UNA REGIONE AMATA PER LA SUA ETEROGENEITÀ: UNA TERRA CHE OFFRE MILLE SFACCETTATURE A SECONDA DELLE ESIGENZE DEI VISITATORI, LASCIANDO SEMPRE ESTASIATI E MAI DELUSI GRAZIE ALLA BELLEZZA, ALLA CULTURA, ALLA STORIA, AL FASCINO E ALL’OTTIMA ENOGASTRONOMIA. LA PUGLIA È DA SEMPRE UNA DELLE ZONE PREDILETTE DA MILIONI DI TURISTI DA OGNI PARTE DEL MONDO: SCOPRIAMO ALCUNI LUOGHI ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE PER CHI AMA TRASCORRERE LE PROPRIE VACANZE EN PLEIN AIR, DALLE RISERVE NATURALI ALLE GROTTE SUL MARE CRISTALLINO.
Puglia, Italia.
Puglia, terra eterogenea, dalle mille sfaccettature, meta ideale per ogni momento dell’anno a seconda delle esigenze dei visitatori: qui, infatti, si fondono perfettamente storia, cultura, arte, bellezza, mare, spiagge, panorami mozzafiato, natura, eccellente enogastronomia. Tante sono le proposte che il territorio pugliese offre a chi decide di trascorrere le proprie vacanze: ogni zona presenta delle peculiarità, in ogni posto è possibile vivere delle esperienze indimenticabili.
Per chi intende trascorrere una vacanza prettamente en plein air, godendo di splendidi paesaggi e territori incontaminati, da non perdere sono le riserve naturali: qui, sarà possibile immedesimarsi nella natura circostante, percorrere lunghi sentieri ammirando la natura circostante e al contempo rilassarsi ed estraniarsi dalla realtà circostante. Altra esperienza interessante per gli amanti del mare è la visita alla Grotta Zinzulusa, raggiungibile attraverso un interessante giro in barca, in partenza dalla splendida baia di Castro Marina, nel cuore del Salento. Scopriamo nel dettaglio una Puglia più nascosta ma assolutamente da non perdere.
La riserva di Torre Guaceto
La riserva di Torre Guaceto si trova a Carovigno, in provincia di Brindisi. Gli ambienti naturali più importanti della Riserva sono tre: il litorale, la macchia mediterranea e la zona umida.
Il litorale
Sono tante le specie che frequentano il litorale in tutti i mesi dell’anno alla ricerca del cibo o per riposare durante la migrazione: tra tutti la più caratteristica è la beccaccia di mare, dal lungo e colorato becco. Lungo tutta la linea di costa della Riserva, gli arenili di sabbia si alternano a brevi tratti di scogliera: qui è possibile trovare i granchi, il finocchio marino, la salicornia ed il limonio pugliese, fronteggianti il mare.
La macchia mediterranea
La macchia mediterranea è un ecosistema costituito essenzialmente da piante arbustive e da alberi di piccole dimensioni. A Torre Guaceto, la formazione boschiva è stretta ad est dal mare e a sud dalla zona umida, condizioni che rendono molto interessanti le interazioni che si vengono a formare tra i diversi ecosistemi. La macchia mediterranea di Torre Guaceto rappresenta un ambiente con un’elevata biodiversità: arbusti, alberi, piante erbacee, rettili, mammiferi, uccelli, anfibi.
Svariate sono le specie animali: oltre ai piccoli insetti e agli altri invertebrati, questo habitat ospita, infatti, una ricca comunità di vertebrati che nella macchia trovano rifugio, siti adatti alla riproduzione ed una notevole fonte di alimentazione. Tra i più conosciuti vi sono senz’altro la volpe e il riccio tra i mammiferi, la cinciallegra, il pettirosso, il merlo, la capinera fra gli uccelli, il colubro leopardino tra i rettili, il rospo comune e la raganella tra gli anfibi. Se la macchia mediterranea è sottoposta a ripetuti incendi e a pascolamento intensivo, la copertura arbustiva diviene bassa e discontinua, scompaiono gradualmente gli arbusti di macchia alta e si afferma un tipo di vegetazione costituito da specie con foglie simili a quelle delle eriche.
