Una mostra interessante, un viaggio nel mondo di un’artista rivoluzionaria rispetto alla sua epoca: lo sono LEONOR FINI è una delle più rilevanti e complete retrospettive mai dedicate all’universo visionario e ribelle dell’italo-argentina Leonor Fini (Buenos Aires, 1907 – Parigi, 1996). La mostra, a cura di Tere Arcq e Carlos Martín, è promossa dal Comune di Milano – Cultura, gode del patrocinio del Ministero della Cultura ed è prodotta da Palazzo Reale e MondoMostre, con il supporto dell’Estate di Leonor Fini, con main partner Unipol. L’esposizione resterà in programma fino a domenica 22 giugno 2025.
Milano, Italia.
Una mostra interessante, un viaggio nel mondo di un’artista rivoluzionaria rispetto alla sua epoca: lo sono LEONOR FINI è una delle più rilevanti e complete retrospettive mai dedicate all’universo visionario e ribelle dell’italo-argentina Leonor Fini (Buenos Aires, 1907 – Parigi, 1996). La mostra, a cura di Tere Arcq e Carlos Martín, è promossa dal Comune di Milano – Cultura, gode del patrocinio del Ministero della Cultura ed è prodotta da Palazzo Reale e MondoMostre, con il supporto dell’Estate di Leonor Fini, con main partner Unipol. L’esposizione resterà in programma fino a domenica 22 giugno 2025.

La mostra
lo sono LEONOR FINI celebra l’eclettismo e il genio di un’artista poliedrica in un percorso intellettuale che intreccia Italia e Francia, ricostruendo le tappe principali della sua carriera artistica e le influenze che hanno plasmato la sua visione.
A ispirare il titolo dell’esposizione una citazione della stessa Fini: «Sono una pittrice. Quando mi chiedono come faccia, rispondo: “lo sono”», un’affermazione identitaria irrevocabile e potente che riflette la sua unicità personale e artistica, sempre coerente nello stile e nel pensiero. Leonor Fini ha incarnato la libertà creativa e intellettuale dell’artista ribelle, lontana dalle convenzioni, che ha dato forma a un immaginario visivo e concettuale capace di parlare ancora oggi.

Nuova luce sulla figura dell’artista
lo sono LEONOR FINI rappresenta un momento cruciale di riscoperta della figura dell’artista, restituendo nuova luce al suo lavoro e rivelandone il carattere più profondo, oggi più che mai attuale, grazie ai temi che ha affrontato e messo in discussione: dal genere all’identità, passando attraverso i modelli consolidati di famiglia, il maschile e il femminile.
L’esposizione presenta oltre 100 opere tra dipinti, disegni, fotografie, costumi e video, scandite in un percorso di nove sezioni tematiche, e restituisce un ritratto completo dell’artista, testimoniando la versatilità della sua produzione, estranea a ogni classificazione rigida. Spaziando dalla pittura alla moda, dalla letteratura al teatro (in una delle sezioni sono esposti bozzetti, figurini ed un costume disegnato da Leonor Fini provenienti dall’archivio Storico Artistico del Teatro alla Scala), la mostra svela l’immaginario di Leonor Fini, a partire dagli incontri e dalle impressioni, a volte sconvolgenti, della prima giovinezza, attraverso gli anni della formazione tra Trieste, Milano e Parigi, dove Fini stringe relazioni durature con intellettuali e artisti che le indicano la via della pittura.
lo sono LEONOR FINI procede per temi ricorrenti nell’opera dell’artista, come il macabro e il minaccioso, il rapporto con la sessualità e la famiglia, la rappresentazione del corpo, e ancora l’interesse per gli aspetti rituali e i fenomeni di metamorfosi.

La figura dirompente e poliedrica dell’artista
Oltre alla pittura, l’esperienza di visita proposta dalla mostra si coniuga con il tema dell’identificazione con la figura dirompente e poliedrica dell’artista: al termine del percorso espositivo il pubblico, accolto dal dipinto Autoritratto con il cappello rosso, è invitato a “diventare” Leonor Fini, in un ambiente che gioca con specchi, fotografie e scritte che ne evocano il carattere rivoluzionario e libero e coinvolgono i visitatori in un atto di esplorazione e riflessione sulla molteplicità dell’io. Il dipinto rappresenta un saluto simbolico dell’artista al pubblico, chiamato a scattarsi una foto e a condividerla suoi propri profili social (utilizzando l’hashtag #iosonoleonorfini), per reinterpretare il messaggio visionario di Leonor Fini, capace di parlare alle nuove generazioni ispirando e stimolando riflessioni profondamente contemporanee.

