All’interno della splendida cornice del Sina Centurion Palace, il cinque stelle lusso di Sina Hotels affacciato sul Canal Grande, prende vita il progetto sensoriale del curatore Riccardo Benedini in collaborazione con gli studi di design Mandalaki e CELO1.
Venezia, Italia.
“Tramonto a Canal Grande” è un viaggio immersivo nel mondo della luce e dei suoi riflessi ed è il dono con cui quest’anno il Sina Centurion Palace omaggia la città di Venezia nei giorni degli attesissimi red carpet: a partire da mercoledì 28 agosto e per tutte le sere del festival, la storica facciata dell’hotel diventa la protagonista di un “tramonto urbano” (installazione luminosa progettata dallo studio Mandalaki) che si staglia contro il cielo notturno della Serenissima, invitando gli spettatori a riflettere sulla difficile relazione tra l’ambiente cittadino ed il mondo naturale e su come le nostre azioni possano influenzare l’ambiente circostante.
Al centro del tramonto, l’uomo si specchia ed intravvede nuovi mondi, dentro e fuori di sé. Come? Attraverso “Inevitable Future”, la grande opera specchio, firmata dallo studio di design CELO1, che il curatore Riccardo Benedini colloca nella scenografica hall dell’hotel Sina Centurion Palace su Canal Grande per dialogare con l’intimità dei suoi ospiti e riportare la meraviglia di un tramonto nelle scelte che ognuno di loro compie nella vita di tutti giorni. Grazie al frame d’inchiostro circolare che caratterizza l’opera e al suo centro trasparente, lo specchio diventa l’occasione per meravigliosi ritratti ed interviste al pubblico invitato da condividere sui social con l’hashtag #bemymirror @celo1.

Viaggio alla scoperta di se stessi attraverso l’Arte
«Gli specchi non sono solo semplici riflessi della nostra immagine esteriore; sono anche portali che ci invitano a esplorare il nostro mondo interiore. In un’epoca in cui l’individuo cerca sempre più un senso di connessione con se stesso e con l’ambiente circostante, gli specchi assumono un ruolo centrale. Essi ci offrono una finestra attraverso la quale possiamo contemplare la nostra identità, riflettere sul nostro passato e progettare il nostro futuro». CELO1
È la terza volta che Riccardo Benedini organizza per Biennale Cinema una esperienza che coinvolge i sensi ed immerge attori e giornalisti in un viaggio alla scoperta di se stessi attraverso le opere di artisti e designer italiani: nel 2022, con la mostra “Oltre la Vista”, aveva esplorato il senso del tatto grazie alla prestigiosa partecipazione dello scultore non vedente Felice Tagliaferri, mentre nel settembre del 2023, in Punta della Dogana, Riccardo Benedini aveva collaborato con il designer Jacopo Gonzato per creare un percorso di sculture sonore a bordo di una imbarcazione d’epoca sotto il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e la Regione Veneto.
Per l’esperienza sensoriale di quest’anno, in occasione del Film Festival di Venezia, ho voluto giocare con l’elemento fotografico, trasformando il pubblico in parte integrante e viva dell’opera dei designer; da spettatori a protagonisti. Un click immortala volti ed emozioni degli ospiti del Sina Centurion Palace nel momento in cui scoprono l’installazione luminosa dello studio Mandalaki o emergono con sorpresa al centro del grande frame di inchiostro dello specchio CELO1. Durante i blindati red carpet di questi giorni, “Tramonto a Canal Grande” è un raffinato set cinematografico che mette in scena le emozioni spontanee di ognuno di noi e le trasforma in opere d’arte. Riccardo Benedini, curatore del progetto.
Le installazioni – dettaglio
L’opera “Inevitable Future” di CELO1
è uno specchio di grandi dimensioni (160 cm dia. x 2cm) composto da tre aree: l’anello esterno che riflette l’ambiente circostante, seguito da un anello interno scuro che inghiotte qualsiasi cosa visibile, e una zona centrale composta da vetro trasparente. L’opera è un’analogia di un “Orizzonte degli Eventi” che ci invita a percepire l’oggetto non solo come uno specchio fisico, ma anche come un mezzo per interrogarsi ed esplorare la propria individualità e la nostra relazione con il mondo che ci circonda.
