C’è un posto, a sud del distretto di Paphos, dove il tempo pare essersi fermato. È la Taverna 7 st. George e guai a chiamarla trattoria. Considerata il meglio tra le taverne di Cipro, si viene accolti da una piccola struttura, anticipata da un pergolato di glicine secolare, e sotto il pergolato, a dare il benvenuto, troviamo spesso i gatti, animali considerati quasi sacri a Cipro: la leggenda narra infatti che secoli fa, vennero portati sull’isola per liberarla dai serpenti.
Ma torniamo a questo locale di eccellenza culinaria: attrezzi per cucinare appesi alle pareti, conserve e marmellate decennali le mensole, il tutto accompagnato da profumi speziati che aumentano l’acquolina in bocca. Bisogna specificare che, nelle taverne cipriote non esiste il menu, ma il Mezè: si tratta di provare tutto quello che la cucina offre, in piccole porzioni, servite su piattini, senza fretta, fino a che non si dice “stop”.
Agnello al forno, coniglio stufato con cipolle, fagioli freschi, olive , salsa tahini, taro ( è un tubero, molto simile alla patata, poco diffuso in Italia), pane con uvetta appena sfornato, e molto altro. Le portate, servite senza fretta, sono un mix di sapori mediterranei e la cosa interessante e soprattutto utile è che il tutto è accompagnato dalla spiegazione dei gestori. George, il proprietario, è un bonario personaggio che si siederà al vostro tavolo tra una portata e l’altra e vi vorrà a tutti costi spiegare la sua idea di cibo, che lui intende come una vera e propria filosofia: i prodotti utilizzati per preparare i vari piatti sono in maggior parte autoprodotti così come il vino, tutto è biologico e a chilometro zero. Infine il dolce, tortini al cioccolato imbevuti nel latte e miele, tortini alle mele, alla cannella, sempre imbevuti nel latte vi faranno aver voglia di ritornare e a Cipro seguendo la vostra gola.
Il costo di una cena si aggira sui 25 euro compreso vino e dolce, mentre è anche possibile richiedere un Mezè ridotto e dunque meno portate e una spesa inferiore.
Nicolò Belloli
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