(Ri)scoprire la Garbatella, un quartiere popolare di Roma, una passeggiata tra villini e lotti nati negli anni ’20, per conoscere architetture dal valore artistico inestimabile, un luogo diverso da ogni altro quartiere di Roma. Vi conduciamo, attraverso un viaggio (in due puntate), sospeso nel tempo, tra palazzi rossi, piazze, saliscendi e scorci suggestivi, a due passi dal caos metropolitano.
Roma, Italia.
Una prima data importante che interferisce con la Garbatella è il 28 ottobre del 312 D. C.
La Borgata Concordia, così fu chiamata la futura Garbatella all’atto della sua costituzione, nasce quando alla presenza del re Vittorio Emanuele III il 18 febbraio 1920 ne fu posta la sua prima pietra. Quel nome fu scelto per essere di buon auspicio in quel tempo di continui disordini sociali.
Si volevano realizzare case giardino economiche per gli impiegati e operai del distretto industriale di San Paolo fuori le mura, sorto vicino al Tevere che in quella zona piana, uscendo dalla città, fa un’ampia ansa e volge verso ovest.
Il nuovo insediamento abitativo prevedeva la realizzazione di case dignitose con giardino annesso. L’area scelta, che sorge sui colli tufacei prospicienti la Basilica, venne suddivisa in lotti, assegnati ai vari architetti che provvidero ai progetti realizzativi.
Per comprendere la morfologia della zona, che è quella di Roma, bisogna fare un salto indietro di circa 600.000 anni, quando il Vulcano Laziale iniziò un’intensa attività eruttiva, alla fine della quale esplose. Da quell’evento tutta l’area si sollevò dalle paludi che la caratterizzavano, sorsero i monti che circondano Roma, noti come Castelli romani e si crearono molte alture tra cui i più famosi sette Colli. Due laghi, di Albano (detto anche di Castel Gandolfo) e di Nemi ne indicano quelli che ne furono i crateri.
Oltre alla lava e al tufo vennero proiettati anche pozzolana e lapilli, materiali che vennero utilizzati dagli antichi Romani per le loro celebri costruzioni e per la pavimentazione delle strade. Nacquero cave che, quando esaurite, vennero abbandonate e poi utilizzate dai primi Cristiani per i riti religiosi e per la sepoltura.
Una prima data importante che interferisce con la Garbatella è il 28 ottobre del 312 D. C. quando nel corso della Guerra Civile romana tra i Tetrarchi, che durerà circa 18 anni, Costantino sconfigge Massenzio. Con il successivo editto di Milano del 313 D. C. Costantino e Licinio concedono la libertà di culto ai Cristiani. Finiva così la stagione delle cruente e spietate persecuzioni.
Subito dopo, siamo nel IV secolo, nascono a Roma le sette Basiliche costantiniane. San Pietro (sul colle Vaticano ove era stato crocifisso a testa in giù), San Paolo (non lontano dal luogo ove era stato decapitato), San Sebastiano, San Giovanni in Laterano (dedicata sia all’Apostolo che al Battista), Santa Croce in Gerusalemme, San Lorenzo e Santa Maria Maggiore. Inizierà quello che i pellegrini che giungeranno nella città eterna chiameranno il giro delle Sette Chiese.
Di queste Basiliche due, San Paolo e San Sebastiano sull’Appia antica, sono ai lati della Garbatella e la strada che le univa, tutt’ora esistente, ne attraversa tutto il quartiere
Si chiamava Via di San Sebastiano ed ora si chiama Via delle Sette Chiese. Ai suoi lati, in pieno rione, ci sono le catacombe di Commodilla ove furono sepolti i Santi Felice e Adautto e conserva nell’ipogeo una piccola chiesa.
Superata la Garbatella, dopo poche centinaia di metri, sorgono le catacombe di Domitilla, di San Callisto e di San Sebastiano e le fosse ardeatine. Quelle di San Sebastiano erano le più famose dell’antichità e lì furono deposti i corpi di San Paolo, di San Pietro dopo il loro martirio nel 66-67 D.C., insieme a centinaia di migliaia di martiri e decine di Papi. Con la costruzione delle Basiliche i corpi degli Apostoli furono traslati nelle chiese a loro dedicate.
Un’altra data importante per la Garbatella è il 28 ottobre 1922, nota come Marcia su Roma e la successiva nomina di Mussolini a capo del Governo. Roma non aveva viabilità e c’erano decisioni da prendere: costruire gli argini al Tevere, demolire le tantissime costruzioni addossate ai monumenti storici, creare vie di scorrimento nel centro della città e collegarlo con le zone periferiche. Partirono le grandi opere di demolizione. Vennero abbattute tutte le costruzioni sorte lungo le sponde del Tevere, vennero liberati i grandi monumenti e i Fori dalle catapecchie e dalle case nobiliari sorteci sopra, venne tagliato in due il quartiere di Trastevere, venne sbancata una collina per la realizzazione di Via dei Monti che doveva attraversare i Fori per dirigersi verso i Castelli romani, ora Via dei Fori imperiali e proseguirono tante altri demolizioni.
Il piano abitativo della Garbatella, chiamata ora così per la bellezza di un’ostessa anche gentile e garbata rappresentata sulla facciata di un edificio del rione, cambiò
Servivano più abitazioni costruite in fretta; le case rapide. Gli appartamenti sono più piccoli, il bagno è stretto e lungo e ci sono solo un lavello e una tazza. Per lavarsi o si usa la tinozza o si va all’edificio ove erano stati realizzati i Bagni Pubblici. Nei lotti Il verde si riduce ed è comune. Tutte le abitazioni di ogni lotto sono circondate da un muretto di cinta.
Di lì a poco partirà la terza fase perché servono sempre più alloggi. Nascono 4 edifici noti come alberghi; sono le case albergo suburbane. Hanno solo la stanza da letto. I servizi igienici sono comuni e anche la cucina lo è. C’è un servizio mensa che si paga o si ricorre alle suore che forniscono pasti caldi ai più bisognosi. Chi ci trasloca non può portarci i propri mobili che vengono accatastati in magazzini. L’intero lotto è occupato dall’edificio e scompare l’area verde comune.
La quarta fase non riguarderà la Garbatella ma il quartiere limitrofo di Tor Marancia ove saranno realizzate casupole costruite con pozzolana, calce e paglia. Saranno abbattute dopo la fine della seconda Guerra mondiale negli anni cinquanta.
A cura di Mauro Valeriani. Foto Giovanna D’Alterio
Settimana prossima, appuntamento con la seconda e ultima parte