffuso ed altamente tecnologico degli armamenti con l’ottusità del pensiero unico guerrafondaio.
Ne nasce una narrativa alla Dario Fo e Franca Rame, un teatro di denuncia ma, come ripeto, con tutto lo stile e la leggerezza di Paolini. La voce melodica di Patrizia Laquidara, coadiuvata dai tre performer musicisti, conferisce ambienti sonori carichi di ricordi, suggestioni, domande,riflessioni, sostituendosi nella metafora alla sola parola. La speranza, le proposte di percorsi per un futuro in sintonia con il mondo non scivolano in rosa. Boomers non è uno spettacolo demiurgo ma mostra il limite di portali che non si aprono incrostati dal “si è sempre fatto così”, richiamando contemporaneamente alla ricchezza ed alle opportunità che ci appartengono. Opportunità di cui l’Arte è parte integrale ed il Teatro in particolare svolge un ruolo da protagonista. Grazie d’esistere.
Foto Gianluca Moretto
INFO
Teatro Strehler – Piccolo Teatro
Pippo Biassoni