lo sono LEONOR FINI
«Sono una pittrice. Quando mi chiedono come faccia, rispondo: IO SONO».
Con queste parole Leonor Fini sintetizza la visione della sua identità artistica. Non un semplice atto di presentazione, ma una dichiarazione di esistenza piena e senza compromessi. Pittrice, costumista, scenografa, illustratrice e performer, per Leonor Fini l’essere rappresenta la somma delle infinite possibilità del fare.
Artista enigmatica e visionaria, Leonor Fini è riuscita ad affermarsi in un contesto prevalentemente maschile grazie al suo straordinario talento e a una personalità unica e mai convenzionale. La sua forza risiede nell’individualismo e nella capacità di creare un linguaggio artistico originale, in cui la donna non è musa, ma protagonista.
Grazie a una sensibilità straordinariamente attuale, il suo lavoro affronta temi centrali per la società contemporanea: il genere, l’identità, l’appartenenza, i modelli di famiglia, il maschile e il femminile. Precorrendo i tempi, Leonor Fini si è affermata come un’artista all’avanguardia, capace di intrecciare arte, moda, letteratura e spettacolo in un percorso libero da ogni convenzione.

La pittura: universo onirico e simbolico
I mondi di Leonor Fini si collocano tra il reale e l’immaginario, in un delicato equilibrio dove simbolismo e visione si intrecciano. Le sue figure femminili, forze primordiali e indomabili, popolano tele dense di mistero, insieme a sfingi, donne-gatto e uomini ambigui. Le sue opere offrono un viaggio nell’inconscio, in cui l’essenza dell’essere prende forma, andando oltre ogni apparenza superficiale. Il lavoro di Fini, ricco di stratificazioni culturali e influenze letterarie, riflette il dialogo con i maestri del passato, come dimostra l’uso di tecniche pittoriche tradizionali per trasmettere messaggi di grande innovazione. Le sue esplorazioni psicoanalitiche, ispirate dalle letture di Freud, si manifestano nelle raffigurazioni del sogno e dell’inconscio. È visibile l’influenza dei grandi maestri del passato, come Piero della Francesca, Michelangelo e i pittori manieristi; da loro Fini assorbì le lezioni sul colore e sulla figura umana, utilizzandole per veicolare messaggi rivoluzionari.

L’arte
Leonor Fini è una figura magnetica nella scena artistica del XX secolo, che ha intrecciato rapporti profondi e complessi con molte personalità artistiche dell’epoca. Insieme al pittore Fabrizio Clerici, con cui condivide una vita di amicizia e un immaginario artistico indipendente dai movimenti ufficiali, frequenta i circoli intellettuali di Trieste, Parigi, Roma, Milano e oltre. Con Max Ernst, che la definisce “la furia italiana”, Leonor Fini entra in contatto con Man Ray, Dora Maar, Salvador Dali e il Surrealismo. Pur condividendo con questi un’affinità sui temi del subconscio e del sogno, Fini costruisce un universo artistico unico, che sfida ogni convenzione, mantenendo una visione autonoma e rivoluzionaria, libera da etichette rigide, inclusa quella del Surrealismo.
Tra le sue relazioni più significative, spicca l’amicizia con Leonora Carrington. Le due artiste si incontrano a Parigi, dove nasce un legame profondo di stima e amicizia. Nonostante la differenza di età di circa dieci anni, Carrington vede in Fini una “strana combinazione di grazia felina e potere amazzone”. La loro unione – affettiva, emotiva, artistica – rappresenta il segno tangibile di una comunanza di intenti che si nutre dell’incontro tra anime femminili. In modo simile a quanto accade nelle opere di Remedios Varo, il loro sguardo controcorrente attinge dai desideri inconsci, dando forma all’invisibile e rendendo visibile una forza che sfida ogni pregiudizio.

Public program
Da marzo a giugno, in collaborazione con NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, saranno organizzati una serie di incontri pubblici sulle tematiche della moda, costume, design e arte, in cui sarà possibile approfondire, grazie alla presenza di esperti di settore e figure di rilievo, la figura poliedrica di Leonor Fini in tutte le sue sfaccettature.
La mostra è patrocinata dal Ministero della Cultura e dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, e rientra nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026.
Si ringraziano il Main Partner Unipol, i partner Teatro alla Scala e NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, il media partner Street Vox e il partner ufficiale di biglietteria Vivaticket.
INFO
Per informazioni e dettagli, consultare www.palazzorealemilano.it/mostre/leonor-fini
Photo courtesy of PCM Studio