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Calabria, a spasso tra mari e monti: luoghi suggestivi e incontaminati da non perdere

Natura incontaminata, un connubio di mari e monti che si abbracciano costantemente: la Calabria è una regione interessante, nota prettamente per le coste frastagliate, le distese di sabbia e le acque cristalline, ma che invece ha tante altre sfaccettature da scoprire. Luoghi imperdibili per un turismo meno convenzionale e possibile durante tutto l’anno.

Cosenza, Italia.
La Calabria è una terra da scoprire, dove mare e montagna si abbracciano costantemente. Tante sono le sfaccettature che dominano l’intera area, dove non brillano per eccellenza solo le coste frastagliate, le distese di sabbia e le acque cristalline, ogni anno meta preferita da tantissimi turisti per le vacanze estive, ma anche tante altre realtà straordinarie e da scoprire.

Nella provincia di Cosenza, svariati sono i luoghi di interesse per chi vuole scoprire la Calabria, anche in periodi dell’anno meno convenzionali, quando le temperature sono piacevoli ma più congeniali per girare, visitare, ammirare.

Un’idea interessante per un viaggio indimenticabile tra i profumi della natura incontaminata, una montagna in mezzo al mare da esplorare e conoscere per le sue svariate sfaccettature. Scopriamo alcuni dei luoghi imperdibili.

I Giganti della Sila

Un posto unico nel suo genere, un grandioso spettacolo naturale: i Giganti della Sila si estendono sull’altipiano della Sila, dove si conservano alberi alti fino a 45 metri, dal tronco largo 2 e dall’età straordinaria di 350 anni, testimoni delle antiche selve silane. Un bosco ultracentenario con oltre 60 esemplari di pini, larici e aceri montani piantati nel Seicento dai Baroni Mollo, proprietari del vicino Casino, donato al FAI nel 2016.

La selva fu sfruttata nei secoli dai pastori per estrarre dai tronchi una resina infiammabile come la pece: era una risorsa preziosa che tra Sei e Settecento fu oggetto di numerosi provvedimenti del governo di Napoli, emessi per limitare le frequenti minacce di abbattimento. Con la Seconda Guerra Mondiale, i terreni furono espropriati e reintegrati poi nel patrimonio dell’Ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali che, insieme alla famiglia Mollo, promosse l’istituzione dell’attuale Riserva Naturale Guidata Biogenetica allo scopo di studiare, conservare geneticamente e tutelare questo patrimonio storico-naturale di enorme valore.

Passeggiare tra queste incredibili distese di alberi estrania la mente dalla realtà e la immerge in un contesto di pace, quiete e magia: sembrerà di essere in un luogo fiabesco, dove predomina la magnificenza della natura rigogliosa, dove respirare aria pulita e intraprendere percorsi a contatto con un ambiente spontaneo e animali che vivono ormai in pochi altri luoghi del Paese.

Il FAI ne garantisce l’apertura al pubblico e si avvia a restaurare l’antico Casino Mollo che diventerà sede di un coinvolgente racconto dedicato alla storia di questo lembo di paesaggio rurale calabro, dal Seicento ad oggi.

Per dettagli e informazioni, consultare www.fondoambiente.it/luoghi/i-giganti-della-sila

Lorica

Restando sempre in zona silana, ci si può spostare verso Lorica, dove il paesaggio incontaminato è arricchito dalla presenza del lago artificiale Arvo. La derivazione del suo nome viene dal latino “lòrica” che significa “corazza” e potrebbe essere interpretato come un luogo impervio, sicuro, dove nascondersi e proteggersi da eventuali avversari o nemici. Anche oggi, infatti, si presenta come un posto accogliente, dove rilassarsi o passeggiare piacevolmente baciati dalla luce del sole. D’inverno, un’attività assolutamente imperdibile è sciare sulle cime delle montagne dove poter godere di una peculiarità quasi unica: divertirsi sciando e ammirando contemporaneamente la montagna e il mare calabresi!

