Milano, Italia. Un’astronave attraversa il teatro e atterra sul palcoscenico planando sugli spettatori. Piovono schede elettorali…Dall’astronave esce un minuscolo alieno. È ancora possibile salvare il mondo? Il piccolo alieno non lo sa.
Ed ecco i personaggi. Uno sconcertato Kim Jong Un vorrebbe riunificare le due Coree, un disilluso Donald Trump, abbandonata la stanza ovale, vorrebbe non possedere denaro, fondere tutte le armi esistenti e salvare il mondo. E ancora, una Hedi Klum grassa, si è ridotta a mangiare tutte le brutture del mondo per poi scoprire che è stato inutile e una Cassandra maniaco-depressiva veggente non vede altro che un futuro di totale infelicità e assenza di emozioni.
La lettura scenica de “Il ringhio della Via Lattea” testo a metà tra comico, assurdo ed esistenzialista, scritto dal giovane drammaturgo tedesco di origini koreane Bonn Park e tradotto dal duo teatrale italo-tedesco Lea Barletti e Werner Waas, è un ironico quanto crudo (e ahimè “realistico” nella sua irrealtà), quadro della società contemporanea. Dopo “Tristezza e Malinconia o il più solo, solissimo George di tutti i tempi”, messo in scena ancora da Lea Barletti e Werner Waas e sempre al Teatro-i, e Piangiamo la scompartsa di Bonn Park, Il ringhio della Via Lattea è un richiamo all’umanità tutta. Uno scuotimento attraverso l’uso di un registro ben poco narrativo, che in un susseguirs di cortocircuiti di senso viene plasmato da questo giovane e geniale drammaturgo, e rovesciato in una visione insieme comica, surreale, magica e tragica, per offrire un’immagine tanto grottesca della realtà futura, quanto tragicamente possibile. Tutto avviene infatti in un mondo parallelo in cui le brutture dell’umanità saranno la causa di un’inevitabile fine del mondo.
A scuotersi ci pensa l’autore in persona. L’arrabbiato Bonn Park arriva dal futuro (in una mise en abyme che si ripete all’interno del testo: la lettura inizia con la descrizione di un’astronave che entra sulla scena sorvolando la testa degli spettatori) imprigionato in un corpo da ragazza di undici anni, che ammonisce l’umanità. Non c’è rimedio, il mondo è una schiuma nera, “dovete fare qualcosa” o la fine del mondo arriverà.
La Via Lattea sta ringhiando, è arrabbiata, “sconcerata e disillusa”. Non comprendete più la bellezza, stupidi umani (eppure ogni cosa sarebbe invece di una grazia sorprendente), dice il personaggio Bonn Park. Prendete in mano la vostra vita, reagite e agite, sperate, amate, guardatevi negli occhi…guardate la Via Lattea. È un grido alla vita contro la morte e la distruzione, contro la tristezza. Il cielo esiste ancora e il mondo è proprio lì, sotto questa bellezza lucente di stelle e invece voi, merde umane, non pensate ad altro che a distruggergervi a vicenda. Un’antica credenza degli aborigenti, racconta che gli spiriti, mostrandosi attraverso le figure ancestrali degli animali indicano all’uomo i percorsi sacri nel deserto e nella savana alla scoperta dei pozzi d’acqua e mostrano le stelle della Via Lattea. Come se lì, in quel grumo di bellezza stellare, vi fosse la salvezza.
Alla fine del testo il personaggio della giraffa rilassata giocherà con gli spettatori in un mondo magico che lascierà un messaggio di speranza, e forse, di possibile salvezza, a patto che noi umani ci assumiamo la responsabilità delle nostre azioni e guardandoci negli occhi ritroviamo la nostra umanità.
Bonn Park attraverso il gioco dell’ironia, ribalta la maschera della realtà contemporanea e mostra con sorprendente abilità nel maneggiare la parola, quanto la “schiuma nera” dell’ avidità, delle guerre, della disumanità e tristezza rischino di spegnare per sempre la luce della Via Lattea.
Lo spettacolo è stato realizzato nell’ambito del progetto Fabulamundi. Playwriting Europe e con il patrocinio del Goethe-Institut Mailand. Fabulamundi Playwriting Europe è un progetto di cooperazione che vede coinvolti teatri, festival e organizzazioni culturali in Italia, Francia, Germania, Spagna e Romania.
Il ringhio dell Via Lattea di Bonn Park
Traduzione e lettura scenica a cura di Lea Barletti e Werner Waas con il sostegno del Goethe-Institut
Interventi sonori e musicali di Marco Della Rocca
Nell’ambito di Fabulamundi – Playwriting Europe