La zona umida
Continuando a camminare verso sud si arriva alla zona umida, che rappresenta l’ecosistema che maggiormente caratterizza e rende unica Torre Guaceto: questo è un ambiente ad elevata produttività e ad alta biodiversità perché sono sede di interessanti fenomeni.
Tra i primi elementi che permettono di spiegare l’elevato dinamismo dell’area ci sono il popolamento della stessa da parte di numerose specie vegetali ed animali e la presenza di gradienti di temperatura e salinità che permettono di individuare veri e propri “settori” all’interno della stessa zona. Altro elemento importante sono i punti di contatto tra il mare e l’acqua della zona umida: numerosi canali mettono in contatto le due zone così che l’incontro tra acque di differente temperatura, salinità e densità provochi dei rimescolamenti che interessano soprattutto i sedimenti. In tal modo sono rimessi in circolo elementi organici e inorganici che, in condizioni normali, sarebbero rimasti intrappolati nel sedimento.
Grazie a questi rimescolamenti i sedimenti vengono ossigenati, cosa che favorisce la funzione dei decompositori, molto attivi in questo ambiente. Infatti, il classico puzzo di “uova marce”, caratteristico delle paludi, altro non è che una conseguenza della decomposizione. La zona umida di Torre Guaceto rappresenta un importante sito di ricerca, sia dal punto di vista ecologico, sia da quello faunistico.
La torre di Guaceto
La torre di Guaceto, simbolo della Riserva, è la più grande delle cosiddette torri “a base quadrata vicereali” o “tipiche del Regno”: queste furono costruite in Terra d’Otranto durante il Regno di Carlo V a seguito dell’editto impartito nel 1563 dal viceré di Napoli don Pedro Afán de Ribera, Duca d’Alcalà, per difendere le coste dalle scorrerie dei Turchi.
La torre è posta presso l’estremità meridionale dell’omonimo promontorio di Guaceto ad una quota di circa 5 metri sul livello del mare; si tratta di una posizione strategica che consente di controllare la rada portuale riparata dai venti dei quadranti settentrionali e nella quale sfociano il Canale Reale e le acque sorgive che alimentano tutt’oggi gli stagni dell’ampia area paludosa retrostante. Da questa posizione la torre era in grado di comunicare visivamente non solo con le postazione costiere più prossime, e cioè Torre Santa Sabina (più a Nord) e Torre Testa (più a Sud), ma anche con Torre Regina Giovanna, Masseria Baccatani e il Castello di Serranova nell’immediato entroterra.
Il Centro Recupero Tartarughe Marine
Il Centro Recupero Tartarughe Marine di Torre Guaceto è stato inaugurato il 29 maggio 2016: situato a Punta Penna Grossa, si pone come principale obiettivo la tutela e la conservazione delle tartarughe marine, attraverso il soccorso, la cura e la riabilitazione degli esemplari rinvenuti in difficoltà. Le sue attività comprendono la ricerca, la conservazione, l’informazione e la sensibilizzazione della popolazione sul tema della tutela della fauna marina ed in particolar modo delle tartarughe. E’ dotato di una vasca da 1.000 litri preposta alla prima accoglienza, 2 da 2.500 litri a testa per lo svolgimento delle terapie delle quali necessitano gli animali recuperati, e 1 da 10mila litri per la riabilitazione.
Per tutti i dettagli sulla riserva di Torre Guaceto, consultare www.riservaditorreguaceto.it/index.php/it/
Cooperativa Thalassia: terra e mare da raccontare
Per esplorare pienamente Torre Guaceto, ci si può rivolgere alla Cooperativa Thalassia, che da sempre sensibilizza, tutela e valorizza il patrimonio naturale dei territori in cui opera: utilizza forme nuove e partecipate per scoprire e riscoprire il piacere di vivere la natura con un approccio sostenibile e lento. Un cammino lieve, adatto a tutti, per raggiungere il cuore nascosto di Guaceto. Un’esplorazione lungo il mare alla scoperta dei tesori portati dalle onde, tra racconti e giochi, per ricostruire il fondo del mare, per capire i legami tra i suoi abitanti e l’importanza dei suoi equilibri.
Un viaggio tra natura e bellezza, che viene arricchito anche dai sapori della Riserva, rievocando, attraverso il gusto, tutta l’essenza della parte agricola del parco. Dall’olio biologico dagli uliveti secolari del parco agrario di Torre Guaceto fino al pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto, presidio Slow Food, che viene utilizzato fresco oppure per produrre la classica passata o ancora nella versione semisecco, un viaggio nella storia delle comunità attraverso il gusto.
