A Roma, al Museo dell’Ara Pacis, arriva l’esposizione “Helmut Newton legacy” dal 18 ottobre 2023 al 10 marzo 2024, oltre 200 scatti tra cui 80 inediti per celebrare l’opera del fotografo rivoluzionario.

Helmut Newton. Elsa Peretti vestita da coniglio. New York, 1975. Elsa Peretti as a Bunny. New York, 1975. © Helmut Newton Foundation.
Foto in alto: Helmut Newton. Amica. Milano, 1982, Amica. Milano, 1982. © Helmut Newton Foundation.
Roma, Italia.
Tutto parte da Berlino. Luogo di nascita di Helmut Newton (all’anagrafe Helmut Neustädter) ma anche luogo dove si trova la Helmut Newton Foundation, che ha dato inizio a questa esposizione proprio a Berlino, poi in Belgio, poi in Austria, per arrivare infine in Italia, a Milano ed ora a Roma.
Ma, come specificato dai curatori Matthias Harder (direttore della Helmut Newton Foundation) e Denis Curti (direttore artistico de Le Stanze della Fotografia di Venezia), ogni mostra è unica. E infatti nell’esposizione capitolina troviamo 80 fotografie inedite. Non solo: anche degli scatti che Newton fece proprio nella capitale, che testimoniano il grande amore che il fotografo aveva per l’Italia. Non visse mai nel nostro paese, ma ci viaggiò e lavorò molto, collaborando con Vogue Italia e altre riviste e visitando località come il Lago di Como, Montecatini, Firenze, Venezia.
Da Berlino al mondo
Come anticipato, tutto parte da Berlino. La città di Berlino rappresenta una tappa fondamentale nella vita di Helmut Newton. Per capire la sua opera, conoscere i suoi anni berlinesi è fondamentale. In questi anni (siamo tra gli anni Venti e Trenta del Novecento), lavora come apprendista presso lo studio della fotografa di moda Yva, che tanto ha influenzato poi tutto il suo lavoro. Infatti, proprio come Yva, l’opera di Newton si sviluppa su tre livelli:
- ritrattistica;
- fotografia di moda;
- nudo.
Costretto dalla guerra al trasferimento (era di famiglia ebraica), si sposta in Australia e inizia così la sua carriera. Gli anni ’40 e ’50 in Australia; gli anni ’60 in Francia (dove si afferma come “Helmut Newton” e dispiega appieno il suo stile innovativo, unico ed inimitabile); gli anni ’70 negli Stati Uniti; gli anni ’80 tra Monte Carlo e Los Angeles; i numerosi servizi in giro per il mondo negli anni ’90. La mostra ripercorre tutte queste fasi, dalla genesi della sua opera fino agli ultimi anni di produzione, accompagnando lo spettatore in un viaggio nella vita avventurosa del fotografo.
L’opera rivoluzionaria di Helmut Newton, tra nudo e ritratti
Helmut Newton, che non amava essere definito un artista, ma preferiva essere identificato come fotografo, affermava: “Il mio lavoro come fotografo ritrattista è quello di sedurre, divertire e intrattenere”. La seduzione, l’erotismo, l’aspetto provocatorio sono in effetti elementi costanti nelle sue fotografie. Newton era capace di erotizzare qualsiasi cosa.
Ma le donne delle sue fotografie, come mostrato nella serie di scatti “Big Nudes” presenti nella mostra, riescono a non essere mai volgari: sono potenti, fiere, coraggiose, dominano lo spazio e non hanno bisogno di nulla, nemmeno dei vestiti. Newton così stravolge l’immaginario femminile, riconoscendo alle donne forza e indipendenza. Non devono essere per forza guardate dagli uomini, possono essere anche loro a guardarli. Non devono avere per forza una postura ordinata e educata, possono sedere anche “come un maschiaccio”.
Per quanto riguarda i ritratti, numerosi i volti celebri immortalati dalla sua macchina fotografica: Andy Warhol, Gianni Versace, David Bowie, Mick Jagger e molti, molti altri.
