OSCHIRI IN ALTA GALLURA: NATURA E STORIA

OSCHIRI IN ALTA GALLURA: NATURA E STORIA

Scritto da Franca Dell’Arciprete Scotti on . Postato in Destinazioni, Food&Drink, On the road

OSCHIRI NEL NORD DELLA SARDEGNA, COLLOCATO  TRA LAGO E FORESTA, È UN CROCEVIA GEOGRAFICO E CULTURALE DI UNA STORIA  LUNGA 50 SECOLI.

Milano, Italia.
Domus de janas , o “case delle fate” sparse tra gli alberi, resti di nuraghi, muretti a secco e fichi d’India, un grande lago increspato al vento del tramonto, alture in lontananza, chiese in trachite  rossa e verde isolate sui poggi.

E vicino una grande foresta demaniale intatta.

Siamo a Oschiri, nell’alta Gallura, una cittadina in posizione strategica fin dall’antichità, tanto che la storia in questo territorio ha una continuità che dura da millenni.

Non tutto si comprende subito.

Strade tranquille, una grande chiesa nella piazza centrale, viali ariosi costeggiati da alberi e case colorate a due piani, botteghe artigianali, profumi che si spandono intorno all’ora di pranzo fanno immaginare un luogo dove le ore scorrono lente.

Ma se si ha la pazienza di curiosare in città e nei dintorni, si scoprono dimensioni insospettate.

Storia e archeologia

Tanto per cominciare un altare misterioso, l’altare di Santo Stefano, un lungo basamento granitico inciso con simboli geometrici.

Testimonianza di un’antichissima iconografia ispirata alle religioni cosmiche praticate dalle popolazioni pastorali antiche, oppure un’opera di età romana, o addirittura di età bizantina, quando i monaci basiliani rifiutavano di rappresentare l’immagine della divinità e usavano solo figure geometriche?

Nell’area di lunga tradizione sacrale in cui si colloca l’altare di Santo Stefano,  sparse nella campagna, appaiono anche numerose  Domus de Janas, grandi complessi megalitici funerari a formare vere necropoli  del IV millennio a.C.

Le domande si affollano e vanno in un percorso a ritroso.

 Età preistorica, età nuragica, età romana, età medievale

Una ricca stratificazione su 50 secoli e un  ricco sincretismo culturale hanno lasciato tracce e testimonianze.

Il luogo più adatto a trovare risposte è il Museo Archeologico di Oschiri.

Chi avrebbe detto che un bronzetto di età nuragica, dell’800 a.C circa,  a forma di carretto (porta gioie o carro da battaglia?) con quattro ruote, perfettamente conservato e decorato, trovato dal Generale Lamarmora, è  l’unico esemplare di questo tipo trovato in Sardegna?

E come mai questa ricchezza di reperti, ossidiane, ceramiche, bronzi, vetri?

Oschiri, uno dei centri urbani più antichi della Sardegna,  era al centro di  un vasto territorio ricco di acqua: da qui la fertilità e la facilità di vie di comunicazione che univano est e ovest della Sardegna, quelle che oggi sono le zone di Olbia e di Sassari.

Un crocevia assolutamente strategico per dominare il Mediterraneo. Da qui lo stanziamento di legioni romane e la costruzione di un “castrum”.

 Proprio il termine “castro” ricorre  nel toponimo di Nostra Signora di Castro, la splendida chiesa del 1100 in trachite rossa che spicca in mezzo alla vegetazione,  particolarmente  suggestiva al tramonto, nel silenzio e nella solitudine.    

Se Nostra Signora di Castro è l’esempio più bello e più interessante di chiesa romanico pisana della zona, un’altra chiesa da non perdere è Nostra Signora di Otti. Più piccola, ma altrettanto suggestiva, isolata in uno  scenario di montagne, la catena del Limbara, ricorda i tempi in cui tanti piccoli villaggi sparsi nella campagna avevano una propria chiesetta.

Intorno una campagna a perdita d’occhio, scenografiche rocce granitiche erose dal vento e dall’acqua, boschi di lecci e di querce da sughero, siepi  di erica, ginepri, mirto e  lentisco.

Che diventano una vera foresta a Su Filigosu, la foresta demaniale protetta di proprietà regionale e governata dall’Ente FORESTAS.

Un’oasi naturalistica regno per il trekking, corse in bici e in moto, belle passeggiate a piedi.

Senza dimenticare che Su Filigosu è anche sede di un  laboratorio di smielatura, dove si produce un ottimo miele dai sentori profumati: millefiori, lavanda, corbezzolo. Info: www.sardegnaforeste.it/foresta/filigosu

La Gastronomia

E il miele  introduce al mondo dell’enogastronomia locale, un  paradiso di sapori, profumi e suggestioni.

A cominciare dalle “panadas”,  a cui è dedicata una bella festa estiva nel mese di luglio. Famose quelle di Oschiri fin dall’800, quando, con la costruzione della ferrovia, molti oschiresi si recavano a Sassari  a vendere le “panneddas”, ritenute superiori  a quelle di altri paesi.