La degustazione può essere organizzata in vario modo a seconda delle necessità del gruppo, sotto forma di piccolo aperitivo, aperitivo più corposo o light lunch, e in vari luoghi come per esempio l’area pic-nic del centro visite o presso la Torre Aragonese.
L’attività di degustazione può essere unita ad una escursione guidata: un tuffo nel blu del mediterraneo con maschera, pinne e boccaglio, accessibile anche ai meno esperti, per osservare i fondali dell’Area Marina Protetta, in una zona dove da oltre 20 anni l’uomo ha lasciato libero spazio alla natura incontaminata. L’appuntamento con lo snorkelling è un modo per approcciarsi all’ambiente marino nel suo profondo, alla scoperta delle peculiarità di questo tratto di Mare Adriatico. Per ulteriori informazioni consultare www.cooperativathalassia.it
Riserva naturale e Oasi WWF delle Cesine
La Riserva naturale e Oasi WWF delle Cesine è collocata nel territorio comunale di Vernole, in provincia di Lecce.
Un tempo, le Cesine non si presentavano come sono oggi: una vasta palude cominciava a ridosso del mare e si estendeva sino a lambire i centri abitati del comune, rendendola una zona considerata da tutti malsana. La presenza della zanzara anopheles determinava grossi problemi in termini di salute, l’habitat palude pregiudicava la coltivazione e di conseguenza la produttività. Queste caratteristiche secondo alcuni determinarono il nome della zona che deriva dal latino (zona incolta). Secondo altri, il nome Cesine deriva probabilmente dal verbo latino caedere (tagliare), da cui “bosco ceduo” e ricorda l’antica pratica di tagliare gli alberi e di bruciare i boschi per ottenere terreni coltivabili e fertili.
Alla fine dell’800, avvenne la trasformazione di questa vasta area e, pian piano, con il crescere della coscienza ambientalista e della consapevolezza dell’importanza della conservazione e della salvaguardia di zone come Le Cesine, si cominciò a lavorare per l’istituzione della riserva naturale.
Nel 1979, le Cesine divennero Oasi WWF e nel 1980, per decreto ministeriale, furono dichiarate Riserva Naturale dello Stato e venne assegnata al WWF Italia la gestione dell’area.
Studi e ricerche svolti o promossi nel corso degli anni dal WWF permisero alle Cesine di essere successivamente riconosciute ZPS (zona a protezione speciale) per via della nidificazione di diverse specie animali, e SIC (sito di interesse comunitario) grazie alle specie animali e vegetali iscritte nelle varie liste presenti nell’area, oltre che palestra straordinaria di educazione alla conoscenza ed al rispetto della natura.
La flora e la fauna
Le Cesine rappresentano nel panorama delle Oasi WWF un eccezionale mosaico di habitat caratterizzato da un’impressionante e complessa biodiversità.
In merito alla flora, la superficie boscata è fondamentalmente rappresentata da pineta a pino d’Aleppo e pino domestico, essenze impiantate nell’area come frangivento preparatorie all’avvento della vegetazione tipica della macchia, non mancano esemplari di cipresso, pino delle canarie e pino marittimo.
Notevolmente interessante è considerare la macchia mediterranea nei vari stadi sviluppo a vegetazione bassa con cisti, santoreggia pugliese, timo, rosmarino e la particolare erica pugliese. Vaste sono le zone in cui rigogliosi crescono arbusti spontanei quali mirto, lentisco, fillirea, alaterno, ligustro e quercia spinosa.
Le paludi rappresentano gli habitat che caratterizzano l’area: la vegetazione prevalente in questi siti è il canneto a cannuccia di palude con enormi aree di falasceta.
Per quanto riguarda la fauna, numerosissime sono le specie presenti tra gli insetti, sia acquatici che terrestri. Soprattutto in primavera, il volo di migliaia di farfalle rallegra l’aria e rende suggestivo ogni angolo della Riserva: dalle coloratissime Vanesse del Cardo (Vanessa cardui) all’elegante Macaone (Papillon macaon) senza tralasciare gli incantevoli Licaenidi dai colori metallici. Non di rado è osservabile il Macroglossumstellatarum una falena diurna molto simile ai colibrì!
