Un affascinate percorso attraverso le arti teatrali giapponesi, tra tradizioni e contemporaneità. Un confronto con il grande panorama innovativo, che ha saputo mantenere però le usanze della sua grande storia.
Giappone.
Il teatro in Giappone ha radici ben consolidate, seppure sia più recente rispetto a quello di tipo occidentale e abbia avuto uno sviluppo totalmente diverso. E’ infatti caratterizzato da sovrapposizioni e parallelismi, che hanno permesso la convivenza di vari teatri tradizionali, sino ad oggi, con l’avvento del teatro d’ispirazione occidentale: adesso il teatro in Giappone rispecchia vicende storiche, strutture sociali e politiche e un sistema di trasmissione artistica peculiare al Sol Levante. Nella cosmopolita Tokyo, ad esempio, accanto agli spettacoli delle diverse forme di teatro tradizionale, si può assistere a rappresentazioni di drammaturgia classica e moderna, europea e americana, spesso eseguite da gruppi internazionali, più o meno all’avanguardia.
Le prime importanti esperienze di spettacolo, di musica, di danza e di canto che sorgono nel Giappone vengono fatte risalire al dengaku, oggi scomparso e riconoscibile solo attraverso tracce che ne sono rimaste all’interno delle festività popolari in alcune parti del paese. Si trattava di rappresentazioni più che altro musicali, eseguite attraverso le percussioni e i flauti, e di danza, con lo scopo propiziatorio di accompagnare nei villaggi eventi fondamentali dei riti stagionali legati all’agricoltura. Altre forme molto antiche sono il sarugaku, rappresentazioni con elementi di giocoleria, acrobatica e mimica, il gigaku, teatro con maschere, il gagaku, genere più improntato sulla musica, tutte forme oggi non più praticate ma che hanno avuto un ruolo determinante nella formazione dell’attuale teatro tradizionale giapponese: per esempio, al sarugaku, molto devono il teatro noh, il kabuki e il bunraku.
Il bunraku è il tradizionale teatro dei burattini giapponese, con marionette grandi quanto i due terzi di una persona, manovrati da burattinai completamente vestiti di nero, in silenzio. La storia è raccontata da un narratore seduto, che dà la voce ai personaggi attraverso un canto narrativo accompagnato dallo shamisen. La sincronizzazione dei movimenti, della voce narrante e dell’accompagnamento musicale è sorprendente, frutto della rara maestria e dell’altissima specializzazione che caratterizza tutte le forme teatrali giapponesi. Il luogo ideale dove assistere a questo spettacolo e prendere parte a un’indimenticabile esperienza è Osaka.
Per maggiori informazioni, consultare: https://www.ntj.jac.go.jp/english.html
Altra tipologia particolarmente rilevante è il monologo: risale al periodo Edo il rakugo, basato sulla comicità. Kimono, ventaglio e fazzoletto sono gli unici “strumenti” adoperati dal rakugoka per fare divertire il suo pubblico. Anche se non conoscete il giapponese, è molto interessante e divertente assistere a una rappresentazione di rakugo negli yose, teatri di varietà, come ad esempio l’Asakusa Engei Hall di Tokyo.
Per ulteriori dettagli, visitare il sito: https://www.gotokyo.org/it/spot/156/index.html)
Il kabuki – letteralmente “essere fuori dall’ordinario” – è una forma di teatro più giovane che risale all’inizio del 1600. Secondo la leggenda, questo deriva dalle danze eseguite sulle rive del fiume Kamo a Kyoto. Inizialmente le attrici erano solo donne; successivamente, come per tutte le forme teatrali tradizionali giapponesi, gli attori dovettero essere esclusivamente di sesso maschile, anche per le parti femminili: i cosiddetti onnagata. Il kabuki può essere definito come una sorta di teatro globale, dove a trame più o meno stereotipate si accompagnano danze, canti ed esecuzioni musicali con i tipici strumenti giapponesi. Dai secoli XVIII e XIX, i contenuti iniziano ad ispirarsi a eventi storici e fatti di cronaca più eclatanti. Il dramma kabuki, spesso dotato di una prosa divertente, si avvale, già dal XVII secolo, così, sempre più di effetti speciali, come il palcoscenico rotante, botole e montacarichi, oltre a saltimbanchi ed acrobati per evocare le scene di battaglia o le più epocali: modalità adottate per rendere la narrazione più divertente. Tokyo, Osaka e Kyoto hanno tutte teatri importanti, con fitti cartelloni di spettacoli di kabuki.
Il noh è un genere teatrale sviluppatosi intorno alla fine del XIV secolo. Elemento fondamentale del noh sono le maschere, che coprono interamente il volto degli attori e hanno il compito di nascondere un’ampia gamma di emozioni. Per questo, la loro realizzazione – che può richiedere fino a un anno – è affidata ad abilissimi artigiani che, attraverso strumenti tradizionali, pigmenti minerali e polvere di guscio d’ostrica lavorano e dipingono il legno per conferirgli l’espressività che le contraddistingue. Il noh è la perfetta combinazione di musica, danza, rappresentazione teatrale: non a caso, le è stata conferita la nomina di Patrimonio Immateriale dell’Umanità da parte dell’UNESCO. Inoltre, diede vita ad una forma di spettacolo basata per la prima volta sulla specifica relazione tra scena e pubblico: si può assistere a rappresentazioni di noh in molti luoghi del Giappone, ma per godere di un’esperienza sofisticata e veramente esaustiva, è preferibile scegliere dai cartelloni dei teatri di Kanazawa.
Oltre i luoghi tradizionali del teatro giapponese, sono interessanti alcune originali esperienze legate alle arti performative, da fare non appena si riprenderà a viaggiare. Al Suigian di Tokyo è possibile assistere a rappresentazioni teatrali tra cui noh, bunraku e gagaku mentre si degustano deliziosi piatti di cucina giapponese a base di ingredienti freschi e ricercati. Info: https://suigian.jp/en/
A Kanazawa esiste un museo interamente dedicato al noh presso il quale è possibile indossare il kimono da noh e la relativa maschera. Info: https://www.kanazawa-noh-museum.gr.jp/english/
Passando al kabuki, il Kabuki-za di Tokyo è l’antico teatro sito nel quartiere di Ginza, dove è possibile assistere a spettacoli di questa arte teatrale. Annesso anche un museo che racconta la storia del kabuki e di questo teatro nello specifico. Info: https://www.kabuki-za.co.jp/
Sempre a Tokyo, ma nel quartiere di Ueno, il Tokyo National Museum ospita una rara e preziosa collezione di maschere e vesti da scena del teatro noh appartenenti alla scuola Konparu del XV – XVI secolo.
Tradizione e innovazione si fondono perfettamente nell’arte del teatro giapponese: un mondo, una cultura, da scoprire e vivere intensamente. Un’esperienza particolare e unica nel suo genere da non perdere per chi deciderà di partire per il Giappone appena sarà possibile!