Ottimo esempio, tra l’altro, di cibo take away fin dai tempi dell’economia pastorale.

Ma che cosa  le rende così speciali?

Ce lo spiega la signora Lella, titolare di “Sapori di Oschiri”, un’azienda al femminile che produce ogni giorno più di mille “panadas”, tortine ripiene di carne o di verdure. Il segreto è la pasta allo strutto croccante e saporita, i due strati piuttosto consistenti, e la famosa “cucitura” a pizzico fatta a mano, che ricorda i punti della tessitura sarda.
Mariellafenu66@tiscali.it

La  campagna ricca di pascoli per le pecore, una delle voci principali dell’economia di Oschiri, allude con evidenza all’abbondanza ed eccellenza dei formaggi, in particolare prodotti da Fogu Casearia, un’azienda familiare che da tre generazioni produce pecorino romano,  pecorino sardo, ricotte, “perette”, formaggi a pasta filata anche affumicati. Info: fogucasearia@tiscali.it

E la gastronomia tipica si conclude con un trionfo di dolci: dalle  seadas coperte di miele, agli acciuleddi, dal torrone sardo alle delizie, dai papassini alle origliette, alle telicche.

Per un assaggio di cucina tipica autentica, dolce e salata, di terra e di mare, ottima, nel centro di Oschiri,  la trattoria Pes: culurgiones ripieni di patate, ricotta di pecora e menta, cordula o interiora di agnello ai piselli, trippa alla parmigiana, spaghetti alle arselle e bottarga.

Il tutto   annaffiato dal famoso Vermentino di Gallura, di color giallo paglierino con leggeri riflessi verdognoli e retrogusto leggermente amaro.

La strada del Vermentino ci porta a pochi chilometri di distanza a Berchidda, dove  il Museo del Vino ci farà conoscere sistematicamente la storia della vinicoltura sarda, dei vitigni autoctoni, delle tecniche di vinificazione, delle feste del vino e del cibo. Info: www.muvisardegna.it

Il lago Coghinas

Il nostro percorso di turismo slow prosegue sul famoso lago Coghinas che racconta una storia di economia industriale nata nel 1927 con la costruzione della diga, la produzione di energia elettrica e di ammoniaca, la costruzione di  una vera cittadella per i dipendenti Enel, subentrata alla precedente Società Elettrica Sarda.

Per metterne a fuoco l’importanza, basti pensare che qui fece i suoi esperimenti il giovanissimo,  futuro premio Nobel, Giulio Natta.

Oggi il lago racconta una storia di pesca sportiva che attira migliaia di pescatori, mentre chi non pratica la pesca sceglierà escursioni sull’acqua in barca o in canotto.

Proprio in riva al lago si apre un agriturismo perfetto per sostare in relax ad Oschiri: il “Nuraghe del  Lago Coghinas”, tra mirti, corbezzoli e sugherete, offre ambienti arredati con gusto e atmosfera, una cucina  tipica e genuina, un calda accoglienza, oltre alla possibilità di organizzare escursioni nei dintorni, come Visita alla Fattoria Demarcus, All’alba con il contadino, Laboratorio di panadas, Aperitivo sardo in piscina. Info: nuraghedellagocoghinas@gmail.com

Una puntata sul mare della Gallura

Una puntata sulla costa ci conduce a Santa Teresa di Gallura, dove una sosta al Marlin ci farà scoprire  la vera cucina mediterranea davanti a uno dei mari più belli del mondo: alici impanate con burrata e salsa al basilico,  baccalà mantecato,  code di gamberi con chutney di frutta esotica, fregula ai frutti di mare, ravioli al sugo di ricciola e asparagi. Info: www.ristorantemarlin.it

L’originalità di Aggius

Infine, se ci si ferma qualche giorno in più, non si può perdere il piccolo centro di Aggius, Bandiera Arancione del Touring club italiano, pieno di incanti e di suggestioni.

Tra piazzette decorate con piastrelle  colorate, pareti di pietra con telai d’arte appesi, porticine di case disegnate con i motivi tradizionali della tessitura, si aprono musei dai nomi originali.  Basti pensare al Museo del Banditismo, al Museo dell’Amore Perduto, al Museo del Ghirigoro.

Per finire con l’interessantissimo MEOC, il museo etnografico intitolato a Oliva Carta Cannas,  che, accanto ad alcune bellissime opere di Maria Lai,  racconta storia, cultura e tradizioni di tutta la Gallura.

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Franca Dell’Arciprete Scotti

Mille interessi potrebbero portare alla dispersione. Per fortuna non è così. Milanese di adozione, adora questa città che dà tutto, compresa la possibilità di sperimentare il giornalismo in vari settori, dalla moda, al beauty, al design. Ma la passione rimane quella dei viaggi a breve e lungo raggio, per cui scrive su varie testate, anche con proprie rubriche di benessere, gastronomia, cultura. La laurea in Lettere Classiche le ha regalato il piacere della precisione e del metodo, accompagnati dalla scoperta del bello e della leggerezza.