Andy Warhol a Milano: la mostra sul genio della pop art

Andy Warhol a Milano: la mostra sul genio della pop art

Scritto da Claudia Dagrada on . Postato in Appuntamenti, Cultura

CON OLTRE 300 OPERE CHE ABBRACCIANO L’INTERO PERCORSO ARTISTICO E PERSONALE, LA MOSTRA “ANDY WARHOL. LA PUBBLICITÀ DELLA FORMA” È UN VIAGGIO NEL COLORATISSIMO MONDO DELLA POP ART AMERICANA. ALLA FABBRICA DEL VAPORE SONO ESPOSTE NON SOLO LE NOTE RIPETIZIONI IN SERIE E LE ICONE PLANETARIE, MA SI SCOPRE UN WARHOL INEDITO FRA MODA, MUSICA E IL RAPPORTO CON LA FEDE.

Milano. Italia
Dopo un decennio di assenza, finalmente il re della pop art americana torna a Milano: la Fabbrica del Vapore ospita la mostra “Andy Warhol. La pubblicità della forma” in programma fino al 26 marzo. E lo fa in grande stile, con oltre 300 opere che partono dalla produzione degli anni ’50 come illustratore commerciale, fino agli anni ’80 caratterizzati dal rapporto col sacro. Il visitatore viene letteralmente catapultato nel coloratissimo universo del creativo che ha innovato la storia dell’arte mondiale come pochi altri. “Warhol è il Raffaello della società di massa americana che dà superficie a ogni profondità dell’immagine rendendola in tal modo immediatamente fruibile, pronta al consumo come ogni prodotto che affolla il nostro vivere quotidiano” afferma Achille Bonito Oliva, che ha curato la mostra in collaborazione con Edoardo Falcioni.

Creatività senza limiti

Ma prima di tutto, un po’ di contesto. Andrew Warhola (cognome di origine slovacca che poi trasformerà in Warhol) nasce nel 1928 a Pittsburgh. Dopo la laurea nel 1949 si trasferisce a New York, location perfetta per esprimere al massimo la sua originalità. Nel corso degli anni, fra lui e la Grande Mela si crea un legame indissolubile.
Da giovane pubblicitario di successo nei primi anni ’60 lavora per riviste come “Harper’s Bazar”, il “New Yorker”, “Glamour” e “Vogue”. Ed è proprio il business della pubblicità a illuminare Warhol. Inizia a ripetere più e più volte un’immagine, in modo da farla entrare per sempre nella mente del pubblico. Una ripetizione di incredibile potenza che gli permette di mettere in scena il panorama consumistico nel mondo dell’arte, usando una speciale tecnica di serializzazione. I soggetti spaziano dagli iconici barattoli di zuppa Campbell’s alle celebrità dell’epoca, sovrani compresi. E se all’inizio la critica non capisce l’originalità di Warhol (il prezzo che paga chi fa qualcosa di mai visto prima), il tempo ne decreta il successo planetario.
All’apice della carriera, Warhol dà vita a “The Factory”, il famoso studio che rappresenta per anni una vera e propria fucina di creatività. Dai film alle sculture fino alle copertine delle riviste. E fra le varie sperimentazioni non manca nemmeno quella di Warhol imprenditore, soprattutto in campo musicale. Ma non solo: la Factory diventa il centro attorno a cui gravitano star, artisti e ricconi annoiati che vogliono evadere nello spazio “warholiano” in cui tutto è concesso. E il resto è storia, incluso un attentato a cui Warhol sopravvive per miracolo.

Dagli acquerelli alla BMW

La mostra milanese vuole documentare il percorso artistico e personale di Warhol. Le opere sono divise in 7 aree tematiche e 13 sezioni per abbracciare tutta la sua produzione, puntando i fari sulla varie sfaccettature.
Si conosce il Warhol degli anni ’50, in cui esordisce sulla scena di New York, con inchiostri e acquarelli che testimoniano la mano di abilissimo disegnatore. Ci sono opere di denuncia nella veste di commentatore sociale, con un focus su aspetti meno noti e più tragici della società americana, come le proteste e la violenza. Ci sono omaggi alla ruralità come la ripetizione della mucca, e icone mondiali come Marilyn Monroe e Liz Taylor. Con la fama, Warhol torna ai ritratti, perché ogni celebrità che si rispetti vuole farsi immortalare da lui. Ma ha il potere di trasformare in star chiunque, anche emarginati come le drag queen. E rende anche se stesso una star, col suo viso che diventa un brand riprodotto sulle t-shirt. La mostra approfondisce il rapporto con la moda e la musica, ma non manca nemmeno un Andy Warhol più inedito, che da cattolico praticante si dedica al rapporto con la fede. Crea opere in cui pone un confronto con grandi artisti del passato, come Piero della Francesca ad esempio. Ultimo step, il decennio negli anni ’80, decisamente più riflessivo.
E davvero infinita è la varietà dei supporti utilizzati da Warhol per esprimere la sua creatività. In mostra ci sono anche un computer Commodore Amiga 2000 con le sue illustrazioni digitali (i primi NFT della storia) e una BMW Art Car dipinta, accompagnata dal video della realizzazione.
In conclusione questa mostra, un vero e proprio tuffo nel mondo “warholiano” a 360°, ha il pregio di rendere felice sia chi già ama l’artista, sia chi vorrebbe conoscerlo meglio.
Photo Giovanni Daniotti

INFO

Informazioni e prenotazioni
T. +39 351 9691 405
info@navigaresrl.com
prenotazioni@navigaresrl.com
www.fabbricadelvapore.org

Orario di apertura
Da lunedì a venerdì dalle ore 09.30 alle 19.30
Sabato, domenica e festivi dalle 09.30 alle 20.30

Claudia Dagrada

Viaggiatrice compulsiva zaino in spalla, ama esplorare il mondo in compagnia di se stessa, della macchina fotografica e di un buon libro. Forse per il fatto di essere noiosamente milanese purosangue, appena può prende un volo aereo per raggiungere un paese possibilmente oltreoceano, e senza prenotare nulla. Con una predilezione per il Sud-Est asiatico, ha lasciato il cuore a New York e aspetta con ansia di approdare in Sud America. Tutte queste passioni le riversa nel suo blog dedicato alle marziane che, come lei, amano viaggiare in solitaria. Autrice di Prontechesiviaggia.com