I materiali che compongono l’opera sono vetro, specchio, inchiostro ed acciaio inossidabile.
Lo specchio poggia su di una base che consente al pubblico di girarvi attorno e di posizionare il proprio volto nel centro trasparente dell’opera, dove l’espressione del viso viene incorniciata dal frame di inchiostro circolare che caratterizza la superficie specchiata. “Inevitable Future” rappresenta dunque una sorta di specchio con inganno che, anziché riflettere l’immagine di chi si posiziona di fronte ad esso, funge da portale attraverso cui scorgere chi o che cosa si cela dietro alla sua superficie.
Un effetto giocoso voluto dal curatore Riccardo Benedini nei giorni del Film Festival per incentivare attori, giornalisti e personaggi dello spettacolo, ospiti dell’hotel Sina Centurion Palace, a farsi immortalare dietro lo specchio e postare la propria esperienza sui social con l’hashtag #bemymirror. Uno specchio che continua a suggestionare anche senza protagonisti perché, quando nessuno si posiziona dietro all’intallazione, il centro trasparente dell’opera si comporta come una grande lente regalando, a chi vi osserva attraverso, uno scorcio evocativo e del tutto inedito su Canal Grande dal meraviglioso loggiato del Sina Centurion Palace. Insomma, l’opera nell’opera.
L’installazione luminosa “Tramonto a Canal Grande” di Mandalaki per Sina Centurion Palace. La luce di Venezia ha affascinato e ispirato innumerevoli artisti nel corso dei secoli, da Canaletto a Turner, da Monet a Whistler. Questi maestri hanno cercato di catturare nei loro dipinti la qualità unica della luce veneziana, che riflette sull’acqua dei canali e conferisce alla città un’atmosfera eterea ed incantata.
“Tramonto a Canal Grande”, l’installazione luminosa progettata dallo studio Mandalaki in occasione del Festival del Cinema di Venezia, si inserisce in questa tradizione artistica utilizzando la tecnologia moderna per evocare la magica essenza dell’ora dorata, trasferendola nel tessuto cittadino attraverso la riproduzione di colori e sfumature di un tramonto proiettati sulla facciata del Sina Centurion Palace su Canal Grande. La proiezione ricrea i toni caldi e avvolgenti del tramonto, dialogando con l’architettura e l’acqua, elemento che conferisce all’opera un concetto di dinamismo attraverso i suoi riflessi e le sue increspature.
Il risultato è uno scenario surreale e meraviglioso che, ogni sera del Festival a partire dalle ore 20.30, avvolge di magia il famoso approdo su Canal Grande del Sina Centurion Palace, dove sono attesi i personaggi più noti del jet set internazionale.
La struttura dell’opera, volutamente minimale e quasi impercettibile, è composta da uno stelo in carbonio, sottile e leggero che sorregge il corpo ottico, in alluminio anodizzato e vetro. L’intervento risulta così essere estremamente minimale e rispettoso del contesto urbano ed architettonico.
Oggigiorno la crescita delle città è sempre più rapida e la pressione antropica sull’ambiente è sempre più evidente, rendendo essenziale un’analisi critica del nostro impatto sull’ecosistema urbano e sulla necessità di adottare approcci più sostenibili per garantire una presenza sempre maggiore degli elementi naturali. “Tramonto a Canal Grande” non è quindi solo un intervento artistico, ma un manifesto per l’urbanizzazione sostenibile e la coesistenza armoniosa tra l’uomo e la natura, stimolando riflessioni e dialoghi che possano ispirare azioni concrete per creare ambienti urbani più sostenibili.
I Designer coinvolti nel progetto
Celoi1
è uno studio poliedrico, attivo sia in Italia che in Inghilterra. Fondato a Londra nel 2021 da due amici designer, Costantino Gucci ed Edward Raneri, lo studio si focalizza sulla creazione di oggetti ed installazioni che interagiscono con lo spettatore e gli spazi circostanti; per raggiungere l’effetto desiderato, il duo lavora con materiali riflettenti come vetri e specchi, che consentono all’osservatore di alterare la propria immagine riflessa, in modi nuovi ed inaspettati, annullando la distanza tra la percezione e la realtà.
