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Leonora Carrington: la prima retrospettiva in Italia sulla rivoluzionaria artista del XX secolo

Prima retrospettiva in Italia dedicata a Leonora Carrington a Palazzo Reale a Milano: una mostra incentrata su una delle artiste più influenti e rivoluzionarie del XX secolo, capace di dialogare con le nuove generazioni e di stimolare riflessioni profonde sul ruolo dell’arte e della conoscenza.

Milano, Italia.

Appuntamento a Palazzo Reale a Milano dal 20 settembre 2025 all’11 gennaio 2026 con la mostra “Leonora Carrington”, un’importante retrospettiva, la prima in Italia, con oltre 60 opere a testimonianza della straordinaria vita professionale e del percorso biografico di questa grande artista che, partendo dalla natia Lancashire, con le sue radici celtiche, visse a Firenze, Parigi, nel sud della Francia, in Spagna e a New York, infine in Messico, dove si stabilì definitivamente e dove è stata a lungo celebrata come una delle artiste più importanti, accanto a Frida Kahlo e Remedios Varo.

La mostra

La mostra è promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta da Palazzo Reale, MondoMostre, Civita Mostre e Musei ed Electa, e realizzata grazie al Gruppo Unipol, main partner, e a Pirola Pennuto Zei & Associati, premium partner. L’iniziativa rientra nel programma dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026 ed offre uno sguardo profondo sulla produzione artistica e sull’identità intellettuale di Leonora Carrington, una delle figure più singolari e visionarie del Novecento, attraverso un articolato percorso tra dipinti, disegni, fotografie e materiali d’archivio, che esplora l’intero arco della sua vita creativa, dalle origini in Europa fino al radicamento in Messico, sua seconda patria, cercando di restituirle lo spazio che merita all’interno della storia dell’arte moderna e contemporanea.

Continuità con la retrospettiva di Leonor Fini

Il progetto, a cura di Tere Arcq e Carlos Martín, si presenta in perfetta continuità con la retrospettiva dedicata a Leonor Fini che, sempre a Palazzo Reale di Milano con la curatela dei due studiosi, si è chiusa a luglio dopo quasi sei mesi di esposizione. Fini e Carrington: entrambe donne, legate, anche se con modalità diverse, al movimento del Surrealismo, rivoluzionarie e anticonformiste.

Opere prestigiose da istituzioni internazionali

La mostra riunisce un nucleo straordinario di opere provenienti da importanti istituzioni internazionali e collezioni private, a testimonianza della risonanza globale della figura di Leonora Carrington. Tra i prestigiosi prestatori figurano il Dallas Museum of Art, l’Art Institute of Chicago e il Goddards Charles B. Center negli Stati Uniti, il Banco Nacional de México, il FAMM (Femmes Artistes du Musée de Mougins) in Francia, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea – GNAMC di Roma, la Peggy Guggenheim Collection – Venezia, il Frahm & Frahm, oltre a numerosi collezionisti privati da tutto il mondo che hanno generosamente contribuito alla realizzazione del progetto espositivo.

La mostra “Leonora Carrington”, dopo Milano, verrà presentata a Parigi al Musée du Luxembourg, dal 18 febbraio 2026 al19 luglio 2026.

Un’artista senza confini

Leonora Carrington (Inghilterra, 1917 – Messico, 2011) è stata pittrice, scultrice, scrittrice, drammaturga e pioniera del pensiero femminista ed ecologista. La sua opera, sorprendentemente attuale, mescola sogno e realtà, magia e politica, mito e psicologia, dando forma a un mondo complesso e multiforme che sfugge a ogni categorizzazione.

La ricchezza poliedrica dell’artista

Il progetto espositivo restituisce la ricchezza poliedrica di Carrington nella prima mostra monografica mai presentata in Italia: artista transnazionale ed extraterritoriale, madre, esule, intellettuale radicale e instancabile esploratrice della coscienza. La sua ricerca trova straordinarie risonanze nelle tematiche contemporanee ed ha avuto un’eco postumo eccezionale, specialmente dopo la sua inclusione nella Biennale di Venezia del 2022, che ha preso come titolo e motto un suo racconto: Il latte dei sogni. Questa mostra vuole proseguire quel percorso di affermazione e riconoscimento, celebrando Leonora Carrington come una delle artiste più influenti e rivoluzionarie del XX secolo, capace di dialogare con le nuove generazioni e di stimolare riflessioni profonde sul ruolo dell’arte e della conoscenza.

Un legame profondo con l’Italia

L’Italia è stata una tappa decisiva nella formazione di Carrington; in particolare, nella Firenze dei primi anni Trenta consolidò la sua decisione di dedicarsi all’arte e assorbì influenze pittoriche essenziali, che rimarranno sempre nel suo immaginario, come quelle dei pittori del Trecento e del Quattrocento, fondamentali per tutta la sua carriera.

Una visione personale e universale letta dal presente

La mostra affronta tematiche che spaziano dal corpo femminile alla psiche umana, dal folklore alle strutture del potere, rivelando una straordinaria capacità dell’artista di anticipare questioni oggi al centro del dibattito culturale. Le sue creature fantastiche, i simboli alchemici, le figure mitologiche diventano strumenti per indagare la condizione umana, aprendo nuove possibilità di lettura del presente.

