
Milano. Dal 2016 la violenza è stata identificata come prima causa delle crisi alimentari: 113 milioni di persone lo scorso anno versavano in situazione alimentare di crisi (a livello 3, 4, 5 della classificazione internazionale), e di queste 74 milioni vivono in 21 paesi in conflitto.
A questa situazione si è aggiunto il cambiamento climatico, nuova grande causa di carestie e squilibri del comparto agroalimentare.
Con queste premesse, dunque, negli ultimi anni è registrato un incremento della malnutrizione e la lotta di Azione contro la Fame, ONG internazionale dedicata esclusivamente a combattere la fame, si è fatta ancora più intensa e necessaria.
Ecco perché da domani 16 ottobre, Giornata Mondiale dell’Alimentazione, fino a fine dicembre 2019 si svolgerà la campagna di Ristoranti Contro la Fame, iniziativa che in 5 anni ha coinvolto oltre 600 ristoranti e 500.000 clienti, raccogliendo 350.000 € e aiutando 12.000 bambini con il cibo terapeutico.

Come ricordato da Simone Garroni, direttore generale di Azione Contro la Fame, la ONG nata a Parigi nel 1979 da un gruppo di intellettuali per combattere l’emergenza in Afganistan, oggi compie 40 anni. Durante tutti questi anni Azione Contro la Fame è sempre stata in prima linea, innovando e migliorando via via le conoscenze con studi medici specifici e il modo di trattare la piaga della malnutrizione.
Oggi, oltre all’uso di cibo terapeutico, si parla dunque di acqua, igiene, supporto psicologico: tutti interventi che nel 2018 sono venuti in soccorso di 37 emergenze in 26 Paesi.

Il meccanismo della campagna Ristoranti contro la Fame resta il medesimo: la donazione di 2 € del ristorante per ogni piatto o un menù “solidale” venduti. Donazione di 2 € del cliente (su invito), anche attraverso il “cioccolatino della felicità” della cioccolateria La Perla di Torino.
Per il 2019 si potrà scegliere fra 165 ristoranti e pizzerie in tutta Italia.

Forse non basterà per il target internazionale di Azione Contro la Fame 2016-2020: abbassare il tasso di mortalità sotto i 5 anni del 20% nei 10 paesi dove la malnutrizione miete più vittime. Ma è un buon inizio.
Elena Bianco
elena@agendaviaggi.com