Il nuovo spettacolo di Antonio Cornacchione, con la collaborazione drammaturgica di Bruno Furnari, si presenta come una farsa che, tra risate e colpi di scena, affronta temi spinosi come la precarietà economica, il diritto alla casa e le contraddizioni della politica italiana. In scena fino al 13 Aprile al Teatro Leonardo di Milano.
Milano, Italia.
Ambientato in un appartamento popolare di proprietà della Regione, la vicenda ruota attorno al protagonista, Palmiro (Antonio Cornacchione), un tipografo sull’orlo del fallimento, che si trova a dover fare i conti con una serie di eventi che lo spingono oltre i suoi limiti morali e politici. Insieme a lui c’è Violeta (Alessandra Faiella), dipendente ungherese della quale è segretamente innamorato, a cui ha offerto vitto e alloggio per non doverle pagare stipendi arretrati e TFR.
Ricevuta la notifica di sfratto, Palmiro si troverà suo malgrado a confrontarsi con una politica che lo sfrutta per interessi puramente ideologici. Da una parte, infatti, un gruppo di neofascisti, capeggiati da Galeazzo (Pino Quartullo), intende utilizzarlo come strumento di propaganda, mentre l’altra parte politica, rappresentata dai centri sociali, è disinteressata alla sua storia e vuole solo cacciarlo dalla propria casa.
La sua lotta per non perdere l’appartamento, che rappresenta per lui l’ultimo legame con il passato e la sua identità, diventa un microcosmo in cui collidono fratture sociali e politiche.

Nel corso della narrazione emergono infatti tutte le storture della società: dall’ignoranza alla base degli estremismi politici, a una burocrazia disinteressata e lontana dai bisogni dei cittadini, al trasformismo dell’italiano medio sempre pronto a saltare sul carro del vincitore.
La scrittura di Cornacchione è esilarante e irriverente, non risparmiando nessuno, né a sinistra, né a destra. L’autore gioca con i cliché e le contraddizioni dei personaggi, creando situazioni in cui la commedia si mescola abilmente alla riflessione sociale, in un crescendo di colpi di scena. I dialoghi sono brillanti e, dopo un inizio leggermente sottotono, il ritmo delle battute e l’alternarsi delle scene si fa serrato conquistando il pubblico.
In questo spettacolo emerge soprattutto il percorso di Palmiro. Inizialmente arroccato nella sua personale fortezza di abitudini e preconcetti, si troverà travolto dagli eventi e sarà costretto a superare sé stesso e i propri limiti, dando vita a situazioni rocambolesche.
Il personaggio alterna numerosi momenti di comicità esilarante a riflessioni ciniche e distaccate. La bravura di Cornacchione si esprime al massimo nei momenti di pura farsa, grazie a dei tempi comici sempre azzeccati.

Tra i comprimari, Alessandra Faiella dà vita al proprio personaggio con una freschezza irresistibile, creando un contrasto perfetto con il carattere del protagonista. Accanto a lei, Pino Quartullo si presta a un’interpretazione eclettica, che alterna comicità a momenti di realismo disarmante. Entrambi riescono a rendere viva la complessità delle rispettive figure, dando profondità a degli archetipi altrimenti monodimensionali.
Menzione speciale ai due ospiti d’eccezione: Pier Luigi Bersani e Giovanni Storti. Il primo, nella forma di “fantasma olografico”, funge da guida morale al protagonista nei momenti di sconforto e indecisione. Storti incarna invece l’immobilismo della burocrazia, che nonostante le buone intenzioni non riesce mai a portare un aiuto concreto.
Tra risate liberatorie e riflessioni amare, “Basta Poco” si rivela uno spettacolo intelligente e divertente, capace di fotografare l’Italia di oggi con ironia e disincanto. Un’occasione da non perdere per chi cerca un teatro che sappia far ridere e pensare al tempo stesso.
Info: MTM Teatro
Photo Andrea Lisco, courtesy of Manifatture Teatrali Milanesi
Testo Eleonora Boscacci