HA APERTO, ALLA TRIENNALE DI MILANO, L’ESPOSIZIONE CHE INDAGA, CON OLTRE 250 OPERE, IL RAPPORTO DELL’ARTE POVERA E DI ALCUNE AVANGUARDIE CON I LINGUAGGI DELLA FOTOGRAFIA, DEL CINEMA E DEL VIDEO.
Milano, Italia.
Tra il 1960 e il 1975 l’avanguardia italiana ha utilizzato le diverse forme di immagine meccanica – fotografie, film, videotape, fotocopie, libri, fotografie, proiezioni – con una libertà sperimentale che non ha eguali in Europa.
Reversing the Eye – Fotografia, Film e Video negli Anni dell’Arte Povera presenta un insieme considerevole di questi lavori e mostra quanto i media siano uno degli ambiti più fecondi per seguire gli sviluppi di una stagione folgorante, che attraversa l’euforia del boom economico e la contestazione del ’68 per chiudere con gli anni di piombo, tre momenti che scandiscono lo sviluppo del percorso espositivo.
L’arte diventa un comportamento, un’attitudine mentale che viene documentata dai mass-media
La mostra, attraverso le sue 250 opere realizzate da 49 artisti, si concentra sull’arte povera e sui compagni di viaggio del movimento teorizzato dal critico Germano Celant nel 1967, che sperimentano una connessione tra arte e vita, rimettendo in discussione la funzione stessa dell’artista e dell’opera. L’arte diventa un comportamento, un’attitudine mentale che viene documentata dai mass-media. Emerge una nuova esperienza dell’ambiente e della natura, del corpo come identità dell’autore, dell’immagine come rappresentazione dell’arte nei media: sono questi i temi che hanno suggerito l’associazione dei lavori in mostra.
In risposta alla Pop Art americana e in concomitanza con l’attività dei protagonisti della scena concettuale internazionale, l’arte povera aspirava all’incontro tra arte e vita. Benché raramente associati a questa tendenza, la fotografia, il cinema e il video sono stati di fatto ampiamente utilizzati dai suoi esponenti e possono quindi essere annoverati tra i media “poveri”.
Considerati all’epoca dispositivi privi di valore, in mano all’avanguardia, i media perdono la loro semplice funzione di registrazione e ci offrono straordinarie reliquie che anticipano l’iconosfera nella quale oggi ci troviamo.
Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, afferma: “Il panorama artistico italiano tra gli anni Sessanta e Settanta è stato caratterizzato da una vitalità eccezionale. Sottolineando l’importanza di questo straordinario periodo, la mostra si concentra sul rapporto tra l’avanguardia di quegli anni rispetto al diffondersi dei nuovi media. Siamo molto felici di presentare, insieme a due istituzioni internazionali importanti come Jeu de Paume e LE BAL, un’esposizione pensata anche per esplorare le possibilità dei mezzi di comunicazione del periodo, che hanno prodotto un cambiamento epocale nel modo di fare arte”.
Lorenza Bravetta, curatrice per fotografia, cinema e new media di Triennale Milano, dichiara: “In questo nuovo corso Triennale ha intrapreso un progetto di ricerca per approfondire l’evoluzione dei media e le loro possibili contaminazioni con le nuove tecnologie, con altre discipline e forme di espressione artistica. Con Reversing the Eye. Fotografia, film e video negli anni dell’arte povera aggiungiamo un tassello fondamentale al nostro racconto, testimoniando il dialogo tra arte e fotografia che, in quegli anni, ha liberato definitivamente i media da una funzione di mera documentazione, anticipando l’iconosfera nella quale oggi ci troviamo.”
Oltre ai protagonisti del movimento, come Piero Manzoni, la mostra dà spazio all’opera di altri artisti – in particolare fotografi come Elisabetta Catalano, Mario Cresci, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Ugo Mulas – che esposero con loro o da cui furono influenzati in maniera determinante.
Corpo, Esperienza, Immagine e Teatro. Ciascuno di questi termini racchiude un interrogativo specifico riguardo al rapporto con il tempo e lo spazio
L’esposizione, il cui titolo riprende quello dell’opera di Giuseppe Penone del 1970, si articola in un percorso cronologico ed è attraversata da quattro filoni tematici: Corpo, Esperienza, Immagine e Teatro. Ciascuno di questi termini racchiude un interrogativo specifico riguardo al rapporto con il tempo e lo spazio (Esperienza), alla decostruzione della realtà e alle sue rappresentazioni per immagini (Immagine), alla dimensione della teatralità insita in questi media (Teatro), al concetto stesso di identità e al ruolo dell’autore (Corpo).
Credits: Piercarlo Quecchia DSL Studio
INFO
Triennale Milano
Reversing the Eye
Fotografia, film e video negli anni dell’arte povera
In collaborazione: con Jeu de Paume e LE BAL
A cura di: Quentin Bajac, Diane Dufour, Giuliano Sergio e Lorenza Bravetta
17 maggio – 3 settembre 2023