ALLA SCOPERTA DI UNA CITTÀ E DEL SUO TERRITORIO, MENO FREQUENTATO DALLE ROTTE TURISTICHE: GIOIELLI, PALAZZI, TRULLI, CERAMICHE
Milano, Italia
Che la Puglia sia una terra benedetta, ricca di arte, sole, opportunità di svago e di golosità, è cosa ben nota.
Ogni provincia e ogni territorio offre le sue tipicità, anche se qualche zona è più famosa di altre e si è conquistata da tempo la scena mondiale.
Forse meno nota a livello turistico è Taranto, collegata nello stereotipo comune all’idea di città industriale, dominata da cantieri e grandi impianti.
Il Manifesto di Taranto per la sostenibilità
Eppure proprio da Taranto viene un messaggio all’avanguardia di grande respiro.
È stato firmato il Manifesto di Taranto per la sostenibilità, un decalogo che fissa gli impegni e le tappe per offrire proposte adatte ai nuovi turisti, sempre più attenti alla dimensione etica e valoriale del viaggio.
Un manifesto che sottolinea anche, in stretta attualità, come il turismo sia una straordinaria forma di cultura per la natura e per la pace.
L’iniziativa è nata all’interno di BTM, Business Tourism Management, la Borsa del Turismo, che si è svolta a Taranto nel mese di aprile, con due aree specifiche che hanno messo l’accento su due eccellenze della regione, quelle enogastronomiche presenti nella BTM Gusto, e quelle dedicate all’industria del wedding approfondita nell’area BTM in Love.
Con il patrocinio dei principali enti, dal Ministero del Turismo, all’Enit, alla Regione Puglia, la Borsa ha offerto importanti momenti di dibattito, approfondimento, formazione, secondo il filo conduttore della sostenibilità, considerata ormai una necessità per realizzare un turismo a misura d’uomo.
E dunque partiamo proprio dal Manifesto di Taranto per la sostenibilità per esplorare questa bella città, rimasta fuori finora dai grandi flussi turistici.
Taranto offre molte opportunità di visita e scoperta.
Il MArTA, il Museo Nazionale Archeologico di Taranto
A cominciare dal MArTA, il Museo Nazionale Archeologico di Taranto, fra i più importanti d’Italia, istituito già nel 1887 ed oggi affascinante nei suoi molteplici percorsi tra i ricchissimi reperti di preistoria, protostoria, età ellenistica, romana e medievale.
Taranto, infatti, l’unica colonia spartana della Magna Grecia, è al centro di un territorio che è stato molto generoso nei ritrovamenti archeologici, dalle straordinarie Veneri di Parabita (datate a 20.000 anni fa), al bronzetto di Zeus del 500 a.C., ai pavimenti decorati con tessere in pasta vitrea colorata, alle splendide anfore panatenaiche a figure nere premio dell’Atleta di Taranto, ai famosi orecchini a navicella in oro, testimonianza della creatività degli artigiani orafi tarantini.
Basterebbero gli “Ori di Taranto”, gioielli di grande raffinatezza e qualità decorativa, creati nel IV secolo a.C., per lo più trovati come corredi funerari, per motivare un viaggio in questa città.
Ma c’è ben altro.
Vista dall’alto, Taranto è un condensato di storia che si intreccia con il mare e si dipana nel borgo antico, tra palazzi nobiliari e gioielli sotterranei.
“Città dei due mari”, Taranto, bagnata dal Mar Grande e dal Mar Piccolo, ha una posizione strategica che l’ha resa protagonista di importanti vicende storiche.
La sua storia corre lungo i due ponti che collegano la città vecchia a quella moderna. Oltre al ponte di pietra costruito dopo l’alluvione del 1883, il ponte girevole inaugurato nel 1887 continua ad avere il fascino delle grandi opere di ingegneria meccanica e conduce nel dedalo di vicoli intorno alla centrale via Cava, lungo la quale fioriscono diverse botteghe artigiane.
Una passeggiata nel centro storico sorprende per il contrasto tra l’abbandono e l’imponenza di alcuni palazzi rinascimentali, che via via stanno recuperando vita e funzioni, compresa la funzione di hotel diffuso.
Fino alla Cattedrale di San Cataldo, che alterna il riutilizzo di colonne greche, il soffitto a cassettoni detto il “cielo d’oro della Cattedrale” e il grandioso Cappellone di San Cataldo, ricchissimo di marmi policromi, madreperle e lapislazzuli, statue e decori decisamente barocchi.