Per comprendere appieno il modo in cui ciò avviene, CELO1 si avvale di una metodologia dove i pigmenti scelti cambiano la tonalità e la forma in base all’incidenza della luce a cui lo specchio è esposto (sia essa naturale o artificiale) e dell’angolo in cui si trova l’osservatore. In questo modo, l’oggetto si evolve costantemente, sviluppando un dialogo dinamico con chi lo osserva.
In un’epoca in cui l’omogeneizzazione industriale minaccia l’autenticità dell’artigianato locale, CELO1 si impegna a preservare e valorizzare le tradizioni artigianali: lo studio collabora strettamente con artigiani locali, custodi di antiche tecniche tramandate di generazione in generazione, per creare pezzi unici che incarnano l’essenza stessa del made in Italy. Le opere di CELO1 sono oggi esposte in Via Voghera 14 a Milano, dove ha sede lo studio dei designer.
Mandalaki
Mandalaki è uno studio di Design del Prodotto e Consulenza fondato a Milano nel 2012 da Enrico De Lotto, George Kolliopoulos e Giovanni Senin. Davide Giovannardi diventa partner nel 2013. I membri del team hanno diversi background che spaziano tra Design Industriale, Economia ed Arte. Mandalaki esplora i confini e le intersezioni tra design, arte e tecnologia con lo scopo di creare pezzi di alta qualità e valore concettuale, attraverso un approccio innovativo che combina processi industriali e sapere artigianale. Le forme pure che contraddistinguono lo stile dello studio celano anni di ricerche tecniche ed estetiche, che costituiscono la base di partenza di ogni prodotto, installazione e architettura.
Ogni progetto è connesso l’un l’altro: dalle micro abitazioni modulari alle auto elettriche, dalle installazioni luminose ai mobili; ogni lavoro è guidato dalla ricerca dell’essenzialità e della funzionalità, così come della sostenibilità e delle performance.
Negli ultimi anni lo studio Mandalaki si concentra prevalentemente su un’estesa ricerca intorno alla natura e alle caratteristiche dell’illuminazione; nasce così il progetto Halo, il cui scopo è superare la percezione della luce come una sorgente di illuminazione strumentale, attraverso la sperimentazione e produzione di precise proiezioni grafiche. Viene così stabilita un’unione tra due entità, l’oggetto fisico e la proiezione metafisica. Il risultato è una nuova famiglia di lampade, disegnate per diversi ambienti, capaci di creare infinite sfumature, fonti di nuova energia in cui perdersi.
Riccardo Benedini – curatore del progetto
Riccardo Benedini è uno scrittore che trasforma gli oggetti d’arte e design in indimenticabili esperienze da vivere, studiando format completamente “tailor made” per diffondere la cultura in modo originale. Benedini intervista artisti, designer, architetti e proprietari di dimore alla ricerca del legame intimo che ognuno di noi instaura con gli oggetti che crea, sceglie o semplicemente abita nella vita di tutti i giorni. Nonostante una laurea in legge, lavora da molti anni come storyteller e arreda le case di clienti ed amici con oggetti e storie dal sapore unico. Attraverso le sue storie, pubblicate sul sito www.riccardobenedini.com ed il suo canale Instagram (@riccardobenedini_), Riccardo Benedini accompagna i lettori in un viaggio memorabile alla scoperta degli oggetti. Non di oggetti qualunque, ma solo di quelli in grado di farci sentire straordinari.
«Per l’esperienza sensoriale di quest’anno, in occasione del Film Festival di Venezia, ho voluto giocare con l’elemento fotografico, trasformando il pubblico in parte integrante e viva dell’opera dei designer; da spettatori a protagonisti. Un click immortala volti ed emozioni degli ospiti del Sina Centurion Palace nel momento in cui scoprono l’installazione luminosa dello studio Mandalaki o emergono con sorpresa al centro del grande frame di inchiostro dello specchio CELO1. Sotto i grandi e blindati riflettori di questi giorni, “Tramonto a Canal Grande” è un raffinato set cinematografico che mette in scena le emozioni spontanee di ognuno di noi e le trasforma in opere d’arte», spiega Riccardo Benedini, curatore del progetto.
Photo courtesy of Ufficio Stampa Micaela Scapin