Resilienza e capacità di convertire il dolore in arte

Donna, cosmopolita, apolide, sopravvissuta alla guerra e all’internamento psichiatrico, Leonora Carrington è sopravvissuta alla malattia mentale e all’esilio. I primi anni della sua vita sono segnati dalla fuga: dopo essere riuscita a studiare in Italia, nonostante l’opposizione del padre, entra in contatto con i surrealisti e fugge con loro dal controllo soffocante della figura paterna e dalla violenza della guerra e in Europa. Si rifugia in Messico, dove ricostruisce la propria identità e la sua arte. Poco prima dell’inizio del suo soggiorno in Messico, era stata ricoverata in un ospedale psichiatrico a Santander, nella Spagna del primo franchismo, dove aveva subito trattamenti traumatici in condizioni disumane – un’esperienza che ha raccontato nel suo straordinario libro Down Below. Il suo lavoro e la sua vita riflettono una profonda resilienza e capacità di trasformazione: di fronte al trauma ha saputo convertire il dolore in creatività e denuncia.

Ecologia e femminismo

Leonora Carrington è stata una pioniera dell’ecofemminismo intrecciando nel suo lavoro la difesa della natura e dei diritti delle donne. La sua arte e il suo pensiero evidenziano il legame tra le donne e l’ambiente, denunciando l’atteggiamento predatorio dell’uomo e promuovendo l’autonomia femminile e il rispetto della vita in tutte le sue forme, attraverso personalissime metafore della fertilità. Ha sempre difeso, inoltre, un “femminismo della coscienza”, consapevole e inclusivo di tutti i generi, in una visione armonica del mondo ispirata ai principi dell’alchimia.

Immaginazione fiabesca

L’immaginazione di Leonora Carrington si dispiega nelle sue storie come un territorio sconfinato, dove il fantastico e l’onirico si intrecciano con elementi di favola e fiaba. Le sue storie sono popolate da animali parlanti, metamorfosi inaspettate e scenari in cui apparentemente l’assurdo convive con il quotidiano, come nell’universo del suo ammirato Lewis Carroll. Carrington usa la logica intuitiva delle storie per bambini per creare universi in cui la trasformazione e la libertà sono possibili, sfidando le norme della realtà e della morale tradizionale. I suoi racconti e i suoi dipinti mostrano creature ibride, ragazze che dialogano con le iene, alberi che inseguono giovani e regine che fanno il bagno nel latte di capra. L’autrice trasforma le fiabe in spazi di ribellione e critica, dove umorismo, orrore e magia si mescolano per sovvertire i ruoli di genere e le gerarchie sociali. Così, l’immaginazione di Carrington non è solo fuga, ma un atto di creazione e resilienza.

Miti dimenticati, conoscenze recuperate

Le correnti esoteriche di tutta la storia, le mitologie cadute nell’oblio e le arti divinatorie sono argomenti che interessano Carrington perché considerati una via alternativa per accedere all’inconscio e agli enigmi dell’essere umano e della natura. In Messico, insieme alla pittrice spagnola Remedios Varo e la fotografa ungherese Kati Horna, si addentra nel mondo della magia, inteso da tutte e tre come strumento per il recupero dei poteri femminili “proibiti”. I libri di magia, alchimia, astrologia e tarocchi occupano un posto privilegiato nella sua biblioteca, oltre a fornirgli iconografie che usa più e più volte nel suo lavoro, cercando di restituire a questi saperi il posto che è stato loro rubato nel corso della storia.

Matriarcato, cucina, alchimia

Leonora Carrington ha esplorato il concetto di matriarcato partendo da uno spazio domestico (la cucina) e da uno dei saperi proibiti del passato (l’alchimia) come assi spaziali, creativi e simbolici. Nelle sue opere, la cucina si trasforma in uno spazio di potere e rituale femminile, dove la preparazione del cibo diventa un atto magico e alchemico. Carrington vedeva la cucina come un laboratorio e un altare dove le donne, figure centrali e matriarcali, compiono processi di trasformazione, mescolando ingredienti e saperi ancestrali, mentre condividono confidenze in uno spazio sicuro. Il suo ricettario e i suoi dipinti fondono la cucina con il misticismo, evidenziando l’importanza della creatività, della spiritualità e dell’autonomia femminile nella sfera domestica e artistica.

INFO

Per informazioni e dettagli, consultare www.palazzorealemilano.it/mostre/leonora-carrington

Photo Vincenzo Bruno. Courtesy of Civita Art

Alessandra Chianese

Alessandra Chianese

Nata e vissuta in provincia di Napoli, è da sempre appassionata di arte, di cultura, di moda e del buon cibo italiano. Giornalista, fin da piccola mostra un costante interesse per l’attualità e la politica, determinanti nella sua scelta di vita professionale. Amante delle lingue, adora viaggiare, scoprire nuovi posti e allargare i propri orizzonti. La frase che più la rispecchia è un passo scritto dal grande poeta Dante: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

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