Il territorio intorno a Taranto
Il territorio intorno a Taranto invita a esplorazioni più lunghe, che sconfinano in provincia di Lecce, di Bari e di Brindisi.
Perché geograficamente, più che di province, bisogna parlare di territori pugliesi, Murge, Salento, Tavoliere, che travalicano i confini amministrativi.
Il bianco accecante del “latte di calce” con cui si coprono le case spicca in mezzo al verde di oliveti e contro il cielo e il mare azzurro della Puglia.
Martina Franca
Martina Franca appare nobile e sontuosa nei suoi palazzi imponenti dovuti alla presenza dei duchi napoletani Caracciolo che vollero creare quasi un loro feudo in terra pugliese. E all’enorme Palazzo Ducale, in cui l’elemento rinascimentale si incrocia con il Barocco d’ispirazione leccese, fanno corona, quasi come una corte ideale, decine di altri palazzi signorili in una gara di simboli di magnificenza e di potere.
Alberobello
Alberobello, nella mitica Valle d’Itria, ha un centro storico tutto patrimonio protetto dall’Unesco.
Infatti, mentre la presenza di trulli è diffusa in tutta la campagna pugliese, Alberobello è l’unico centro abitato nel quale è presente un intero quartiere di trulli.
Inconfondibile il suo panorama con i trulli a grappolo, i fantasiosi pinnacoli in cima ai tetti conici, le tegole grigie disposte a strati sui cilindri bianchi, in cui si aprono finestrelle ornate di fiori.
Curiosa l’origine dei trulli. Verso il 1600 un Conte di Acquaviva avviò l’urbanizzazione della selva con la costruzione di un agglomerato di piccole case, ma a condizione di costruire case solo con muri a secco senza l’uso di malta, per evitare il pagamento dei tributi al viceré spagnolo del Regno di Napoli.
Così nacquero i caratteristici trulli, che popolarono e resero inconfondibile questo paesaggio.
Grottaglie
Per restare in tema di tradizioni e artigianato, non può mancare un cenno alle ceramiche di Grottaglie, anche questa in terra tarantina.
Tutta la cittadina è un succedersi di botteghe in cui si producono e vendono ceramiche, che, dopo aver vissuto gli anni d’oro della produzione di massa per stoviglie di uso quotidiano, oggi spostano l’attenzione all’arredo e al design.
Ma un interessante progetto ad opera di Slow Food vuole tornare a valorizzare le ceramiche di Grottaglie proprio come oggetti di uso, abbinandole a prodotti e ricette tipiche del territorio.
Così si fondono e si completano a vicenda le abilità e i saperi di un territorio e di una tradizione.
Impossibile, in un viaggio in Puglia, ignorare le eccellenze enogastronomiche, che sono una delle attrazioni del viaggio. Tra mozzarelle, taralli, orecchiette, parmigiane, carteddate, salumi e frutti di mare, si perde la testa.
Semeraro Vini di Casalini
Ricordiamo allora almeno una azienda particolarissima.
È la Semeraro Vini di Casalini, una piccola frazione del comune di Cisternino, uno tra i borghi più belli d’Italia. E poiché il vino partecipa della storia di una regione, attraverso i segreti di Semeraro possiamo evocare colori, profumi e sapori pugliesi.
Ma perché scegliere Semeraro come azienda simbolica? Perché qui, nella loro piccola cantina, si pratica un metodo davvero originale: i vini godono dei capolavori di Wolfgang Amdeus Mozart per tre ore al giorno.
La musica “equilibrata e perfetta” del genio salisburghese così può effettuare una sorta di “massaggio” al vino che, insieme al tempo ed alle cure attente, conferisce ulteriore pregio ai vini. Come confermato da alcune ricerche effettuate dall’Università di Firenze, il vino invecchiato con Mozart riceve effetti su lieviti ed enzimi influendo positivamente sul processo vitale.
Una Wine Tour Experience presso le Cantine Semeraro offre visite guidate alla vigna didattica, alla zona di lavorazione e produzione, al caveau di invecchiamento ed al museo della cultura contadina e dell’arte antica del vino, per terminare infine nell’enoteca dell’azienda, dove poter degustare i vini accompagnati da prodotti locali tipici della tradizione pugliese.