Milano, Italia. Il testo di Peter Handke “Selbstbezichtigung/Autodiffamazione” di e con Lea Barletti e Werner Waas, è in scena al Teatro-i fino a lunedì 27 febbraio.
La scena è scarna, essenziale. Due sedie e sopra di queste, un abito da donna e un vestito da uomo. Compaiono due attori, un uomo e una donna, nudi. Indossano solo un paio di scarpe (lei) e un cappello (lui). Guardano gli spettatori con naturalezza, senza sguardo indagatore, senza imbarazzo. Lea Barletti e Werner Waas (quest’ultimo grande conoscitore dell’autore austriaco e della sua drammaturgia, nonché traduttore) partono dalla genesi, dalla nascita, dalla “nudità” assoluta del corpo, il grado zero, puro, dell’essere, come bambini appena nati che non conoscono ancora condizionamenti e limiti.
“Io non sono quello che sono stato. Non sono stato come avrei dovuto essere. Non sono diventato quel che sarei dovuto diventare. Non ho mantenuto quel che avrei dovuto mantenere”.
Lentamente gli attori si rivestono ed è come se rientrassero nello schema che è quello delle convenzioni sociali, delle regole a cui tutti dobbiamo sottostare. Il movimento generato sulla scena non si struttura attraverso modalità narrative, ma sono le parole, e la portata simbolica del linguaggio, a portare alla luce durante lo svolgersi dello spettacolo, facendoli a pezzi nel semplice ma intenso manifestarsi, gli schemi sociali, le convenzioni, le abitudini in cui l’umanità tutta è ingabbiata rivelando una potanzialità altra a alta del linguaggio come espressione in potenza di un pensiero puro, essenziale, produttore di autenticià, che è il fine a cui dovremmo tendere.
Le frasi si alternano iniziando tutte con il soggetto “io/ich” (il bilinguismo sottolinea ulteriormente la diversità e l’estranietà della lingua che come abito/abitudine siamo costretti a indossare una volta nati) e partono da lontano, dalle azioni di bambino, da quelle incontrollabili dettate dall’istinto. Fino a i luoghi comuni e a tutte quelle regole a cui ci è stato imposto di sottostare. Come in un gioco, si arriva poi alle azioni nelle quali siamo noi a decidere, siamo noi a padroneggiare, a decidere di “essere” ciò che siamo veramente. Ma per farlo dobbiamo paradossalmente autodiffamarci andando contro le regole, scandalizzando il mondo. Ed è qui che attraverso la parola tutti quei gesti enunciati acquistano una forza che va al di là dell’azione stessa: l’io è un noi, io-tutti. Non abbiamo forse tutti infranto regole di convivenza? Non abbiamo forse tutti noi oltrepassato la linea gialla aspettando un treno? Non abbiamo forse gettato una carta a terra invece che nei cestini?
von / di Peter Handke
mit / con Lea Barletti, Werner Waas
musik / musica Harald Wissler(Deutsch-Italienisch mit Übertiteln / Tedesco-italiano con sovratitoli)