Iosonopippo le foto delle situazioni comuni in una mostra del Fuorisalone ambientazioni di corpi-arredo
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Milano, Italia.
Il Salone del Mobile di Milano di Aprile è stato l’occasione per una mostra fotografica degli scatti di Giuseppe Palmisano, alias Iosonopippo. L’artista pugliese non è solo fotografo, ma anche scrittore, attore e nel suo curriculum c’è tanto teatro. Questo mix esperienziale lascia un’impronta riconoscibile nei suoi scatti che risultano vere e proprie “rappresentazioni”
Palmisano ha stravolto punti di vista stereotipati i suoi ritratti colgono pose plastiche, corpi che si comportano un po’ come fanno i mobili cioè sono statici inespressivi perché spesso privi di volto oltre che di azione o vibrazione. Nelle immagini i corpi si fondono negli ambienti, belli”.
Corpi attraenti e seducenti
Palmisano fotografa un corpo che, benchè nudo, non pretende di essere attraente o seducente perché non gioca un ruolo espressivo; piuttosto è nudo perché spogliato di volontà propria, spersonalizzato per essere considerato un individuo universale come un manichino, un corpo vestito solo da un collant colorato come fosse in divisa.
E’ il contesto, invece a parlare, che rende interattiva l’immagine, non è la immagine che provoca, che comunica. Ed è il contesto che esprime una situazione comune di persone comuni e, per questo, ciascuno riesce a immedesimarsi nella foto che vede. Si presenta un soggetto, anche nudo o parzialmente spoglio, diventa per questo puramente emblematico. Le immagini, quindi, sembrano raccontare un epilogo, che presuppone avvenimenti precedenti, la conclusione di una storia.
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Giuseppe Palmisano
Unire più linguaggi negli scatti
Nelle sue realizzazioni, il fotografo quasi sempre inserisce un elemento nascosto, magari un volto coperto che, immerso tra complementi d’arredo, fra essi si oggettivizza. Con questo metodo l’artista coglie fatiche senza volto, universali. Così il ruolo degli interni che fanno da sfondo è essenzialmente pratico. I corpi-arredo sono collocati realmente nelle proprie abitazioni.
Fotografo, regista e coreografo Giuseppe Palmisano traduce i corpi in mere forme immedesimate nei propri spazi, colti nell’intimo ma non in modo invasivo. Chi guarda attiva la propria energia di completamento, entrando psicologicamente in rapporto con la foto. L’osservatore si immagina all’interno della situazione, al posto di quel corpo senza volto, e lo anima.
L’osservatore dunque mette in pratica una sorta di “ginnastica dell’arte”, come l’avrebbe definita lo psichiatra Eric Kandel. Si può individuare comunque una narrativa plurima nella foto, non un’espressione univoca, un messaggio comunicato chiaramente. Iosonopippo unisce più linguaggi nello scatto. Tutto ciò dimostra che la fotografica non è da ritenere un’arte minore, anzi la foto comunica attraverso la luce, il fotografo è partecipe e parla anche di se stesso.
Photo courtesy of Le Palette Ufficio Stampa