Tra gli innumerevoli anfibi, ci sono il rospo smeraldino, presente con una piccola popolazione, il più abbondante rospo comune e altre due specie che popolano la riserva senza mostrarsi. Questi ultimi sono i cosiddetti tritoni: ci sono popolazioni sia di tritone crestato, sia dell’endemico tritone italiano.
Oltre centottanta specie di uccelli popolano i diversi ambienti della Riserva nei diversi periodi dell’anno. Soprattutto le zone umide rappresentano un habitat la cui importanza è incalcolabile: trascorrendo qualche ora nei capanni di osservazione è possibile carpire alcuni dei segreti che si celano nella palude, conoscere qualche inaspettato particolare degli abitanti alati ed ascoltando canti e versi degli uccelli, lasciarsi trasportare dalla magia dei luoghi spesso osservati troppo frettolosamente. Soltanto chi entrerà in sintonia con ciò che ci circonda riuscirà ad immergersi totalmente nella natura.
Nei boschi, i canti di passeriformi realizzano un’atmosfera intensa: fringuelli, cinciarelle, cinciallegre, occhiocotti, usignoli cantano all’unisono fornendo all’uditore un concerto armonioso e rilassante.
Per ulteriori informazioni e visitare questa incredibile riserva, si può consultare www.riservalecesine.it/index.php
Visita alle grotte: da Castro Marina a Santa Cesarea Terme
Per gli amanti delle esperienze en plein air, la Puglia offre anche le bellezze direttamente sul mare cristallino, dove poter intraprendere escursioni senza rinunciare anche a un tuffo dove l’acqua è più blu! Altra imperdibile esperienza, infatti, è il giro in barca: in particolare, un itinerario da non perdere è quello che, partendo dalla splendida insenatura di Castro Marina fino ad arrivare alla rinomata Santa Cesarea Terme, consente di ammirare le bellissime grotte del Salento, nominate Palombara, Azzurra e Zinzulusa.
Per organizzare escursioni indimenticabili, è possibile rivolgersi a Minerva Noleggio attraverso la mail minervanoleggio@gmail.com
Le Grotte: Azzurra, Palombara, Zinzulusa
La Grotta Azzurra consiste in un’unica grande cavità marina, così definita per il colore delle sue acque: in base alla luce del sole, infatti, varia dall’azzurro intenso al verde. La grotta si trova poco distante dalla Zinzulusa e può essere visitata solo via mare.
La Grotta Palombara viene chiamata in questo modo per la presenza al suo interno di diverse colombe: palombo, per la precisione, nel dialetto locale, corrisponde appunto a colomba.
La Grotta Zinzulusa, indubbiamente la più nota dell’area di Castro Marina, deve il suo nome al salentino “zinzuli”, cioè stracci appesi: si tratta, infatti, di una cavità piena di stalattiti che richiamano agli stracci penzolanti. Questa è l’unica grotta visitabile a piedi.
Santa Cesarea Terme: Villa Sticchi
Oltre alle splendide grotte, il giro in barca consentirà di raggiungere anche Santa Cesarea Terme, consentendo di godere di un’incredibile vista dal mare di Villa Sticchi, celebre palazzo con richiami orientali che domina sull’Adriatico.
Al primo impatto, la vista di Villa Sticchi lascia estasiati: la cupola rosso porpora, le volte degli archi, tutto sembra lasciar credere di essere stati improvvisamente portati in qualche meta d’Oriente anziché nel cuore del Salento.
In realtà, Palazzo Sticchi è una costruzione italiana, progettata dall’ingegnere Giovanni Pasca negli ultimi anni del XIX secolo. L’intero impianto dell’edificio è concepito in stile moresco, con l’intento di creare un collegamento tra la cultura occidentale e quella orientale.
Foto Alessandra Chianese
INFO
Questi e tanti altri sono i validissimi motivi per scegliere la Puglia come destinazione per la propria vacanza! Altri dettagli è possibile trovarli sulle pagine ufficiali di Puglia Promozione.
facebook.com/weareinpuglia
instagram.com/weareinpuglia
twitter.com/viaggiarepuglia
youtube.com/viaggiareinpuglia