Nel centro di Seregno un indirizzo capace di trasportare gli ospiti tra le vette alpine, grazie a un ambiente caldo e a una cucina di sostanza che non cede alle mode. Tra farine macinate a pietra, formaggi di malga come lo Storico Ribelle e la mano esperta dello chef Gabriele Berbenni, vi raccontiamo come il locale del Whim Group sta conquistando i palati con la tradizione più pura, formule conviviali dedicate alla condivisione e un’atmosfera intima da vero rifugio.
Seregno (MB), Italia.
C’è un istante preciso, varcando la soglia, in cui la frenesia urbana della Brianza svanisce per lasciare spazio a una calma antica. È quel momento in cui si viene avvolti dal profumo inconfondibile di burro e salvia e dal calore del legno che riveste le pareti. Non siamo in alta quota, ma nel cuore di Seregno: benvenuti a La Baita Valtellinese.
Inaugurato nel dicembre 2023, questo ristorante non è solo un luogo dove mangiare, ma un vero e proprio rifugio di sapori pensato per chi cerca una cucina sincera, che non ha bisogno di artifici per emozionare. Il nome stesso è una promessa mantenuta: “Baita” come luogo dell’accoglienza e del rallentare; “Valtellinese” come sigillo di garanzia su una tradizione gastronomica che qui viene rispettata con devozione religiosa.

Un’atmosfera che scalda il cuore
L’ambiente è studiato per ricreare la magia delle valli alpine. La luce calda che accarezza i tavoli e la cura nei dettagli parlano di un’ospitalità genuina, quasi d’altri tempi. È un locale dall’identità forte, dove l’obiettivo è far sentire l’ospite “a casa”, avvolto da quel senso di protezione e convivialità tipico delle domeniche in famiglia. Alle spalle di questo progetto c’è la visione imprenditoriale di Whim Group e di Nicolò Caparra, che a Seregno sta disegnando una mappa della ristorazione basata su format distinti ma uniti da un unico filo conduttore: restituire valore attraverso la qualità e l’esperienza.

Il rito della pasta fresca e le materie prime d’eccellenza
La filosofia in cucina è chiara: coerenza e trasparenza. Il menù è un inno alla semplicità, ma quella “difficile” da raggiungere, fatta di pochi piatti realizzati a regola d’arte. Non si cerca lo stupore degli effetti speciali, ma la verità del gusto. Il viaggio culinario inizia immancabilmente con gli sciatt croccanti, dorati e con quel cuore filante che conquista al primo morso, accompagnati da salumi tipici. Ma i veri re della tavola sono i pizzoccheri valtellinesi fatti a mano. La pasta fresca viene tirata ogni mattina, condita con Casera DOP di malga, burro fuso d’alpeggio e verze, in una mantecatura che è pura poesia per il palato.
La qualità non è uno slogan, ma una scelta di campo garantita da una filiera corta e tracciabile che attraversa il testo come una narrazione del territorio. Le farine di grano saraceno arrivano ad esempio dai mulini locali come il Molino Tudori, mentre i formaggi, vere eccellenze come il Bitto Storico e lo Storico Ribelle (Presidio Slow Food), giungono direttamente dagli alpeggi. Anche burro, latte e la preziosa bresaola punta d’anca IGP hanno una provenienza certificata, forniti dalla storica Latteria di Chiuro.
Tra i secondi piatti, la tradizione continua a parlare forte con la polenta taragna, il celebre Tzigoiner (carne avvolta su bastone) e generose costine o tagliatelle ai funghi porcini. E per chiudere? Non c’è niente di meglio del gelato al Braulio: aromatico, digestivo e sorprendentemente fresco, è ormai la firma dolce della casa.

La convivialità si fa formula
Fedele alla sua anima “popolare” nel senso più nobile del termine, La Baita Valtellinese ha ideato delle formule che celebrano il piacere della condivisione, perfette per gruppi di amici o famiglie. La domenica a cena, ad esempio, diventa il regno delle Costine al Lavècc in formula All You Can Eat: preparate nel tradizionale tegame di pietra ollare, sono un invito a non contare i bocconi ma a godersi il momento al prezzo fisso di 17 euro. Dal lunedì al giovedì a cena, invece, lo spazio è tutto per i grandi classici con la formula Pizzoccheri e Sciatt All You Can Eat (25 €), un’occasione imperdibile per riscoprire le due icone valtellinesi senza limiti e nella loro versione più autentica.

La parola allo Chef
A guidare la brigata c’è lo chef Gabriele Berbenni, valtellinese doc, che custodisce l’anima del locale: “Abbiamo voluto creare un luogo riconoscibile, coerente e fedele alla sua anima. Un posto dove chi entra sa già cosa troverà: pochi piatti scelti, preparati con la stessa cura che si metterebbe in casa propria. Vogliamo conquistare con la costanza e con il gusto di una cucina che parla di verità”.
Con i suoi 120 coperti e un conto medio sui 40 euro, La Baita è aperta tutto l’anno, dimostrando che la voglia di montagna e di autenticità non conosce stagioni.
Photo courtesy of Ufficio Stampa Honor Consulting