Per una golosa sosta per il pranzo, da non perdere il ristorante Brillo Parlante, sulle sponde del lago Arvo: un ambiente rustico e informale, dove trascorrere momenti conviviali, degustando le specialità di eccellente qualità, rigorosamente di produzione locale. Qui dal 2010, la passione di produrre birre artigianali in casa (homebrewing) si unisce alla voglia di proporre birre di alta qualità che incarnino lo stile e i gusti della struttura. Nasce Brillo Parlante Brewing Beer Firm: nel 2023 si concludono i lavori per la realizzazione del birrificio artigianale presso la struttura e inizia la produzione ad alta quota di tutte le birre proposte. 

Le pietanze, prettamente a base di carne con varianti vegetariane, spaziano dagli antipasti di formaggi e salumi silani al mix di funghi sott’olio, per poi arrivare alle gustose grigliate, da poter scegliere tra svariate alternative. Da non perdere, inoltre, il caciocavallo locale alla piastra e le patate ‘mpacchiuse, due leccornie per il palato! Come fine pasto, una prelibatezza sono i fichi ripieni con noci e cedro!

Per dettagli e informazioni, consultare www.ilbrilloparlantelorica.it

Fiumefreddo Bruzio

In Calabria non mancano i borghi suggestivi: nella provincia di Cosenza, va menzionato Fiumefreddo, considerato tra i più belli d’Italia.

Punto d’interesse con un incredibile affaccio sul mare è il Castello della Valle: attualmente l’edificio si presenta allo stato di rudere, anche se mostra perfettamente l’imponenza avuta in passato, e custodisce al suo interno degli affreschi di Salvatore Fiume, colori forti e marcati dominano infatti una delle sale ancora visitabili. Fu utilizzato come residenza fino al 12 febbraio 1807, quando fu bombardato e distrutto dalle truppe francesi del colonnello Berthelot, durante la rivoluzione napoletana anti francese, poiché al suo interno si erano rifugiati degli insorti.

Altre creazioni del celebre artista già citato sono presenti nella Chiesa di San Rocco, in particolare sulla cupola, dove viene rappresentato il santo mentre salva la popolazione dalla peste.

Per ulteriori dettagli su Fiumefreddo su www.borghipiubelliditalia.it/borgo/fiumefreddo-bruzio/

Per una sosta enogastronomia, da consigliare il Convivio, dove i prodotti sono rigorosamente a km 0 e regna il principio del mangiar bene e sano, promuovendo il cibo del mediterraneo e una cucina genuina, sana e autentica. Da non perdere la frittata di patate senza uova, tipica del posto, la stroncatura bio “a mollica” preparata secondo tradizione con alici del Cantabrico e i fichi “da quadra”, un fine pasto dolce ma preparato in modo naturale.

Santuario San Francesco di Paola

Non manca anche il turismo religioso, dove il silenzio pervade e la natura circostante crea un effetto catartico sull’animo umano: il santuario di San Francesco di Paola è un luogo affascinante e mistico, dove il silenzio pervade e rende l’atmosfera ancora più suggestiva. Caratterizzato da una lunga storia, che affonda le sue radici nel lontano secolo XV, attorno agli anni 1435-1452, si presentava inizialmente come una piccola chiesa, tipica di ogni romitorio, luogo di preghiera per gli eremiti e per i fedeli che vi giungevano.

Quando il numero di seguaci cominciò a crescere, è iniziata la costruzione della Chiesa: sembra che l’idea iniziale fosse quella di realizzare una struttura piccola e dalle forme anguste. Tuttavia, a seguito dell’apparizione di un Frate (il Santo d’Assisi, secondo l’interpretazione più diffusa), che suggerì di allargare il perimetro della Chiesa perché sarebbe stata destinata ad accogliere un numero sempre crescente di fedeli, Francesco modificò il progetto, ne ampliò il perimetro e lo realizzò in poco tempo grazie alla Provvidenza e alla generosità di alcuni gentiluomini cosentini. Il “primitivo oratorio” oggi fa parte dei sotterranei del convento e si accede ad esso da una piccola scalinata in prossimità del chiostro.

