Il 15 agosto 1975 usciva nelle sale il capolavoro di Mario Monicelli. Mezzo secolo dopo, il mito di Amici Miei vive ancora tra battute intramontabili, location cult e tour dedicati alla Firenze di Mascetti, Perozzi, Melandri, Sassaroli e Necchi.
Milano, Italia.
Un capolavoro nato da un’idea di Pietro Germi
«Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione». La frase del Perozzi, rivolta al compagno Necchi dopo l’ennesima burla ben riuscita, è diventata il manifesto non ufficiale di Amici Miei, il film che Mario Monicelli portò sul grande schermo il 15 agosto 1975, in una calda giornata di Ferragosto. Cinquant’anni dopo, quella battuta riecheggia ancora nelle orecchie di intere generazioni, insieme alle zingarate di Mascetti, Melandri, Sassaroli, Perozzi e Necchi.
Un’Italia diversa, più ingenua e scanzonata, rivive in quelle immagini: la Firenze degli anni Settanta, i bar fumosi, le amicizie nate sui banchi di scuola e in caserma, la voglia irrefrenabile di scherzare sul serio con la vita. Non solo un cult del cinema, ma un vero fenomeno culturale, capace di inventare modi di dire ancora oggi parte del nostro vocabolario, dalla mitica “supercazzola” al concetto di zingarata, sinonimo di libertà, amicizia e irriverenza.

Frasi cult e un’eredità nella lingua comune
Il film nacque da un’idea di Pietro Germi che, gravemente ammalato, ne affidò la regia e sceneggiatura all’amico Monicelli, che lo modifica a modo suo con una ambientazione toscana con i suoi mitici personaggi: il Conte Raffaello Mascetti (Ugo Tognazzi), il giornalista Giorgio Perozzi (Philippe Noiret), il Prof. Alfeo Sassaroli (Adolfo Celi), l’architetto Rambaldo Melandri (Gastone Moschin) e il barista Guido Necchi (Duilio Del Prete). Amici di scuola, di caserma, e dunque amici da tutta la vita, che hanno portato fino a noi il mito delle zingarate.
Ecco perchè lo amiamo ancora: molte battute ed i modi di dire sono entrati nella lingua comune e il concetto stesso di “zingarata” continua a essere usato come simbolo di libertà creativa e di evasione. Rivedere il film ci riporta alle le nostre radici: dai bar di periferia, alle case piene di fumo, dalle amicizie senza tempo all’alcool, con personaggi e luoghi che non ci sono più, ma che ci mancano.

Tour tra le location fiorentine
Proprio per questo l’Associazione Cult(urale) Conte Mascetti da ormai 10 anni propone dei tour sulle location di Amici Miei che riprenderanno da domenica 7 settembre fino a fine dicembre permettondo ai numerosi fans di conoscere alcuni angoli poco conosciuti di Firenze, che vanno dalla tomba di Adelina “sposa ed amante impareggiabile”, al mitico Bar Necchi dove li di fronte nasce la Supercazzola e poi ancora il binario 16 degli schiaffi alla stazione, forse la scena più famosa, fino al funeralone del Perozzi in Piazza Santo Spirito epilogo del primo atto del film. I partecipanti, coadiuvati dall’utilizzo dei tablet, potranno vedere il film lungo il percorso, mentre si trovano proprio dove, tempo addietro, c’era il set, potendo così notare come quel determinato luogo sia cambiato nel corso degli anni, grazie alla cultura e conoscenza di pochi addetti ai lavori e appassionati che ne conoscono le location, curiosità ed aneddoti.
La Supercazzola inoltre da qualche anno è diventato anche un brand di magliette ed accessori che creano divertenti design ispirati alle frasi ed ai modi di dire cult dell’irrierente quintetto di amici.
E oggi, dopo mezzo secolo, forse anche per questo il film resta attuale e resta quella voglia di cinque amici di stare insieme, una città e nessuna voglia di prendersi sul serio.
Credit photo courtesy of www.contemascetti.it www.supercazzola.it




