Milano, Italia.
Il paradigma, tradizionale e funesto, si ribalta. Non più “nenti sacciu, nenti vitti, nenti n’tisi” ma: io vedo, io sento….e parlo. Questo il significato (e l’obiettivo) dello spettacolo in calendario al Teatro Verdi a Milano dal 13 al 18 gennaio 2015 che parte dall’immediato dopoguerra (1947 – anno della strage di Portella della Ginestra) e ci conduce lungo un itinerario, fatto di canzoni, di brani recitati e immagini che attraversa 60 anni di storia delle mafie.
Una storia che inizia in un meridione povero e arcaico e che approda nel ricco ed opulento nord. Un viaggio, nel tempo e nei luoghi, per dire che le mafie, originate nelle regioni meridionali d’Italia, ormai da tanto tempo si sono insediate al nord dove hanno contaminato la vita politica, economica e sociale di questi territori. Far finta che tutto questo non esista equivale a favorire oggettivamente la crescita di queste organizzazioni criminali.
In scena, tra gli altri, Giuliano Turone, magistrato, per molti anni giudice istruttore impegnato in inchieste di criminalità mafiosa, economica ed eversiva. Negli anni Settanta ha istruito il primo processo sulle attività criminali di Cosa Nostra in Lombardia, che ha portato all’arresto del capomafia Luciano Liggio.
Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con l’Associazione Saveria Antiochia-Centro Studi Omicron (Saveria Antiochia è la mamma del giovane agente Roberto Antiochia che cadde sotto i colpi dei killer di Ninni Cassarà a Palermo nel 1985) e la Casa Editrice Melampo.
A cura di Effevi
effevi@agendaviaggi.com