Mestre è ancora una volta il punto di riferimento per l’arte contemporanea: Chagall ha il posto d’onore in un’esposizione ampia e affascinante, che accompagna i visitatori alla scoperta dei temi cari all’artista russo e agli artisti con cui dialoga in questa occasione. Toccanti i suoi ricordi d’infanzia, il tema del sogno che lo aiuta ad affrontare le tragedie del XX secolo, l’amore, la fede, il tutto rappresentato con l’incredibile fantasia che caratterizza la produzione di questo pittore unico.
Mestre (VE), Italia.
A un anno esatto dall’inaugurazione della mostra su Kandinsky e le avanguardie, il Centro Culturale Candiani di Mestre apre di nuovo le sue porte all’arte contemporanea. Marc Chagall (1897-1985) è il protagonista di questa nuova esposizione curata da Elisabetta Barisoni, responsabile di Ca’ Pesaro-Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia. Proprio dalle collezioni di questo importante museo veneziano proviene la maggior parte delle opere esposte. Anche questa volta, infatti, uno degli obiettivi valorizzare e far conoscere l’immenso patrimonio dei musei civici. La scelta compiuta è stata dunque di chiedere in prestito solo opere di Chagall: il Musée National Marc Chagall di Nizza, l’Albertina di Vienna, l’Israel Museum di Gerusalemme e il Szépmüvészeti Museum di Budapest hanno accettato l’invito a prestare i propri capolavori, riconoscendo il valore culturale dell’iniziativa.
Non si tratta infatti di una retrospettiva personale su Chagall, ma di un tentativo di far dialogare l’opera del maestro russo con artisti che da lui hanno preso spunto o che vedevano l’arte in modo simile a lui. Simbolisti, espressionisti e surrealisti presenti in mostra si rifanno in qualche modo a lui, Chagall, che non può essere inquadrato staticamente in nessuna scuola artistica del XX secolo.
Il quadro scelto come simbolo della mostra è Rabbino n.2 o Rabbino di Vitebsk, di proprietà dei musei civici veneziani: questa opera, presentata alla Biennale d’Arte del 1928, è stata acquistata dal Comune lagunare nello stesso anno esercitando il diritto di prelazione sulle opere esposte. Diritto che il sindaco di Venezia Brugnaro auspica sia ristabilito per continuare ad accrescere il patrimonio artistico cittadino. Questa tela da sola permette di intuire il ricchissimo immaginario di Chagall, il suo patrimonio figurativo in bilico tra religione, folklore e misticismo, così profondamente influenzato dall’ebraismo e dalla sofferenza della guerra e delle persecuzioni. Per la prima volta, inoltre, questa opera è anche trasposta su un supporto tattile a disposizione dei visitatori con disabilità visiva, che in questo modo potranno “vedere” ed essere inclusi in un percorso di scoperta artistica.
LA MOSTRA
La mostra si articola in sei sezioni, o meglio temi, che accompagnano il visitatore alla scoperta degli aspetti più significativi della produzione artistica di Chagall. La prima sala è Il sogno simbolista e affronta l’influenza che questo stile ha avuto sul pittore russo in particolare attraverso le opere di Odilon Redon. La seconda sezione è dedicata al villaggio natale dell’artista, Vitebsk: non a caso il titolo scelto riprende i primi versi di una poesia di Chagall, È soltanto mio / il paese che è nell’anima mia. Per la prima volta vengono messi in dialogo il Rabbino di Vitebsk e Vitebsk. Scena di villaggio, conservato a Vienna. Centrali nella sua produzione sono i luoghi e le figure della sua infanzia, spesso sfondo o soggetto nei suoi quadri. Il villaggio ebraico in cui è cresciuto perde la materialità per diventare così uno spazio dell’anima, della memoria.
La terza sezione segna un passaggio tra il prima, l’antirazionalità e le immagini dell’infanzia felice, e il dopo, la persecuzione e la guerra. Artisti in esilio fa riferimento alle tragiche vicende degli anni ’30, di cui Chagall, ebreo, fu vittima. Come molti altri artisti fu costretto a emigrare negli Stati Uniti, per tornare poi in Francia solo nel 1946. Il colore dei sogni, l’amore in particolare, aiuta Chagall a sopravvivere in quel periodo tormentato. Due amanti avvinghiati in un abbraccio e sospesi nel cielo rappresentano forza e speranza. Ma i suoi sentimenti si esprimono anche nel tema religioso della quinta sezione. Due aspetti in particolare sono significativi: le incisioni realizzate per illustrare la Bibbia, di cui sono esposte per la prima volta le lastre in rame, e la Crocifissione. Quest’ultimo è un tema molto caro all’artista, che vi riversa le inquietudini e lo smarrimento di fronte alle persecuzioni e all’emigrazione.
L’ultima sezione, Il colore della favole, è dedicata all’illustrazione delle Favole di La Fontaine. Questo ciclo grafico è probabilmente quello che meglio testimonia l’immensa creatività di Chagall. La favola è una metafora della vita, porta con sé tracce di magia e stupore: non tutto deve essere compreso e logico per essere bello e amato, la vita (e l’arte con essa) non è solo calcolo.
INFO
Chagall. Il colore dei sogni
A cura di Elisabetta Barisoni
Centro Culturale Candiani – 2° piano
Piazzale Luigi Candiani 7, Venezia
30 settembre 2023 – 13 febbraio 2024
Da martedì a domenica 10:00 – 19:00
Ingresso libero previa registrazione online
Ulteriori informazioni: www.muvemestre.visitmuve.it