La fotografia di Helmut Newton
Newton è stato in grado di giocare con lo spirito dei tempi, ma ha saputo anche anticiparli. Nelle sue fotografie si evidenzia un’ampia consapevolezza dell’arte che lo circondava, così come della storia dell’arte: si possono infatti cogliere riferimenti ad artisti del Novecento come Man Ray, ma anche precedenti come Francisco Goya (iconica in tal senso la Maja vestida/desnuda: di grande ispirazione per gli scatti, esposti nella mostra, in cui la stessa donna, nella stessa posa, è prima vestita e poi nuda).
“Bisogna essere sempre all’altezza della propria cattiva reputazione”, affermava.
Aveva inoltre un’ossessione per la cronaca nera e diversi servizi di moda si sono ispirati ai film di registi come Alfred Hitchcock.
Una curiosità: Newton era daltonico. Questo spiega, probabilmente, perché spesso i colori delle sue fotografie sono bizzarri. Potrebbe spiegare, inoltre, l’ampio utilizzo del bianco e nero.
La fotografia di moda e l’eredità di Newton
Helmut Newton ha rivoluzionato la fotografia di moda. Ha collaborato con tantissime riviste (è stato uno dei fotografi più pubblicati) e con le personalità più rilevanti del fashion system. Solo per citarne alcuni, André Courrèges, Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld, Thierry Mugler, Chanel.
Si è dovuto affermare in un periodo in cui c’erano già altri fotografi di moda importanti, come Richard Avedon, e ha dovuto perciò trovare la sua speciale firma. Firma che è diventata l’eredità che ci ha lasciato. La sua eredità (“legacy”) ruota attorno a due temi strettamente collegati: lo storytelling e il dubbio. Ha innovato la fotografia di moda inserendovi il racconto (si potranno osservare nella mostra degli scatti in sequenza che raccontano delle storie, come una donna fermata alla dogana che deve mostrare i documenti). Racconto che però lascia sempre un po’ di dubbio, di mistero. Sarà lo spettatore, poi, a provare a trarre le sue conclusioni.
Nell’esposizione si può ammirare per esempio uno scatto effettuato per Prada: una donna giace a terra e la sua borsa è rovesciata e ne fuoriescono soldi e vari effetti personali. Viene da chiedersi cosa sia successo a quella donna, perché la sua borsa è caduta, cosa le accadrà dopo. Una storia, un dubbio, un dialogo aperto con lo spettatore.
Una mostra accessibile
L’esposizione “Helmut Newton Legacy” è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Marsilio Arte, in collaborazione con la Fondazione Helmut Newton. Organizzata da Marsilio Arte e Zètema Progetto Cultura, con il sostegno di Rinascente, fashion partner Vogue, travel partner Ferrovie dello Stato Italiane, media partner La Repubblica, Rai Cultura, Rai Pubblica Utilità, radio ufficiale Radio Monte Carlo.
Inoltre, grazie alla collaborazione con Rai Pubblica Utilità e Rai Cultura, con il Dipartimento Politiche sociali e Salute – Direzione Servizi alla Persona di Roma Capitale e Cooperativa Segni d’Integrazione – Lazio e con Radici Società Cooperativa Sociale, la mostra è accessibile anche ad ipovedenti e sordi: nel percorso sono presenti infatti audiodescrizioni, video LIS e disegni tattili e per tutto il periodo di apertura dell’esposizione è previsto un servizio di visite tattili e visite con interpreti LIS gratuite.

Helmut Newton. Autoritratto. Monte Carlo, 1993. Self-portrait. Monte Carlo, 1993. © Helmut Newton Foundation.
INFO
Mostra: “Helmut Newton Legacy”
Dove: Museo dell’Ara Pacis
Ingresso alla mostra Via di Ripetta, 180 – 00186 Roma
Quando: dal 18 ottobre 2023 al 10 marzo 2024
Orari: tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:30, 24 e 31 dicembre dalle 9:30 alle 14:00, giorni di chiusura 1° maggio e 25 dicembre, ultimo ingresso 1 ora prima della chiusura.
Biglietti cumulativi o “solo mostra” interi o con riduzioni per le categorie previste dalla tariffazione vigente, a partire da 11€.