Milano, Italia.
Continuano i grandi dialoghi dell’arte alla Pinacoteca di Brera. Dopo gli Sposalizi del Perugino e Raffaello messi a confronto, ecco arrivare il secondo dialogo, prestigioso e unico al mondo: quello tra il Cristo morto del Mantegna, icona universale del Rinascimento, a cui viene affiancato Il Cristo morto con gli strumenti della passione di Annibale Carracci versione dello stesso soggetto dipinta nel periodo 1583-1585, proveniente dalla Staatstgalerie di Stoccarda. Il dialogo tra i due dipinti è stato inaugurato lo scorso 16 giugno e proseguirà fino al 25 settembre 2016. E’ la prima volta che i due capolavori vengono messi a confronto ed esposti al pubblico continuando così il progetto di James Bradburne, pirotecnico direttore di Brera che vuole un museo più vivo, che offra reali spunti di riflessione ai suoi visitatori e che torni sempre di più ad essere il cuore pulsante dell’arte a Milano. Abbiamo dimostrato-ha dichiarato Bradburne– che si possono realizzare grandi appuntamenti con l’arte senza ricorrere alle Mostre enormi e fagocitanti tutto il resto. Al di là dell’innegabile straordinaria bellezza, che suscita profonda emozione, del Cristo morto del Mantegna, occorre ricordarne la valenza rivoluzionaria per l’epoca.
Un prospettiva nuova in cui si vede l’intero corpo del Cristo disteso, trasgredendo i principali dettami sul decoro osservati fino a quel momento. Il Cristo viene mostrato in tutta la sua umanità fragile. I piedii n avanti che sporgono, le cui piante sono sporche, e poi le ferite, le piaghe della carne. La prospettiva del Mantegna arrivo ad influenzare anche il fumetto moderno come Dylan Dog di Sclavi o addirittura la foto del cadavere del Che morto di Freddi Alborta. Non meno rivoluzionario è l’altro Cristo morto del Carracci. La morte in tutta la sua brutalità, le ferite sanguinolente, Cristo con i capelli arruffati ritratto morto col capo piegato e la bocca semiaperta e ai suoi piedi gli strumenti appunto della Passione: la corona di spine, il martello i chiodi… Ai due dipinti sarà accostato anche il dipinto Compianto sul Cristo morto raffigurante sempre lo stesso soggetto realizzato da Orazio Borgianni nel 1615 e proveniente dalla Galleria Spada di Roma. Le sale coinvolte in quest’occasione saranno le n. I, II, III, IV, V, VI e VII, comprendendo anche il riallestimento del Cristo morto di Andrea Mantegna, che concluderà questa nuova parte di percorso di riallestimento progressivo delle sale della Pinacoteca.
Fino al 25 settembre 2016, da martedì a domenica dalle 8.30 alle 19.15 (giovedì fino alle 22.15). Biglietti: intero 10 €, ridotto 7 €.
Catalogo: Attorno a Mantegna, ed. Skira/Brera, 12 €.
Alfredo Verdicchio
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