Il percorso cosiddetto “zona dei miracoli” si trova tra la vecchia e la nuova chiesa: quest’area conserva un gran numero di testimonianze dei prodigi compiuti da san Francesco di Paola. All’ingresso, si trova il primo ricordo dei prodigi compiuti da San Francesco. Si tratta della fornace dove si cuoceva la calce da utilizzare per la costruzione della Chiesa e del Convento.

Due i miracoli molto cari ai devoti: il primo quando, mentre fervevano i lavori, gli operai segnalarono a frate Francesco che la fornace stava cedendo e allora il Santo, rimasto solo, vi entrò, la riparò con le mani per poi uscirne illeso; il secondo prodigio nel momento in cui Francesco richiamò a vita l’agnellino “Martinello”, che gli operai avevano divorato, gettandone le ossa tra le fiamme della fornace.

Al termine degli archi che collegano l’antica costruzione conventuale con quella della nuova Aula Liturgica, in un piccolo incavo del muro, si trova il bossolo di una “Bomba” caduta nel letto del torrente Isca durante i bombardamenti del 1943 e rimasta miracolosamente inesplosa. Le operazioni di disinnesco testimoniarono il perfetto stato dell’ordigno.

Proseguendo, si trova la “Cucchiarella”, una sorgente d’acqua che, come recita l’iscrizione, “il Santo fece sgorgare con il tocco del suo bastone e in cui risuscitò la trota Antonella”. Questa rappresenta uno di quei prodigi perenni che si possono ammirare a Paola: l’acqua mantiene sempre lo stesso livello. I Francesi, nel 1806, tentarono di prosciugarla, ma dovettero constatare come nella stessa giornata l’acqua fosse rientrata esattamente allo stesso livello di prima.

Attraverso uno stretto viottolo, si arriva al “Ponte del Diavolo”. Secondo la leggenda, Francesco ordinò al demonio di costruire questo ponte. In compenso il diavolo chiese di potersi appropriare dell’anima del primo passante che lo avrebbe attraversato. A quel punto, Francesco fece in modo che passasse un cane e il diavolo, sentitosi beffato, acceso d’ira tirò un calcio al parapetto di sinistra (lasciando un buco) facendosi leva con la mano sulla parete a destra, sulla quale rimase l’impronta.

Percorso tutto il Ponte del Diavolo, girando a destra, si giunge ad un luogo particolarmente suggestivo: la Grotta della Penitenza. Qui tutto ha avuto inizio quando Francesco, ancora adolescente, con ferma determinazione, si ritirò in questo luogo per vivere da eremita. Nel pendio sottostante il piazzale dell’obelisco, si trovano le “Pietre del Miracolo”: si tratta di due grossi macigni che stavano precipitando a valle mentre degli operai lavoravano alla costruzione della chiesa. Appena visto il pericolo, il Santo si rivolse alle pietre gridando: “Per carità, fermatevi!”. Ancora oggi, le pietre, sfidando la legge di gravità, rimangono in bilico, nonostante il baricentro di entrambe sia abbondantemente sbilanciato.
Photo Alessandra Chianese

INFO
Per altre informazioni su questo luogo straordinario, consultare www.santuariopaola.it

Alessandra Chianese

Alessandra Chianese

Nata e vissuta in provincia di Napoli, è da sempre appassionata di arte, di cultura, di moda e del buon cibo italiano. Giornalista, fin da piccola mostra un costante interesse per l’attualità e la politica, determinanti nella sua scelta di vita professionale. Amante delle lingue, adora viaggiare, scoprire nuovi posti e allargare i propri orizzonti. La frase che più la rispecchia è un passo scritto dal grande poeta Dante: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

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